Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Quando invecchiamo si 'rompe' il legame tra ciò che vediamo e come lo ricordiamo

Jennifer Ryan adjusts eyetrackerLa dott.ssa Jennifer Ryan aggiusta il tracciatore degli occhi su un partecipante allo studio (Foto: Baycrest)

La dimenticanza e gli errori di memoria legati all'età sono una lagnanza comune per molti anziani, ma non abbiamo ancora compreso ciò che causa questi cambiamenti.


Una ricerca recente, pubblicata dagli scienziati del Rotman Research Institute (RRI) del Baycrest, ci avvicina ancora di più a conoscere la risposta, che potrebbe aiutare a distinguere molto prima i segni della demenza.


Lo studio, pubblicato online sulla rivista Neuropsychologia, ha rilevato che negli anziani c'è una relazione molto più debole tra ciò che vedono gli occhi e la loro attività cerebrale.


La dott.ssa Jennifer Ryan, scienziata senior del RRI e docente di Neuroscienze e Ricerca, afferma:

"I movimenti oculari sono importanti per raccogliere informazioni dal mondo, e il centro della memoria del cervello - l'ippocampo - è importante per legare insieme questi dati e formare un ricordo di ciò che vedono i nostri occhi.

"Ma abbiamo scoperto che gli anziani non costruiscono la memoria allo stesso modo dei più giovani. Qualcosa va in pezzi da qualche parte nel percorso tra l'acquisizione delle informazioni visive con gli occhi e l'immagazzinamento in un ricordo di ciò che si è visto".


In precedenza, i ricercatori del Baycrest avevano identificato una connessione tra ciò che vediamo e il modo in cui lo ricordiamo; quando gli occhi vedono e elaborano più dettagli di un oggetto di fronte a loro, c'è più attività cerebrale nel centro della memoria del cervello. Quando l'oggetto è visto più volte, c'è un calo progressivo dell'attività dell'ippocampo, indicando che ciò che si vede non è più una nuova informazione. Ma questo non succede con gli anziani.


Nell'ultimo studio, i ricercatori hanno scoperto che gli anziani mostravano maggiori movimenti oculari, ma non c'è un modello corrispondente nell'attività cerebrale. La Dott.ssa Ryan, che è anche professoressa di psicologia all'Università di Toronto, aggiunge:

"Questa scoperta dimostra che gli occhi e il cervello stanno prendendo informazioni da ciò che li circonda, ma l'aspetto di collegamento per creare un ricordo sembra essere rotto. Quando la memoria non viene creata, l'oggetto continua a non essere familiare a una persona, anche quando l'ha visto più volte".


Lo studio è stato condotto con 21 anziani (da 64 a 79 anni) e 20 giovani adulti (da 19 a 28 anni). I partecipanti alla ricerca hanno visto brevemente dei volti su uno schermo e alcune delle immagini sono state mostrate più volte. I ricercatori hanno analizzato i movimenti oculari e le scansioni cerebrali degli individui mentre guardavano e analizzavano le immagini.


Come prossimi passi, i ricercatori continueranno ad esplorare i fattori scatenanti dei movimenti oculari e dell'attività correlata nel cervello, che potrebbero essere usati per aiutare a prevedere il declino cognitivo precoce dell'Alzheimer o di altre demenze correlate.

 

 

 


Fonte: Baycrest Centre for Geriatric Care (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Zhong-Xu Liu, Kelly Shen, Rosanna K. Olsen, Jennifer D. Ryan. Age-related changes in the relationship between visual exploration and hippocampal activity. Neuropsychologia, 2018; 119: 81 DOI: 10.1016/j.neuropsychologia.2018.07.032

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

10 Consigli dei neurologi per ridurre il tuo rischio di demenza

28.02.2023 | Esperienze & Opinioni

La demenza colpisce milioni di persone in tutto il mondo, quasi un over-65 su 10. Nonost...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

'Evitare l'Alzheimer potrebbe essere più facile di quanto pensi'…

16.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai l'insulino-resistenza? Se non lo sai, non sei sola/o. Questa è forse la domanda più ...

Piccola area del cervello ci aiuta a formare ricordi specifici: nuove strade p…

6.08.2025 | Ricerche

La vita può dipanarsi come un flusso continuo, ma i nostri ricordi raccontano una storia...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

[Dana Territo] Sii delicato e paziente quando parli ad amici e familiari della…

30.09.2025 | Esperienze & Opinioni

Come parlare alla famiglia della mia diagnosi di Alzheimer?

È difficile discerne...

Gas xeno potrebbe proteggere dall'Alzheimer, almeno nei topi; previsti te…

30.01.2025 | Ricerche

Molti dei trattamenti perseguiti oggi per proteggere dal morbo di Alzheimer (MA) sono co...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023 | Esperienze & Opinioni

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

I dieci psicobiotici di cui hai bisogno per un cervello felice

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Psicobiotici? Cosa sono gli psicobiotici?? Bene, cosa penseresti se io dicessi che la tu...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

Il nuovo collegamento tra Alzheimer e inquinamento dell'aria

13.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Il mio primo giorno a Città del Messico è stato duro. Lo smog era così fitto che, mentre...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.