Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Mappata la strada verso la morte delle cellule nel cervello di Alzheimer

cell death

Degli scienziati hanno identificato un nuovo meccanismo che accelera l'invecchiamento nel cervello e dà origine alle caratteristiche biologiche più devastanti del morbo di Alzheimer (MA).


Le scoperte inoltre unificano tre teorie di vecchia data sulle origini della malattia, in una narrazione coesa che spiega come si ammalano le cellule sane, e dà agli scienziati nuovi percorsi per selezionare composti  progettati per rallentare o arrestare la progressione della malattia, cosa che i farmaci esistenti non possono fare.


"Ora abbiamo una migliore comprensione dei fattori molecolari che portano al MA, che possiamo sfruttare per sviluppare strategie di trattamento e prevenzione migliori e disperatamente necessarie", ha detto Viviane Labrie PhD, assistente professore al Van Andel Research Institute (VARI) e autrice senior dello studio, apparso nell'edizione del 21 maggio di Nature Communications. "Il MA è un importante problema di salute pubblica in crescita in tutto il mondo. Abbiamo bisogno di opzioni migliori per i pazienti e le dobbiamo avere a breve".


Il MA è la sesta causa di morte negli Stati Uniti e la causa più comune di demenza in tutto il mondo. Circa 5,8 milioni di persone negli Stati Uniti e 44 milioni di persone in tutto il mondo hanno il MA. Entro il 2050, si prevede che tali numeri salgano rispettivamente a 14 milioni e 135 milioni, in parte a causa della crescita e dell'invecchiamento della popolazione mondiale.


Le scoperte si basano su 'manopole di volume' genetiche chiamate potenziatori, che aumentano o riducono l'attività dei geni sulla base di influenze come l'invecchiamento e i fattori ambientali. La Labrie e i suoi colleghi hanno dato uno sguardo completo ai potenziatori delle cellule cerebrali di persone in vari stadi di MA e li hanno confrontati con le cellule di persone sane.


Hanno scoperto che nel normale invecchiamento c'è una progressiva perdita di importanti segni epigenetici sui potenziatori. Questa perdita è accelerata nel cervello delle persone con MA, inducendo le loro cellule cerebrali a comportarsi come se fossero più vecchie di quanto non siano in realtà e rendendole vulnerabili alla malattia.


Allo stesso tempo, questi potenziatori attivano eccessivamente una serie di geni coinvolti nella patologia del MA nelle cellule cerebrali, stimolando la formazione di placche e grovigli e riattivando il ciclo cellulare in cellule completamente formate: una combinazione altamente tossica.


"Negli adulti, le cellule cerebrali si producono di solito per divisione. Quando i potenziatori riattivano la divisione cellulare, è incredibilmente dannoso", ha detto la Labrie. "I cambi dei potenziatori che abbiamo trovato incoraggiano anche lo sviluppo di placche, che fungono da carburante per la diffusione di grovigli tossici, propagandoli attraverso il cervello come un incendio. Prese insieme, le anormalità dei potenziatori che promuovono placche, grovigli e la riattivazione del ciclo cellulare sembrano spianare la strada alla morte delle cellule cerebrali nel MA".


È importante sottolineare che la Labrie ed i suoi colleghi hanno collegato i cambi dei potenziatori al tasso di declino cognitivo nei pazienti con MA.


Lo studio è la prima indagine completa sui potenziatori nelle cellule del cervello umano e nel MA e ha incluso un'analisi approfondita dei dati epigenetici, genetici, dell'espressione genica e delle proteine.


Per il seguito, il team pianifica lo sviluppo di nuovi sistemi sperimentali per selezionare composti che possono correggere la disregolazione nei potenziatori e che hanno il potenziale di essere nuovi trattamenti o misure preventive.

 

 

 


Fonte: Van Andel Research Institute (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Peipei Li, Lee Marshall, Gabriel Oh, Jennifer L. Jakubowski, Daniel Groot, Yu He, Ting Wang, Arturas Petronis, Viviane Labrie. Epigenetic dysregulation of enhancers in neurons is associated with Alzheimer’s disease pathology and cognitive symptoms. Nature Communications, 2019; 10 (1) DOI: 10.1038/s41467-019-10101-7

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

[Greg O'Brien] Scoprire la grazia dell'imperfezione: apprezzare la l…

11.11.2025 | Voci della malattia

"Scrivi in ​​modo forte e chiaro ciò che fa male" (attribuito a Ernest Hemingway)

<...

Un segnale precoce di Alzheimer potrebbe salvarti la mente

9.01.2018 | Esperienze & Opinioni

L'Alzheimer è una malattia che ruba più dei tuoi ricordi ... ruba la tua capacità di ese...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Come rimodellare con le arti l'assistenza alla demenza

14.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Da bambina, Anne Basting è andata a trovare la nonna nella casa di riposo. 'Impressionante' è la ...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Gas xeno potrebbe proteggere dall'Alzheimer, almeno nei topi; previsti te…

30.01.2025 | Ricerche

Molti dei trattamenti perseguiti oggi per proteggere dal morbo di Alzheimer (MA) sono co...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023 | Esperienze & Opinioni

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)