Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Come la dieta mediterranea contrasta l'età e le sue malattie

monounsaturated fatty acids allosterically modulating SIRT1 via PLIN5Modello che descrive come le goccioline di lipidi derivate da acidi grassi monoinsaturi, modulano allostericamente le SIRT1 tramite PLIN5.

I ricercatori della University of Minnesota credono di aver scoperto un nuovo modo con cui l'alimentazione influenza le malattie legate all'invecchiamento.


“Il nostro sistema sanitario, con l'avanzare dell'età, è come un albero, e il nostro modo di fare ora, quando un ramo diventa malato, andiamo da un medico, e tagliamo il ramo. Quindi, andiamo da un altro medico che taglia un altro ramo“, ha detto Doug Mashek PhD, professore nei dipartimenti di Medicina e Biochimica, Biologia Molecolare e Biofisica. “Sono le radici su cui ci dobbiamo concentrare; le radici comuni di tutte queste malattie. Ecco perché siamo entusiasti che questo percorso sia stato collegato a quasi tutte. Sono le radici”.


La radice fa parte di una dieta speciale, una che il dott. Mashek e il suo team hanno studiato nel corso degli ultimi otto anni. I loro risultati di ricerca, recentemente pubblicati in Molecular Cell, sono focalizzati sulla dieta mediterranea. La dieta, originariamente propagandata dal fisiologo americano Ancel Keys della stessa università, è emersa nel corso del suo “Seven Countries Study” quando ha aiutato per la prima volta a collegare la dieta alle malattie cardiovascolari.


I primi studi avevano suggerito che il vino rosso fosse un importante contributore dei benefici alla salute della dieta mediterranea, perché contiene un composto chiamato resveratrolo, che attiva un certo percorso nelle cellule noto per aumentare la durata della vita e prevenire le malattie legate all'invecchiamento.


Tuttavia, il lavoro nel laboratorio del Dott. Mashek suggerisce che è il grasso nell'olio di oliva, un altro componente della dieta mediterranea, che in realtà attiva questo percorso.


“Non abbiamo iniziato studiando la dieta mediterranea; ci eravamo inizialmente concentrati sul grasso“, ha detto il dott. Mashek. “Questo grasso è noto per essere protettivo dalle malattie cardiache e da molte altre malattie legate all'invecchiamento, quindi, identificando questo percorso, abbiamo un nuovo modo di pensare sul legame reale del consumo di olio d'oliva e della dieta mediterranea con i benefici per la salute”.


Tuttavia, il semplice consumo di olio d'oliva non è sufficiente a suscitare tutti i benefici per la salute. Gli studi del Dott. Mashek suggeriscono che quando è accoppiato con il digiuno, la limitazione dell'apporto calorico e l'esercizio, gli effetti dell'olio d'oliva saranno più pronunciati.


“Abbiamo riscontrato che il modo in cui funziona questo grasso è che prima deve essere immagazzinato in cose microscopiche chiamate 'gocce lipidiche', che è il modo in cui le nostre cellule immagazzinano il grasso. E poi, quando il grasso è scomposto durante l'esercizio o il digiuno, per esempio, si realizzano la segnalazione e gli effetti benefici“, ha detto.


I prossimi passi di questa ricerca sono la sua traduzione negli esseri umani, con l'obiettivo di scoprire nuovi farmaci o ulteriori regimi dietetici personalizzati che migliorano la salute, sia a breve che a lungo termine.


“Vogliamo capire la biologia, e poi tradurla per gli esseri umani, cambiando, speriamo, il paradigma del sistema sanitario per cui devi andare da otto medici diversi per trattare otto disturbi diversi”, ha detto il dott. Mashek. “Queste sono tutte malattie legate all'invecchiamento, quindi cerchiamo di trattare l'invecchiamento".

 

 

 


Fonte: University of Minnesota (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Charles Najt, Salmaan Khan, Timothy Heden, Bruce Witthuhn, Minervo Perez, Jason Heier, Linnea Mead, Mallory Franklin, Kenneth Karanja, Mark Graham, Mara Mashek, David Bernlohr, Laurie Parker, Lisa Chow, Douglas Mashek. Lipid Droplet-Derived Monounsaturated Fatty Acids Traffic via PLIN5 to Allosterically Activate SIRT1. Molecular Cell, 20 Feb 2020, DOI

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.