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Alzheimer: c'è una risposta immunitaria protettiva nel cervello?

trem2Ricercatori del Centro Tedesco per le Malattie Neurodegenerative (DZNE) e dell'Institute for Stroke and Dementia Research (ISD) della Ludwig-Maximilians-Universität München (LMU) hanno scoperto che una proteina chiamata TREM2 può avere un effetto mitigante sul decorso del morbo di Alzheimer (MA).


In un nuovo studio guidato dal professor Christian Haass e dal professor Michael Ewers, i pazienti che hanno livelli più alti di TREM2 nel liquido cerebrospinale (CSF) in varie fasi della malattia hanno una prognosi migliore di quelli in cui la proteina è presente in quantità inferiori.


Questa osservazione fornisce un punto di partenza per lo sviluppo di nuove strategie terapeutiche. Lo studio è apparso nell'ultimo numero della rivista Science Translational Medicine.


Nel cervello, la TREM2 è prodotta esclusivamente dalle microglia, che sono cellule immunitarie dell'organo. Queste cellule pattugliano il cervello, eliminando i rifiuti cellulari e i depositi extracellulari anomali. Precedenti studi condotti da Haass e dai suoi colleghi nei topi avevano dimostrato che la TREM2 attiva le microglia per inglobare e distruggere selettivamente aggregati proteici tossici tipici del MA.


Queste osservazioni suggeriscono che la TREM2 potrebbe proteggere il cervello dagli effetti degenerativi del MA, almeno nei topi modello (della malattia). Ma questi risultati possono essere estesi ai pazienti con MA? La TREM2 ha anche un effetto protettivo nel cervello umano?


In lavori precedenti, i team guidati da Haass ed Ewers avevano dimostrato anche che la concentrazione di TREM2 è elevata nei campioni di CSF ottenuti da pazienti con MA, molto probabilmente a seguito dell'attivazione delle microglia in risposta ai cambiamenti patologici associati alla condizione. Tuttavia, la questione cruciale è rimasta irrisolta: livelli più alti di TREM2 rappresentano una risposta protettiva o deleteria a questi cambiamenti?


Per rispondere a questa domanda, Ewers, Haass e i loro colleghi hanno deciso di stabilire una correlazione statistica tra la concentrazione di TREM2 nei campioni di liquido cerebrospinale della popolazione di pazienti e il tasso di progressione della malattia in questi individui per diversi anni.


Hanno usato i dati di 385 pazienti, raccolti dall'Alzheimer's Disease Neuroimaging Initiative (ADNI), un ampio set di dati clinici che comprende cartelle cliniche e campioni ottenuti non solo da pazienti con MA, ma anche da anziani sani sottoposti a controlli regolari per molti anni. Questi dati dovrebbero consentire di discernere eventuali associazioni significative tra cambiamenti biochimici specifici e il decorso clinico del MA.


Infatti Ewers und Haass sono riusciti a confermare che concentrazioni più elevate di TREM2 sono collegate a una prognosi più favorevole in tutte le fasi della malattia. In questi soggetti, la memoria era meno instabile e il tasso di contrazione dell'ippocampo - una regione del cervello che ha un ruolo vitale nell'apprendimento e nella memoria - era meno pronunciato.


"I nostri risultati sono di rilevanza clinica, perché questi pazienti hanno mostrato un rischio costantemente ridotto di sviluppare demenza per un periodo di 11 anni", afferma Ewers. “Tuttavia, l'attivazione delle microglia è un'arma a doppio taglio. Oltre a fornire effetti protettivi, può portare a processi di infiammazione. Eppure, la TREM2 potrebbe avere un ruolo chiave nell'innescare una risposta immunitaria protettiva nel cervello dei pazienti con MA".


La concentrazione di TREM2 nel liquido cerebrospinale di solito aumenta durante le prime fasi della malattia, quando compaiono i primi sintomi. "La produzione di TREM2 è una risposta al danno cerebrale che c'è già stato", spiega Haass. “La proteina stimola le microglia per proteggere il cervello. Tuttavia, questa protezione non sembra essere sufficiente nei pazienti con MA".


Qui Haass e i suoi colleghi vedono un'opzione per nuove strategie terapeutiche. "Attualmente stiamo sviluppando un anticorpo terapeutico che stimola la funzione della TREM2 e quindi migliora il suo effetto protettivo", afferma.

 

 

 


Fonte: Ludwig-Maximilians-Universität München (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Michael Ewers, Nicolai Franzmeier, Marc Suárez-Calvet, Estrella Morenas-Rodriguez, Miguel Angel Araque Caballero, Gernot Kleinberger, Laura Piccio, Carlos Cruchaga, Yuetiva Deming, Martin Dichgans, John Q. Trojanowski, Leslie M. Shaw, Michael W. Weiner, Christian Haass, Alzheimer’s Disease Neuroimaging Initiative. Increased soluble TREM2 in cerebrospinal fluid is associated with reduced cognitive and clinical decline in Alzheimer’s disease. Science Translational Medicine, 28 Aug 2019, DOI

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Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

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