Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Formazione sulla demenza: un futuro amichevole con l'anzianità inizia dai bambini

forget me not participants

L'istruzione scolastica sulla demenza potrebbe dare l'empatia e la comprensione necessarie per le generazioni anziane, visto che può migliorare in modo significativo la conoscenza e la consapevolezza della demenza tra le generazioni giovani, secondo una nuova ricerca eseguita alla University of South Australia.


Si tratta di un dato importante e attuale, soprattutto in considerazione dell'invecchiamento della popolazione mondiale e della prevalenza della demenza tra gli anziani, che ora interessa circa 50 milioni di persone. Entro il 2030 questa cifra dovrebbe raggiungere gli 82 milioni, ed entro il 2050, potrebbe superare i 152 milioni.


La dott.ssa Ashleigh Smith, ricercatrice ed esperta di invecchiamento cognitivo della UniSA, dice che i risultati mostrano che l'istruzione intergenerazionale sulla demenza può trasformare il modo in cui trattiamo le persone anziane, per incoraggiare quel mondo amichevole con gli anziani di cui abbiamo tanto bisogno.


La dott.ssa Smith afferma:

“I bambini sono i nostri futuri leader, sono i nostri negozianti locali, i bancari e i vicini di casa. Se vogliamo migliorare la comprensione della demenza, dobbiamo investire nella formazione dei nostri figli. I bambini in genere non sanno molto delle persone con demenza, a meno che non abbiano un familiare o un amico di famiglia con la condizione.

“Quando i bambini sono alla scuola primaria, la loro mente e le loro convinzioni sulla salute sono ancora malleabili; questo è un momento in cui sono aperti alle nuove idee. Quindi, è il momento ideale per educarli su argomenti difficili, come la demenza.

“Recenti scoperte della commissione Lancet (sulla prevenzione, l'intervento e la cura della demenza) suggeriscono che un basso livello di istruzione è il primo fattore di rischio all'inizio della vita, che contribuisce alla demenza più avanti.

“Insegnando ai bambini sulla demenza, stiamo non solo migliorando le loro conoscenze e promuovendo atteggiamenti positivi verso la demenza ora, ma forse ridurremo anche il loro rischio di demenza futura come adulto; è importante”.


Il programma di istruzione intergenerazionale sulla demenza (intitolato Forget me not, non dimenticarmi) è stato sviluppato in collaborazione con la Città di Unley, la Scuola Primaria di Unley e il fornitore di servizi alla vecchiaia ECH.


Il programma ha riunito 90 studenti di 4a e 5a elementare che, nel corso di 8 settimane hanno appreso nozioni sulla demenza e hanno interagito con gli anziani, molti dei quali avevano una diagnosi di deficit cognitivo o di demenza. Attraverso attività di cooperazione, come arti e mestieri, giardinaggio e giochi di gruppo, gli anziani hanno assunto il ruolo di insegnanti, mentori e allenatori, mentre i bambini hanno sviluppato competenze di tutta la vita in comunicazione ed empatia.


Dopo aver completato il programma, i bambini hanno mostrato aumenti significativi nella conoscenza della demenza e negli atteggiamenti, con miglioramenti osservati nella comunicazione, nell'empatia e nella comprensione, nell'inclusività e nella personalità (vedere qualcuno con demenza come un individuo stimato e prezioso).


Anche le persone più anziane hanno apprezzato l'interazione, si sono sentite impegnate con la comunità e per essere state considerate membri della società.


La Smith spiega:

“L'educazione sulla demenza è un passaggio fondamentale per la costruzione di comunità empatiche, sensibili e caritatevoli. Non hai che da guardare allo stato attuale del sistema di assistenza agli anziani in Australia per vedere il bisogno acuto di una migliore educazione in questo campo.

“Sappiamo che questo tipo di educazione funziona; il passo successivo è trovare il modo di diffonderlo di più”.

 

 

 


Fonte: University of South Australia (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Ashleigh Smith, Georgina Kamm, Samantha Lai, Melissa Hull, Jess Baker, Rachel Milte, Julie Ratcliffe, Tobias Loetscher, Hannah Keage. A RE-AIM Analysis of an Intergenerational Dementia Education Program. Front. Public Health, 3 July 2020, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Curare l'Alzheimer: singolo proiettile magico o sparo di doppietta?

20.03.2025 | Esperienze & Opinioni

Perché i ricercatori stanno ancora annaspando nella ricerca di una cura per quella che è...

Svelati nuovi percorsi per la formazione di memoria a lungo termine

31.12.2024 | Ricerche

Ricercatori del Max Planck Florida Institute for Neuroscience hanno scoperto un nuovo percorso pe...

4 Benefici segreti di un minuto di esercizio al giorno

29.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Conosci tutti gli effetti positivi dell'esercizio fisico sul tuo corpo e sulla tua mente...

Dare un senso alla relazione obesità-demenza

2.08.2022 | Esperienze & Opinioni

Questo articolo farà capire al lettore perché l'obesità a volte può aumentare il rischio...

36 abitudini quotidiane che riducono il rischio di Alzheimer

2.07.2018 | Esperienze & Opinioni

Sapevi che mangiare carne alla griglia potrebbe aumentare il rischio di demenza? O che s...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

10 Consigli dei neurologi per ridurre il tuo rischio di demenza

28.02.2023 | Esperienze & Opinioni

La demenza colpisce milioni di persone in tutto il mondo, quasi un over-65 su 10. Nonost...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Cosa accade nel cervello che invecchia

11.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Il deterioramento del cervello si insinua sulla maggior parte di noi. Il primo indizio p...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

Il nuovo collegamento tra Alzheimer e inquinamento dell'aria

13.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Il mio primo giorno a Città del Messico è stato duro. Lo smog era così fitto che, mentre...

'Evitare l'Alzheimer potrebbe essere più facile di quanto pensi'…

16.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai l'insulino-resistenza? Se non lo sai, non sei sola/o. Questa è forse la domanda più ...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Come una collana di perle: la vera forma e funzionamento dell'assone dei …

30.12.2024 | Ricerche

Con un nuovo studio provocatorio, degli scienziati sfidano un principio fondamentale nel...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)