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Perdita di sonno in adolescenza accelera la patologia di Alzheimer nei topi

La mancanza di sonno in adolescenza e nella prima età adulta accelera la patologia tau legata al morbo di Alzheimer (MA), secondo uno studio su topi pubblicato su JNeurosci.


Questi risultati supportano l'importanza di stabilire abitudini sane di sonno nella prima età adulta, per aiutare a prevenire la progressione delle malattie neurodegenerative.


Usando topi modello di tauopatia, Sigrid Veasey della University of Pennsylvania di Filadelfia e i colleghi, hanno studiato due forme di interruzione del sonno sempre più comuni nella società moderna: il sonno breve cronico e la frammentazione cronica del sonno.


Entrambe le forme di sonno interrotto hanno portato a un inizio più precoce del deterioramento motorio che si sviluppa in questo modello animale e ad una maggiore patologia tau nel locus coeruleus - il sito di alcune delle prime degenerazioni nel MA - e in parti dell'amigdala.


Il sonno breve cronico ha anche esacerbato la perdita di neuroni in entrambe le regioni. Insieme a precedenti scoperte che la perdita di sonno contribuisce all'accumulo di placche amiloidi - l'altro principale colpevole nel MA - questi risultati dimostrano l'influenza del sonno sulla neurodegenerazione nell'invecchiamento.

 

 

 


Fonte: University of Pennsylvania via Society for Neuroscience (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Yan Zhu, Guanxia Zhan, Polina Fenik, Madison Brandes, Patrick Bell, Noelle Francois, Katherine Shulman and Sigrid Veasey. Chronic Sleep Disruption Advances the Temporal Progression of Tauopathy in P301S Mutant Mice. Journal of Neuroscience 15 Oct 2018, 0275-18; DOI: 10.1523/JNEUROSCI.0275-18.2018

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

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