Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Molecola che stimola centro di riciclaggio delle cellule può aiutare i malati di Alzheimer

Le cellule che impiegano un processo chiamato autofagia per ripulire e riutilizzare i residui proteina rimasti da processi biologici, sono le riciclatrici originali. Un team di scienziati del laboratorio di Paul Greengard alla Rockefeller University hanno collegato una molecola che stimola l'autofagia con la riduzione di una delle caratteristiche principali dell'Alzheimer, il peptide amiloide.

La loro scoperta suggerisce un meccanismo che potrebbe essere utilizzato per eliminare le proteine dannose che si formano in malattie come l'Alzheimer, la sindrome di Down, quella di Huntington e il Parkinson.

La molecola, chiamata SMER28, provoca l'autofagia, che a sua volta elimina i materiali indesiderati, quali le beta-amiloidi, quegli aggregati di proteine che causano le placche nell'Alzheimer. La relazione dei ricercatori sul FASEB Journal dice che, l'aumento dell'autofagia (sia attraverso farmaci sia con processi naturali come la dieta) potrebbe migliorare il risultato finale per le persone con malattie neurodegenerative.

"Molti sforzi sono stati effettuati per prevenire la formazione di beta-amiloide senza molto successo", dice il collaboratore di Greengard, Vincent Astor, professore capo del Laboratorio di Neuroscienza Molecolare e Cellulare. "Per sviluppare terapie più adatte, sono chiaramente necessari degli approcci alternativi. Per esempio, uno potrebbe essere l'identificazione di potenziali bersagli terapeutici che, aumentando l'autofagia, massimizzano l'eliminazione di beta-amiloide".

La maggior parte delle strategie precedenti per lo sviluppo di farmaci per l'Alzheimer, sono state dirette a inibire la formazione di beta-amiloide tossica. Greengard, che dirige il Fisher Center for Research on Alzheimer's Disease alla Rockefeller, e i suoi colleghi, propongono un approccio radicalmente diverso: promuovere un meccanismo cellulare per migliorarne l'eliminazione. Questo approccio, dice Marc Flajolet, professore assistente di ricerca nel laboratorio di Greengard, può anche essere utile per colpire una caratteristica della fase avanzata dell'Alzheimer: le fibre contorte di proteina tau che si accumulano all'interno delle cellule nervose e che causano i grovigli.

I ricercatori, guidati da Tian Yuan, un collega post-dottorato nel laboratorio di Greengard, hanno testato la capacità di ridurre l'accumulo di beta-amiloide di vari composti, esponendo le cellule in coltura a composti noti per attivarne l'autofagia.  Hanno poi confrontato l'effetto di questi composti, eliminando fattori di crescita dal terreno di coltura, uno stimolante consolidato dell'autofagia conosciuto come "starvation" [inedia].

I ricercatori hanno scoperto che lo SMER28 era il composto più efficace, e hanno focalizzato i loro studi su di esso per caratterizzare i componenti cellulari coinvolti in questo fenomeno. Hanno confrontato l'effetto dello SMER28 sulla formazione di beta-amiloide utilizzando le cellule normali e cellule in cui era stata ridotta o abolita l'espressione di geni noti per essere coinvolti nell'autofagia. Hanno scoperto che erano  coinvolti tre fattori importanti autofagici, e uno di loro era essenziale per l'effetto dello SMER28.

Identificare una cura per l'Alzheimer rimane la sfida importante. Quattro sono attualmente i farmaci approvati dalla Food and Drug Administration per il trattamento di malati di Alzheimer. Purtroppo nessuno di questi farmaci arresta la progressione della malattia e il loro impatto sui disturbi cognitivi è minimo. In più, le strategie attuali mostrano gravi effetti collaterali. Questa limitazione è stata sottolineata recentemente da fallimenti in diversi studi clinici.

"Il nostro lavoro dimostra che le piccole molecole possono essere sviluppate come terapie, attivando una funzione cellulare chiamata autofagia, per prevenire l'Alzheimer", spiega Flajolet. "Aumentandone la comprensione, potrebbe essere possibile stimolarla, farmacologicamente o naturalmente, per migliorare la qualità della vita delle persone anziane".

I risultati suggeriscono anche il potere della dieta per evitare danni ai neuroni. E' noto che una dieta a basso contenuto calorico è di benefico per la speranza di vita, nonché per le malattie neurodegenerative come l'Alzheimer e il Parkinson. "I nostri risultati suggeriscono che una dieta a basso contenuto calorico potrebbe condurre ad una maggiore attività di autofagia che potrebbero ritardare o prevenire l'invecchiamento e le malattie neurodegenerative", spiega Flajolet.

 


Pubblicato su EurekAlert.com il 16 marzo 2011 Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi, eventualmente citati nell'articolo, sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non si propone come terapia o dieta; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer Riese. I siti terzi raggiungibili dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente; in particolare si segnala la presenza frequente di una istituzione medica con base in Germania (xcell-Center) che propone la cura dell'Alzheimer con cellule staminali; la Società Tedesca di Neuroscienze ha più volte messo in guardia da questa proposta il cui effetto non è dimostrato. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione, una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e a informarti:

Notizie da non perdere

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Cibo per pensare: come la dieta influenza il cervello per tutta la vita

7.10.2024 | Esperienze & Opinioni

Una quantità di ricerche mostra che ciò che mangiamo influenza la capacità del corpo di ...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)