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Tre fasi di danni del COVID-19 nel cervello identificate da neurologi

Coronavirus MH

E' stato appena pubblicato un documento con una revisione globale dell'effetto del COVID-19 sul sistema nervoso, che classifica i danni cerebrali causati dal virus in tre fasi.


Uno degli autori, riconosciuto a livello nazionale, il neurologo dott. Majid Fotuhi MD/PhD, direttore medico del NeuroGrow Brain Fitness Center in Virginia del Nord e affiliato della Johns Hopkins Medicine, incoraggia l'adozione di questa classificazione a tre stadi, chiede più ricerca sugli effetti a lungo termine del COVID sul cervello, e sottolinea la necessità che i pazienti ricevano una risonanza magnetica cerebrale prima di lasciare l'ospedale. E spiega:

"Stiamo imparando che un numero significativo di pazienti ricoverati per COVID-19 hanno diversi gradi di deterioramento cerebrale. Come comunità medica, dobbiamo monitorare questi pazienti nel tempo poiché alcuni di essi possono sviluppare declino cognitivo, deficit di attenzione, nebbia del cervello, o morbo di Alzheimer nel futuro.

"C'è molto che possiamo fare per promuovere la guarigione del cervello nei pazienti COVID-19, ma prima dobbiamo capire la natura e la gravità dei loro deficit neurologici. A livello di paziente, ottenere una risonanza magnetica al basale, prima di lasciare l'ospedale, è proprio imperativo, per avere un punto di partenza per valutarli e trattarli".


Nel documento appena pubblicato, il dott. Fotuhi e i suoi colleghi mettono in guardia dai problemi neurologici nei pazienti che soffrono di COVID-19, come ictus, convulsioni, confusione, vertigini, paralisi e/o coma. Già due dozzine di rapporti hanno rivelato l'impatto del COVID-19 sul cervello dei pazienti. In effetti, uno studio proveniente da Wuhan (Cina), ha mostrato che il 45% dei pazienti con malattia COVID-19 grave sperimentano deficit neurologici marcati.


Un altro studio dalla Francia ha mostrato che l'84% dei pazienti in terapia intensiva con COVID-19 ha anomalie positive sul loro esame neurologico, e che il 15% dei pazienti che abbandonano la terapia intensiva hanno una 'funzione dis-esecutiva' residuale, che coinvolge scarsa attenzione e difficoltà a prendere decisioni e a controllare il comportamento.


Il documento propone l'adozione di uno schema di classificazione a tre stadi 'NeuroCovid' per fornire una base da cui partire per costruire ipotesi future e indagini in merito al SARS-Cov2 e il sistema nervoso. Queste fasi sono:

  • NeuroCovid Fase I: Il danno da virus è limitato alle cellule epiteliali del naso e della bocca, ed i sintomi principali sono perdita transitoria dell'olfatto e del gusto.

  • NeuroCovid Fase II: Il virus innesca un flusso di infiammazione, chiamato tempesta di citochine, che inizia nei polmoni e viaggia nei vasi sanguigni in tutti gli organi del corpo. Questa tempesta di citochine porta alla formazione di coaguli di sangue che causano ictus piccoli o grandi nel cervello.

  • NeuroCovid Fase III: Un livello esplosivo di tempesta di citochine danneggia la barriera ematoencefalica, lo strato di isolamento di protezione nei vasi sanguigni del cervello. Di conseguenza, contenuto del sangue, marcatori infiammatori e particelle di virus invadono il cervello e i pazienti sviluppano convulsioni, confusione, coma, o encefalopatia.


Fotuhi sottolinea che molti pazienti con COVID-19 possono non avere sintomi neurologici evidenti in un primo momento; ma in alcuni casi, i pazienti possono presentare sintomi neurologici, anche prima di avere febbre, tosse o mancanza di respiro. Oltre a una risonanza magnetica, in ospedale, egli sottolinea che i pazienti dovrebbero essere monitorati per alcuni mesi dopo il loro ricovero in ospedale.


"La nostra esperienza con le precedenti forme di coronavirus suggerisce che i pazienti a lungo termine possono sviluppare depressione, insonnia, Parkinson, perdita di memoria, o invecchiamento accelerato nel cervello", ragiona Fotuhi. "Per coloro in recupero dal COVID-19, consiglio esercizio fisico regolare, una dieta sana del cuore, ridurre lo stress e migliorare il sonno; sono modi critici con cui i pazienti possono ringiovanire il loro cervello e ridurre al minimo esiti cattivi in futuro".


Questi interventi, insieme con l'allenamento mirato del cervello e la terapia neurofeedback, sono le caratteristiche principali del 'Programma di Forma del Cervello in 12 settimane' del dott. Fotuhi. Come pubblicato nel Journal of Prevention of Alzheimer's Disease (2016), l'84% degli anziani con deterioramento cognitivo che completano questo programma di riabilitazione cerebrale migliora la funzione cerebrale e molti di loro sperimentano una crescita nelle parti del cervello che apprendono e memorizzano.


Questi risultati sono stati simili per i pazienti che hanno recuperato dalla sindrome persistente post-commozione cerebrale. Il programma sarà ora adattato ai pazienti con problemi neurologici post-COVID.


Il dott. Fotuhi, neurologo e neuroscienziato formato ad Harvard e alla Johns Hopkins, è considerato un'autorità nel campo della memoria, dell'Alzheimer, del trattamento della commozione cerebrale, dell'ADHD e dell'aumento della vitalità del cervello a qualsiasi età.

 

 

 


Fonte: IOS Press via EurekAlert! (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Majid Fotuhi, Ali Mian, Somayeh Meysami, Cyrus A. Raji. Neurobiology of COVID-19. Journal of Alzheimer's Disease, 8 June 2020, DOI

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Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

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