Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Pazienti di demenza con ricordi distorti possono conservare le informazioni chiave

Alcuni ricordi contenenti informazioni inaccurate possono essere utili ai malati di demenza, perché consentono loro di conservare le informazioni cruciali, secondo due ricercatrici dell'Università di Birmingham.


Esse suggeriscono che i ricordi distorti hanno un ruolo nel preservare la conoscenza per chi ha la demenza, e che tale ruolo dovrebbe sempre essere valutato.


I risultati pubblicati sulla rivista Mind & Language, suggeriscono che potrebbe essere meglio non sfidare le convinzioni distorte di una persona con demenza; alcune di queste fanno sentire meglio le persone, specialmente quando la memoria le presenta più talentuose o indipendenti di quanto non siano in realtà.


Ma nello studio, la prof.ssa Lisa Bortolotti e la dott.ssa Ema Sullivan-Bissett suggeriscono che le distorsioni della memoria aiutano le persone a conservare importanti informazioni su se stesse, che altrimenti andrebbero perse.


La prof.ssa Lisa Bortolotti, dell'Università di Birmingham, ha dichiarato:

"Immagina che una anziana con Alzheimer ti dica che al mattino stava camminando sulla spiaggia con i suoi genitori. In realtà, i suoi genitori sono morti molto tempo fa e lei camminava sulla spiaggia con loro, però non questa mattina, ma sessanta anni fa, quando era una giovane donna.

"Dovremmo sfidare il suo racconto? Se non la contestiamo, si sentirà più fiduciosa e eviteremo di creare ulteriore stress per lei, ma la seguiamo nella sua immagine distorta della realtà in cui i suoi genitori sono ancora vivi.

"Se la smentiamo, correggiamo la sua rappresentazione errata della realtà, ma è probabile che la sfida le causi stress e la faccia sentire insicura, e in conseguenza di ciò potrebbe non essere disposta a condividere le informazioni con gli altri in futuro".


Le ricercatrici suggeriscono che questo tipo di ricordi distorti nelle persone con demenza può contribuire al loro benessere e alla loro conoscenza.


La dottoressa Ema Sullivan-Bissett dell'Università di Birmingham, spiega:

"La donna che ricorda di aver camminato sulla spiaggia con i suoi genitori conserva alcune informazioni chiave su di sé, riferendo il ricordo che ha vissuto vicino al mare, che i suoi genitori amavano trascorrere del tempo con lei, e così via.

"Poiché le mancano informazioni autobiografiche e la sua memoria sta peggiorando, potrebbe non essere possibile per lei correggere la memoria distorta e ottenere da una sfida esterna le credenze vere sui suoi genitori e se stessa".


Le ricercatrici hanno fatto una serie di raccomandazioni chiave:

  • Valutare il ruolo delle distorsioni della memoria nel preservare la conoscenza, quando si considera di sfidare una memoria distorta.
  • Se i ricordi distorti consentono alla persona di comunicare e conservare alcune convinzioni importanti su se stessa, allora ci sono ragioni per non sfidare quei ricordi distorti per il tempo in cui forniscono benefici.
  • Considerare se è possibile per la persona sostituire la memoria distorta con una precisa che conserva convinzioni importanti su se stessa.
  • Se la persona non ha le risorse per correggere la falsa rappresentazione, la sfida potrebbe non avere vantaggi.

 

 

 


Fonte: University of Birmingham (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Lisa Bortolotti, Ema Sullivan-Bissett. The epistemic innocence of clinical memory distortions. Mind & Language, Published 20 Feb 2018, DOI: 10.1111/mila.12175

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)