Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Sarà un trapianto di feci a darci un giorno l'eterna giovinezza?

microbiome

Pubblicati su Microbiome i risultati della ricerca internazionale coordinata da Unifi, in collaborazione con le Università di Milano e di Siena, la University of East Anglia, l'Ateneo di Nottingham e il Quadram Institute Bioscience di Norwich, che fa luce sull'influenza del microbiota intestinale sull’invecchiamento sul sistema nervoso centrale.


La modificazione delle specie batteriche del microbiota intestinale, che si verifica durante l’invecchiamento, causa un calo significativo della memoria, anche di quella spaziale. Lo dimostra la ricerca internazionale, guidata dal team Unifi, coordinato da Claudio Nicoletti, che è stata pubblicata sulla rivista scientifica Microbiome.


Lo studio – che ha coinvolto ricercatori della University of East Anglia e del Quadram Institute Bioscience di Norwich (GB), in collaborazione con le unità di Università di Milano, Siena e Nottingham – ha valutato gli effetti di un trapianto di microbiota intestinale, ottenuto da topi anziani, in riceventi giovani.


“Che il microbiota e l’asse intestino-cervello siano estremamente importanti per la nostra salute è cosa nota
– racconta Nicoletti, professore associato di Anatomia umana presso il Dipartimento di Medicina sperimentale e clinica  -. Non era però ancora stata dimostrata la diretta influenza delle modificazioni del microbiota legate all’invecchiamento sul sistema nervoso centrale e sulle funzioni cognitive e comportamentali che esso controlla”.


Inizialmente, i topi giovani che avevano ricevuto il trapianto di microbiota “invecchiato” non hanno mostrato alterazioni nei comportamenti legate all’ansia o nell’attività motoria. Ciò che i ricercatori hanno osservato però è stata una significativa diminuzione della memoria e in particolare di quella spaziale, legata all’orientamento.


Le ulteriori analisi condotte hanno chiarito come tali deficit cognitivi siano collegati all’alterazione di una serie di proteine dell’ippocampo – un’importante area del sistema nervoso centrale – che giocano un ruolo nella neurotrasmissione e dinamicità sinaptica. I ricercatori hanno osservato inoltre che le cellule della microglia, che rivestono una funzione di controllo delle cellule neuronali, mostravano tipici segni di invecchiamento.


“Le nostre analisi – spiega il ricercatore – suggeriscono che durante l’invecchiamento la diminuzione di specie batteriche intestinali che producono molecole come gli acidi grassi a catene corta, importanti per lo sviluppo e il funzionamento del sistema nervoso centrale, siano almeno in parte responsabili del declino delle facoltà cognitive”.


“Lo studio dimostra inoltre come il corretto funzionamento dell’asse intestino-cervello sia fondamentale per il mantenimento di importanti funzioni cognitive in tarda età – commenta inoltre Lorenzo Di Cesare Mannelli, ricercatore  di Farmacologia del Dipartimento di  Neuroscienze, area del farmaco e salute del bambino – e suggerisce che, anche per gli esseri umani, interventi sulla composizione del microbiota possano in futuro contribuire a limitare i danni dell’invecchiamento sul sistema nervoso centrale e quindi migliorare la qualità di vita degli anziani”.

 

 

 


Fonte: Università di Firenze

Riferimenti: Alfonsina D’Amato, Lorenzo Di Cesare Mannelli, Elena Lucarini, Angela Man, Gwenaelle Le Gall, Jacopo Branca, Carla Ghelardini, Amedeo Amedei, Eugenio Bertelli, Mari Regoli, Alessandra Pacini, Giulia Luciani, Pasquale Gallina, Annalisa Altera, Arjan Narbad, Massimo Gulisano, Lesley Hoyles, David Vauzour, Claudio Nicoletti. Faecal microbiota transplant from aged donor mice affects spatial learning and memory via modulating hippocampal synaptic plasticity- and neurotransmission-related proteins in young recipients. Microbiome, 1 Oct 2020, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)