Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Ricoveri urgenti e in PS legati a declino cognitivo accelerato negli anziani

I ricoveri urgenti e di pronto soccorso sono associati a un aumento del declino cognitivo negli anziani, riferiscono i ricercatori del Rush University Medical Center. I risultati del loro studio, pubblicato l'11 gennaio 2019, numero online di Neurology, mostrano che l'ospedalizzazione può essere un fattore di rischio più grave di quanto si credeva finora del declino cognitivo a lungo termine degli anziani.


Bryan James PhD, epidemiologo del Rush Alzheimer's Disease Center e assistente professore nel dipartimento di medicina interna della Rush University, ha detto:

"Abbiamo scoperto che coloro che hanno ospedalizzazioni non elettive (di PS o urgenti) e che non sono stati precedentemente diagnosticati con demenza o Alzheimer, hanno avuto un rapido declino delle funzioni cognitive (cioè delle capacità di pensiero) rispetto ai tassi preospedali.

"In confronto, le persone che non sono mai state ricoverate in ospedale e quelle che hanno avuto ricoveri elettivi (= facoltativi, programmati) non hanno sperimentato il drastico declino delle funzioni cognitive".


Nel 2017, James e colleghi hanno presentato una versione preliminare dei loro risultati di studio alla International Conference dell'Alzheimer's Association a Londra.

 

Confrontati i dati di ricovero e le valutazioni cognitive di 777 anziani

I dati sono emersi da uno studio condotto su 777 anziani (81 anni in media, 75% donne) iscritti al Rush Memory and Ageing Project (MAP) di Chicago. Lo studio ha coinvolto valutazioni cognitive annuali e valutazioni cliniche.


Le informazioni sui ricoveri sono state acquisite collegando i record delle richieste Medicare (ndt: assicurazione sanitaria USA) dal 1999 al 2010 per questi partecipanti con i loro dati MAP. Tutti i ricoveri ospedalieri sono stati classificati in elettivi, di emergenza o urgenti. Gli ultimi due sono stati combinati come 'non elettivi' per l'analisi.


Dei 777 partecipanti, 460 sono stati ricoverati almeno una volta su una media di quasi 5 anni di osservazione. Di quelli che sono stati ricoverati in ospedale, 222 (29% della popolazione totale dello studio) hanno avuto almeno un ricovero ospedaliero elettivo e 418 (54%) hanno avuto almeno un ricovero ospedaliero non elettivo. Questi gruppi includevano 180 partecipanti (23%) che avevano entrambi i tipi di ospedalizzazione.


I ricoveri non elettivi sono stati associati a un'accelerazione di circa il 50% del tasso di declino cognitivo rispetto a prima del ricovero in ospedale, e ad un tasso di declino cognitivo che era più del doppio del tasso delle persone che non erano ospedalizzate. Le ospedalizzazioni elettive, tuttavia, non erano affatto associate all'accelerazione del tasso di declino.

 

"I ricoveri elettivi non hanno necessariamente lo stesso rischio"

James ha detto:

"Abbiamo visto una chiara distinzione: le ammissioni non elettive guidano l'associazione tra ospedalizzazione e cambiamenti a lungo termine nella funzione cognitiva in età avanzata, mentre i ricoveri elettivi non portano necessariamente lo stesso rischio di esiti cognitivi negativi.

"Questi risultati hanno importanti implicazioni per il processo decisionale medico e la cura degli anziani. Pur riconoscendo che tutte le procedure mediche comportano un certo grado di rischio, questo studio implica che gli incontri programmati in ospedale potrebbero non essere pericolosi per la salute cognitiva delle persone anziane allo stesso modo delle situazioni di emergenza o urgenti".


Non conosciamo il motivo per cui i ricoveri di emergenza e urgenti comportino un rischio maggiore di declino cognitivo a lungo termine rispetto ai ricoveri elettivi, ma potrebbe essere dovuto a differenze nei livelli di malattia (sebbene gli autori abbiano controllato lo stato di salute), a stress o alle procedure ospedaliere coinvolte. Gli autori hanno intenzione di esplorare queste ragioni nella ricerca futura.


Questo lavoro approfondisce precedenti ricerche che hanno dimostrato che dopo essere stati ricoverati in ospedale, gli anziani hanno un rischio più alto di problemi cognitivi e di memoria, che comprendono il delirio transitorio (temporaneo) e i cambiamenti a lungo termine nella cognizione, inclusa la demenza.


Secondo l'Healthcare Cost and Utilization Project di ottobre 2010, il 40% di tutti i pazienti ospedalizzati negli Stati Uniti ha 65 anni e oltre. Pertanto, l'ospedalizzazione può essere un fattore di rischio non riconosciuto per il declino cognitivo e la demenza per un gran numero di anziani, che merita maggiore attenzione.


Scoprire la demenza nelle primissime fasi è diventata una priorità mondiale, perché i trattamenti farmacologici, le strategie di prevenzione e altri interventi saranno probabilmente più efficaci se somministrati molto presto nel processo della malattia, prima che si verifichino danni cerebrali estesi.

 

 

 


Fonte: Rush University (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Bryan D. James, Robert S. Wilson, Ana W. Capuano, Patricia A. Boyle, Raj C. Shah, Melissa Lamar, E. Wesley Ely, David A. Bennett, Julie A. Schneider. ,Cognitive decline after elective and nonelective hospitalizations in older adults. Neurology, 11 Jan 2019, DOI: 10.1212/WNL.0000000000006918

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

L'Alzheimer è in realtà un disturbo del sonno? Cosa sappiamo del legame t…

28.02.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una forma di demenza che insorge quando c'è un accumulo di ...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

Perché è importante la diagnosi precoce di demenza?

31.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Vedere problemi di memoria nel tuo caro anziano può essere davvero spaventoso. Magari no...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

36 abitudini quotidiane che riducono il rischio di Alzheimer

2.07.2018 | Esperienze & Opinioni

Sapevi che mangiare carne alla griglia potrebbe aumentare il rischio di demenza? O che s...

È lo scopo o il piacere la chiave della felicità mentre invecchiamo?

19.11.2021 | Esperienze & Opinioni

I benefici di avere un senso di scopo nella vita sono davvero incredibili. Le persone co...

Smetti di chiederti se sei un bravo caregiver

3.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Amare e prendersi cura di qualcuno con demenza può essere difficile. Forse, è una delle ...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

4 Benefici segreti di un minuto di esercizio al giorno

29.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Conosci tutti gli effetti positivi dell'esercizio fisico sul tuo corpo e sulla tua mente...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)