Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


I giochi per la mente non danno vantaggi alla mente

Un nuovo studio condotto da un gruppo di neuroscienziati della Western University ha smentito le affermazioni secondo cui diventare bravi in un gioco di allenamento del cervello può tradursi in prestazioni migliori in altri compiti cognitivi non allenati.


Questo studio, pubblicato sulla rivista Neuropsychologia, si proponeva di verificare se ore di 'allenamento del cervello' con un gioco possono dare un vantaggio in un secondo gioco che usa la stessa area del cervello.


Se ci fosse stato questo risultato, avrebbe dato credito alle affermazioni secondo cui le app di 'brain training' possono migliorare la memoria di lavoro, che è vitale per l'apprendimento e il mantenimento delle informazioni e per evitare la perdita di memoria.


Ma i ricercatori hanno scoperto che questo transfert semplicemente non c'è: i punteggi più alti dei partecipanti nel primo gioco (quello su cui si sono allenati) non hanno migliorato le prestazioni nel secondo gioco, e sono stati equivalenti ai punteggi raggiunti dal gruppo di controllo 'non addestrato'.


Bobby Stojanoski, ricercatore nel laboratorio Owen al famoso Brain and Mind Institute e primo autore della ricerca, afferma:

"Abbiamo ipotizzato che se diventi davvero molto bravo in un test, allenandoti molto a lungo, forse allora otterrai miglioramenti su test abbastanza simili. Sfortunatamente, non abbiamo trovato alcuna prova a sostegno di tale affermazione.

"Nonostante le ore di allenamento del cervello in quel gioco, i partecipanti non andavano meglio nella seconda partita rispetto a quelli che hanno fatto il secondo gioco senza essersi addestrati al primo".


Uno studio rivoluzionario del 2010 condotto da Adrian Owen, neuroscienziato, cattedra di ricerca in Cognitive Neuroscience and Imaging della Western, ha monitorato le prestazioni cognitive in 11.000 persone che hanno 'allenato il cervello' per sei settimane. Ha scoperto che migliorare nei giochi del cervello non migliora la memoria di lavoro, nè aumenta il QI.


Owen è l'autore senior del nuovo studio, progettato per cercare qualsiasi trasferimento tra due giochi specifici e simili, ma che ha invece rafforzato ed esteso le sue precedenti scoperte.


Stojanoski conclude che ci sono altri modi provati per migliorare la memoria e la salute del cervello:

"Dormi meglio, fai esercizio regolarmente, mangia meglio, l'istruzione è grandiosa: questo è il tipo di cose su cui dovremmo concentrarci.

"Se stai cercando di migliorare il tuo sé cognitivo, invece di usare un videogioco o di fare un test di allenamento al cervello per un'ora, vai a fare una passeggiata, vai a correre, socializza con un amico. Queste sono cose molto migliori per te".

 

 

 


Fonte: University of Western Ontario (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferienti: Bobby Stojanoski, Kathleen M. Lyons, Alexandra A.A. Pearce, Adrian M. Owen. Targeted training: Converging evidence against the transferable benefits of online brain training on cognitive function. Neuropsychologia, 2018; 117: 541 DOI: 10.1016/j.neuropsychologia.2018.07.013

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

10 cose da non fare con i malati di Alzheimer

10.12.2015 | Esperienze & Opinioni

Mio padre aveva l'Alzheimer.

Vederlo svanire è stata una delle esperienze più difficili d...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Come evitare che la demenza derubi i tuoi cari del loro senso di personalità, …

25.11.2025 | Esperienze & Opinioni

Ogni tre secondi, qualcuno nel mondo sviluppa la demenza; sono oltre 57 milioni di perso...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

La nostra identità è definita dal nostro carattere morale

24.06.2019 | Esperienze & Opinioni

Ti sei mai chiesto cos'è che ti rende te stesso? Se tutti i tuoi ricordi dovessero svani...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Svelati nuovi percorsi per la formazione di memoria a lungo termine

31.12.2024 | Ricerche

Ricercatori del Max Planck Florida Institute for Neuroscience hanno scoperto un nuovo percorso pe...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

[Domenic Praticò] Consigli pratici per diventare un super-anziano

1.12.2025 | Esperienze & Opinioni

Quando si parla di invecchiamento, sappiamo che esso non è un processo uniforme e uguale per tutt...

5 tipi di ricerca, sottostudiati al momento, potrebbero darci trattamenti per …

27.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Nessun ostacolo fondamentale ci impedisce di sviluppare un trattamento efficace per il m...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Dare un senso alla relazione obesità-demenza

2.08.2022 | Esperienze & Opinioni

Questo articolo farà capire al lettore perché l'obesità a volte può aumentare il rischio...

È lo scopo o il piacere la chiave della felicità mentre invecchiamo?

19.11.2021 | Esperienze & Opinioni

I benefici di avere un senso di scopo nella vita sono davvero incredibili. Le persone co...

'Evitare l'Alzheimer potrebbe essere più facile di quanto pensi'…

16.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai l'insulino-resistenza? Se non lo sai, non sei sola/o. Questa è forse la domanda più ...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)