Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


I criceti in letargo potrebbero fornire nuovi indizi sull'Alzheimer

I criceti siriani sono roditori dai peli dorati spesso tenuti come animali domestici. Il freddo e l'oscurità possono far andare in letargo gli animali per 3-4 giorni alla volta, intervallati da brevi periodi di attività.


Sorprendentemente, i tratti di letargo di queste simpatiche creature pelose potrebbe contenere indizi per migliori terapie per il morbo di Alzheimer (MA), secondo un recente studio apparso sul Journal of Proteome Research.


Quando i criceti e altri piccoli mammiferi vanno in letargo, il loro cervello subisce cambiamenti strutturali e metabolici per aiutare i neuroni a sopravvivere alle basse temperature. Un evento chiave in questo processo sembra essere la fosforilazione di una proteina chiamata tau, che è implicata nel MA.


Nel cervello degli animali in letargo, la tau fosforilata può formare strutture aggrovigliate simili a quelle osservate nei pazienti con MA. Tuttavia, le strutture scompaiono e la fosforilazione della tau viene rapidamente e completamente invertita quando l'animale si sveglia dal letargo.


Coral Barbas e colleghi si sono chiesti se determinare il modo in cui il cervello dei criceti in letargo elimina le proteine ​​aggrovigliate potrebbe suggerire nuove terapie per il MA. Così i ricercatori hanno usato la spettrometria di massa per analizzare i cambiamenti metabolici nel cervello del criceto siriano prima (controllo), durante e dopo il letargo.


Durante il letargo sono cambiati 337 composti in totale, inclusi amminoacidi, endocannabinoidi e crioprotettori specifici del cervello. In particolare, un gruppo di lipidi chiamati 'ceramidi a catena lunga', che potrebbero aiutare a prevenire il danno ossidativo al cervello, erano altamente elevati negli animali in letargo rispetto a quelli che si erano svegliati di recente.


Il più grande cambiamento per qualsiasi metabolita - circa 5 volte di più negli animali in letargo rispetto agli animali di controllo - era l'acido fosfatidico, che è noto per attivare un enzima che fosforila la tau. Il criceto siriano è un modello eccellente per studiare sostanze che potrebbero aiutare a proteggere i neuroni, secondo i ricercatori.

 

 

 


Fonte: American Chemical Society (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Carolina Gonzalez-Riano, Gonzalo León-Espinosa, Mamen Regalado-Reyes, Antonia García, Javier DeFelipe, Coral Barbas. Metabolomic Study of Hibernating Syrian Hamster Brains: In Search of Neuroprotective Agents. Journal of Proteome Research, 2019; DOI: 10.1021/acs.jproteome.8b00816

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Curare l'Alzheimer: singolo proiettile magico o sparo di doppietta?

20.03.2025 | Esperienze & Opinioni

Perché i ricercatori stanno ancora annaspando nella ricerca di una cura per quella che è...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

[Dana Territo] Sii delicato e paziente quando parli ad amici e familiari della…

30.09.2025 | Esperienze & Opinioni

Come parlare alla famiglia della mia diagnosi di Alzheimer?

È difficile discerne...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Falsi miti: perché le persone sono così pessimiste sulla vecchiaia?

4.06.2020 | Esperienze & Opinioni

Non smettiamo di giocare perché invecchiamo, ma invecchiamo perché smettiamo di giocare ...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

[Domenic Praticò] Consigli pratici per diventare un super-anziano

1.12.2025 | Esperienze & Opinioni

Quando si parla di invecchiamento, sappiamo che esso non è un processo uniforme e uguale per tutt...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Demenza: mantenere vive le amicizie quando i ricordi svaniscono

16.01.2018 | Esperienze & Opinioni

C'è una parola che si sente spesso quando si parla con le famiglie di persone con demenz...

Farmaco per Alzheimer non cambia l'eliminazione dei rifiuti a breve termi…

24.11.2025 | Ricerche

Dopo il trattamento con il farmaco, le scansioni MRI non mostrano alcun cambiamento a breve termi...

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

'Evitare l'Alzheimer potrebbe essere più facile di quanto pensi'…

16.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai l'insulino-resistenza? Se non lo sai, non sei sola/o. Questa è forse la domanda più ...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)