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Dan Gibbs: Quanti passi al giorno sono più efficaci per prevenire la demenza?

people walking nature Image by Freepik

Ii e il mio cane Jack siamo diligenti nel fare i nostri 10.000 passi ogni giorno. Molti studi hanno dimostrato che l'esercizio fisico regolare riduce il rischio di demenza, incluso il morbo di Alzheimer (MA), ma rimangono domande: quanto esercizio fisico è sufficiente? Più esercizio si fa, meglio è? L'esercizio fisico aiuta ancora nelle fasi avanzate della demenza?


L'esercizio aiuta a ridurre la mortalità per tutte le cause, nonché la morte da malattie cardiovascolari, cancro e diabete. L'evidenza che l'esercizio riduce il rischio di demenza, compreso il MA, è schiacciante. Uno studio fondamentale pubblicato su Jama Neurology nel 2019 ha esaminato gli effetti dell'esercizio nei soggetti con scansioni PET positive all'amiloide-beta, ma nessuna compromissione cognitiva all'inizio dello studio (MA pre-sintomatico).


Lo studio ha scoperto che c'era una interazione significativa dell'attività fisica con il carico di amiloide-beta, in modo tale che una maggiore attività fisica era associata a un declino cognitivo più lento correlato all'amiloide-beta. Anche i cambiamenti nel volume del cervello erano associati alla quantità di esercizio. L'esercizio fisico sembra rallentare il restringimento del cervello, almeno nelle prime fasi.


Sfortunatamente, l'effetto benefico dell'esercizio nel rallentare la progressione della demenza dovuta al MA non si estende alle fasi più avanzate della malattia. A quel punto, i buoi sono fuori dalla stalla: il cervello è già gravemente danneggiato e il miglioramento o persino la stabilizzazione potrebbero non essere possibili.


Ma qual è la quantità ottimale di esercizio per ridurre il rischio di demenza da MA? Uno degli studi più convincenti che hanno affrontato questa domanda è stato pubblicato nel 2022 su Jama Neurology. Gli investigatori hanno monitorato 78.430 adulti con un'età media di 61 anni e nessuna prova di compromissione cognitiva all'inizio dello studio.


I loro passi giornalieri sono stati registrati con l'accelerometro, per una media di 6,9 anni e registrati come 1) passi totali al giorno, 2) passi accidentali (meno di 40 al minuto), 3) passi intenzionali (40 passi al minuto o più) e 4) cadenza di 30 minuti (passi medi al minuto registrati per i 30 minuti più intensi in una giornata, non necessariamente consecutivi).


La dose ottimale (cioè il valore di esposizione alla quale è stata osservata la massima riduzione del rischio) era di 9.826 passi (rapporto di rischio [HR] 0,49) e la dose minima (cioè il valore di esposizione a cui la riduzione del rischio era il 50% del massimo osservato) era di 3.826 passi (HR 0,75).


La linea di fondo di questo studio elegante, ma un po' complicato, è che le nostre attuali raccomandazioni per il numero di passi giornalieri sono da correggere. Il conteggio ottimale dei passi giornalieri è poco meno di 10.000, ma il beneficio nel rallentare l'insorgenza della demenza ci può essere anche con meno di 4.000 passi.


I passi oltre i 10.000 non aggiungono molti benefici, ma l'esercizio fisico più concentrato (cioè passi intenzionali invece di accidentali) sembra essere più efficace.

 

 

 


Fonte: Daniel Gibbs in A Tattoo On My Brain (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

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