Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Capire come l'omega-3 inibisce le reazioni infiammatorie

Sappiamo da tempo che gli acidi grassi Omega-3, che otteniamo principalmente dai pesci grassi, fanno bene alla nostra salute. Molti studi alimentari hanno suggerito che l'elevata assunzione è associata ad un rischio ridotto di vari disturbi. Studi clinici hanno inoltre mostrato effetti antiinfiammatori benefici nei pazienti che assumono integratori omega-3.


Una ricerca recente eseguita alla Norwegian University of Science and Technology (NTNU) supporta le scoperte precedenti e ha anche trovato nuovi effetti utili degli integratori omega-3 e come questi lipidi soffocano le reazioni infiammatorie dannose nel corpo.

 

Effetti poco conosciuti

Nonostante numerosi studi dietetici e clinici pubblicati, non abbiamo ancora capito del tutto come gli acidi grassi omega-3 influenzano le nostre cellule e se questo varia da persona a persona, tra individui sani e malati, o se il meccanismo di azione varia tra diversi tessuti e cellule.


Quello di cui siamo più sicuri è che gli acidi grassi omega-3 possono smorzare le reazioni infiammatorie, che sono molto importanti per combattere le infezioni, ma possono essere dannose se attivate in modo eccessivo o in assenza di batteri e virus, come nelle malattie autoimmuni e nei trapianti di organi.


I macrofagi, che sono cellule immunitarie presenti in tutti i tessuti e gli organi, hanno un ruolo fondamentale nel coordinare le reazioni infiammatorie nel corpo e controllare tutto ciò che accade nei nostri tessuti. I macrofagi convergono le informazioni che ottengono attraverso vari sensori o recettori sulla loro superficie per secernere varie sostanze di segnalazione di tipo ormonale che controllano tutte le parti delle reazioni infiammatorie.

 

L'infiammazione può essere dannosa

Siamo sempre più consapevoli che i macrofagi possono essere più o meno potenti nell'attivare le reazioni infiammatorie. Le cosiddette reazioni infiammatorie sterili, come le malattie autoimmuni, sono spesso direttamente dannose.


La capacità dei macrofagi di stimolare le reazioni infiammatorie dipende dai processi all'interno del macrofago. L'autofagia è uno dei processi all'interno dei macrofagi che è importante per mantenere il macrofago calmo o iperattivo. L'autofagia (che significa "auto-mangiarsi") è un processo cruciale per il degrado delle proteine ​​disfunzionali o non necessarie e di altri componenti all'interno delle nostre cellule.


Negli ultimi anni abbiamo imparato molto sull'importanza di questo processo, dicono i ricercatori. Il premio Nobel per la fisiologia o la medicina 2016 è stato dato a Yoshinori Ohsumi per la sua scoperta dei geni chiave che controllano l'autofagia.


L'autofagia è costantemente in atto in tutte le cellule e aumenta se le cellule sono affamate o ferite. I ricercatori hanno ipotizzato che gli acidi grassi omega-3 potrebbero smorzare le reazioni infiammatorie aumentando l'autofagia dei macrofagi. In quel caso, hanno supposto che questo effetto potrebbe cambiare la trasformazione del segnale nel macrofago e, di conseguenza, sopprimere l'attivazione delle reazioni infiammatorie.

 

Attiva il processo di autopulizia

Studiando macrofagi isolati di topi e di esseri umani, essi hanno scoperto che gli acidi grassi omega-3 attivano l'autofagia e influenzano specificamente alcune proteine ​​che trasformano i segnali provenienti dall'ambiente. Inoltre, hanno riscontrato che gli acidi grassi omega-3 smorzano molti meccanismi infiammatori all'interno dei macrofagi, ma soprattutto riducono la cosiddetta risposta dell'interferone di tipo 1.


Il fattore CXCL-10, che i macrofagi secernono come parte di questa risposta dell'interferone, a seguito di molti tipi di stimoli, è il fattore ridotto più chiaramente dopo l'aggiunta di omega-3 alle cellule.


I ricercatori hanno quindi esaminato campioni di sangue da uno studio clinico in pazienti con trapianto cardiaco dove sapevano che gli integratori omega-3 migliorano lo stato clinico. In questi casi, hanno scoperto che gli acidi grassi omega-3 riducono il livello di CXCL-10.

 

Gli integratori sono un beneficio

L'autofagia quindi cambia nei macrofagi in risposta agli acidi grassi omega-3 e inibisce specificamente la secrezione di fattori infiammatori che appartengono alla risposta dell'interferone, con il CXCL-10 che mostra la riduzione più chiara. I risultati di questo studio sono stati pubblicati nella rivista Autophagy.

 
Queste scoperte indicano che gli integratori di acidi grassi omega-3 possono essere particolarmente vantaggiosi nei pazienti che presentano condizioni che sono guidate o aggravate da una forte risposta interferonica e dal CXCL-10.


Il gruppo di ricerca spera che un giorno questo possa dare benefici ai pazienti con diverse forme di cancro, meningite, sclerosi multipla, Alzheimer o ittero. Ma bisogna sottolineare che resta molto lavoro da fare.

 

 

 


Fonte: Gemini Research News (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Jennifer Mildenberger, Ida Johansson, Ismail Sergin, Eli Kjøbli, Jan Kristian Damås, Babak Razani, Trude Helen Flo & Geir Bjørkøy. N-3 PUFAs induce inflammatory tolerance by formation of KEAP1-containing SQSTM1/p62-bodies and activation of NFE2L2. Autophagy, posted online: 18 Aug 2017. DOI 10.1080/15548627.2017.1345411

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali colelgamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

36 abitudini quotidiane che riducono il rischio di Alzheimer

2.07.2018 | Esperienze & Opinioni

Sapevi che mangiare carne alla griglia potrebbe aumentare il rischio di demenza? O che s...

Come vivere in modo sicuro con la demenza a casa tua

12.11.2020 | Esperienze & Opinioni

C'è un malinteso comune che la persona con una diagnosi di demenza perde la sua indipend...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

[Greg O'Brien] Scoprire la grazia dell'imperfezione: apprezzare la l…

11.11.2025 | Voci della malattia

"Scrivi in ​​modo forte e chiaro ciò che fa male" (attribuito a Ernest Hemingway)

<...

I dieci psicobiotici di cui hai bisogno per un cervello felice

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Psicobiotici? Cosa sono gli psicobiotici?? Bene, cosa penseresti se io dicessi che la tu...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Falsi miti: perché le persone sono così pessimiste sulla vecchiaia?

4.06.2020 | Esperienze & Opinioni

Non smettiamo di giocare perché invecchiamo, ma invecchiamo perché smettiamo di giocare ...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Ricetta per una vita felice: ingredienti ordinari possono creare lo straordina…

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Se potessi porre ad ogni essere umano sulla Terra una domanda - qual è la ricetta per un...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.