Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Cellule cerebrali dalla pelle umana: speranza per malati di Alzheimer

Cellule della pelle di una trentenne sono state trasformate direttamente nelle cellule nervose mature simili a quelle presenti nel cervello, utilizzando una procedura che promette di rivoluzionare il settore emergente della medicina rigenerativa.

Gli scienziati si sono detti stupiti nello scoprire che si potrebbe trasformare il tessuto della pelle di una persona in cellule nervose funzionanti, bypassando lo stadio intermedio delle cellule staminali, con la procedura relativamente semplice di aggiungere alcuni fili corti di RNA, una molecola simile al DNA genetico.

La scoperta potrebbe presto portare alla generazione di diversi tipi di cellule del cervello umano in provetta, per essere utilizzati per studiare una serie di malattie neurodegenerative come il Parkinson e l'Alzheimer.

"Uno dei problemi principali in neurobiologia è stata la mancanza di un buon modello umano. I neuroni non sono come il sangue. Non sono qualcosa a cui la gente vuole rinunciare", ha detto Gerald Crabtree, professore di patologia al Medical Center della Stanford University in California. La scoperta può inoltre un giorno permettere ai medici di far crescere cellule nervose direttamente da cellule della pelle di un paziente per rigenerare parti danneggiate del cervello o del midollo spinale. Potrebbe ad esempio evitare la necessità di produrre cellule staminali con la creazione di embrioni umani o di tessuto simil-embrionale.

Precedenti ricerche hanno dimostrato che le cellule staminali derivate da embrioni precoci potrebbero essere convertite in cellule nervose mature. Gli scienziati hanno anche prodotto neuroni da cellule della pelle geneticamente modificate, ma queste sono state convertite in cellule staminali simil-embrionale, chiamate cellule staminali pluripotenti indotte (iPS), come stadio intermedio.

Tuttavia, gli scienziati che hanno condotto l'ultimo studio pubblicato sulla rivista Nature hanno descritto il modo in cui sono saltati direttamente da semplici cellule della pelle in cellule cerebrali pienamente funzionanti attraverso l'aggiunta di due corti filamenti di RNA. "E' stato molto strano. Eravamo sbalorditi", ha detto il professor Crabtree. "Abbiamo prodotto neuroni che sono caratteristici della corteccia frontale [del cervello] - quello che ci si immagina sia il tipo più difficile [di cellule nervose] da fare. Sono quelle con cui pensiamo, che usiamo per mettere due cose insieme e per vedere le connessioni, non quelle coinvolte nella risposta emotiva evolutivamente vecchia".

L'inserimento di due molecole chiave di RNA nelle cellule della pelle della donna sembrano innescare le modifiche a una "macchina molecolare" che controlla i cromosomi. Questo porta al successivo sviluppo delle cellule della pelle in cellule nervose mature, che sono in grado di funzionare e si comportano proprio come i neuroni reali, ha detto il professor Crabtree. "Sembrano essere indistinguibili a questo punto. Possiamo fare neuroni sia eccitatori che inibitori", ha detto.

 

 

 


Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce? Puoi usare il modulo dei commenti sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica. Non tenerla per te, non farci perdere l'occasione di conoscerla.

 


Pubblicato in The Independent il 14 luglio 2011 - Traduzione di Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi, eventualmente citati nell'articolo, sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non si propone come terapia o dieta; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer Riese. I siti terzi raggiungibili dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente; in particolare si segnala la presenza frequente di una istituzione medica con base in Germania (xcell-Center) che propone la cura dell'Alzheimer con cellule staminali; la Società Tedesca di Neuroscienze ha più volte messo in guardia da questa proposta il cui effetto non è dimostrato. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione, una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e a informarti:


Notizie da non perdere

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)