Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


La demenza sotto il blocco da coronavirus: scrivere per aiutare gli altri

BLOG 08.28.13

La demenza sotto lockdown da coronavirus: i blog commoventi di coloro che lottano per essere ascoltati. L'Università di Bradford aiuta a dare voce alle persone con demenza durante la pandemia da coronavirus.


Persone con demenza hanno scritto parole commoventi di come il blocco da coronavirus ha influenzato loro e i caregiver. Per alcuni, la capacità di scrivere è diventata una linea di vita. Per altri, gli sfoghi offrono speranza, conforto e la catarsi che deriva dall'esperienza condivisa.


Il blog emotivo di Wendy Mitchell Which Me Am I Today? (Quale me sono oggi?) riassume il vuoto percepito da molti che vivono con demenza nel corso del blocco da coronavirus:

“Prima che entrassimo in questo strano mondo in cui ci troviamo, ero abituata a viaggiare, incontrare nuove persone in ambienti nuovi, chiacchierare con la gente tutto il giorno. Era il mio sudoku, tenevo a bada la demenza, mi dava qualcosa per cui combattere, ma ora quell'interazione sociale è scomparsa.

“Parlare con gli altri è ormai un lusso. Non comincio più la giornata chiacchierando con il tassista, chiacchierando con i colleghi pendolari, chiacchierando con le persone in occasione di eventi e poi per tutto il tragitto inverso. Purtroppo, questo non sta funzionando a mio favore, perché mi sono trovata a dovermi concentrare così tanto quando parlo; ad avere più problemi nel trovare le parole; ad essere balbuziente e a lottare con le parole, con il parlato che rallenta ... una conseguenza strana e inaspettata che non avevo mai preso in considerazione”.

Wendy, che ha conseguito un dottorato honoris causa dall'università ed è una 'esperta per esperienza', continua:

“Suppongo che si possa paragonare a quando ho rinunciato a scrivere sulla tastiera per due settimane un Natale e quando ho aperto di nuovo il tablet non ricordavo più cosa fare. Da allora non ho mai smesso di battere sulla tastiera. Ora trovo segni striscianti della stessa cosa nel mio discorrere”.

Wendy, di 58 anni e con due figli, ha avuto la diagnosi di Alzheimer ad esordio precoce nel luglio 2014, quando lavorava nel NHS (servizio sanitario in GB). E aggiunge:

“Spero di far passare il messaggio che, anche se abbiamo avuto la diagnosi, le persone come me hanno ancora un contributo sostanziale da dare. Abbiamo ancora un senso dell'umorismo. Abbiamo ancora sentimenti. Spero di mostrare la realtà di cercare di far fronte quotidianamente con l'ambiente in continua evoluzione che la demenza getta su quelli che hanno avuto questa diagnosi. Non sto cercando simpatia. Cerco semplicemente di aumentare la consapevolezza”.


Un altro che ben conosce queste frustrazioni è Michael Andrews, ex camionista di TIR di 60 anni, che ha avuto la diagnosi di atrofia corticale posteriore (una rara forma di demenza che colpisce la vista, la percezione visiva e la memoria) nel 2017. Michael lavora a stretto contatto con l'Università di Bradford come ‘esperto per esperienza’. Era soldato dell'esercito britannico, e ora la sua vita è dominata dalla routine, ma il blocco da coronavirus ha cambiato tutto:

“Una grande parte della mia vita consisteva nell'essere fuori casa. Quando ho avuto la diagnosi, alcune cose mi hanno confuso ed è scesa quella che io chiamo ‘nebbia’. Significa che non ti ricordi dove sei o cosa stai facendo. La routine mi aiuta a combattere questo.

"Quando ero nell'esercito, si diceva che non c'è ostacolo che non puoi superare. Quindi mi piaceva frequentare le persone, avere appuntamenti, andare al bar e così via. Ma il coronavirus ha fatto finire tutto ciò“.

Per fortuna, sta trovando nuove attività per combattere la ‘nebbia’:

“Sto cucinando molto di più, suono il flauto e la fisarmonica e ho appena iniziato a studiare il sassofono alto, e gioco anche a scacchi. Il blocco da coronavirus è fonte di confusione per tutti, ma per chi aveva la demenza, è ancora più difficile“.

Alla domanda circa il suo lavoro con l'università, ha detto:

“L'università è stata di grande aiuto e sono felice di essere coinvolto nella ricerca. Puoi leggere tutti i libri che vuoi, ma non puoi fare una domanda a un libro, perciò a volte è meglio sentirlo da una persona”.


Clare Mason, formatrice di assistenza alla demenza nella Facoltà di Studi Sanitari, dice che i blog aiutano a unire le persone:

“È un altro modo di raggiungere le persone, un modo per condividere esperienze, che può aiutare a migliorare il benessere e aiutare le persone a capire quelli che hanno la demenza”.


La dott.ssa Ana Barbosa, leader ad interim del programma di studi sulla demenza avanzata, dice:

“I blog sono attivi da quattro anni, di solito con un articolo ogni mese, ma da quando c'è il Covid ci siamo proposti di farne due alla settimana. È un modo per condividere ciò che facciamo al Centro. La nostra università è nota in tutto il mondo per il suo lavoro sulla demenza.

“Dall'inizio della pandemia le persone sono più attive sui social media, quindi i blog sono più importanti che mai. È un modo per raggiungere molte persone e avere una reazione immediata“.


Il Centro Studi Applicati sulla Demenza dell'Università di Bradford è famoso nel mondo, grazie anche al lavoro pionieristico svolto dal compianto Prof. Thomas Kitwood (1937-1998), che ha sviluppato l'approccio alla cura 'centrato sulla persona' e la 'mappatura della cura della demenza', che sono riconosciuti dal National Institute for Health and Care Excellence e sono ampiamente usati in tutto nel Regno Unito.

 

 

 


Fonte: Hippocratic Post (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

I dieci psicobiotici di cui hai bisogno per un cervello felice

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Psicobiotici? Cosa sono gli psicobiotici?? Bene, cosa penseresti se io dicessi che la tu...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

Curare l'Alzheimer: singolo proiettile magico o sparo di doppietta?

20.03.2025 | Esperienze & Opinioni

Perché i ricercatori stanno ancora annaspando nella ricerca di una cura per quella che è...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Cosa rimane del sé dopo che la memoria se n'è andata?

7.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato da una progressiva perdita di memoria. Nelle...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

Come rimodellare con le arti l'assistenza alla demenza

14.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Da bambina, Anne Basting è andata a trovare la nonna nella casa di riposo. 'Impressionante' è la ...

Per capire l'Alzheimer, ricercatori di Yale si rivolgono alla guaina di m…

4.07.2025 | Ricerche

L'interruzione degli assoni, la parte simile a una coda nelle cellule nervose che trasme...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023 | Esperienze & Opinioni

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Demenza: mantenere vive le amicizie quando i ricordi svaniscono

16.01.2018 | Esperienze & Opinioni

C'è una parola che si sente spesso quando si parla con le famiglie di persone con demenz...

Cibo per pensare: come la dieta influenza il cervello per tutta la vita

7.10.2024 | Esperienze & Opinioni

Una quantità di ricerche mostra che ciò che mangiamo influenza la capacità del corpo di ...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Falsi miti: perché le persone sono così pessimiste sulla vecchiaia?

4.06.2020 | Esperienze & Opinioni

Non smettiamo di giocare perché invecchiamo, ma invecchiamo perché smettiamo di giocare ...

[Greg O'Brien] Scoprire la grazia dell'imperfezione: apprezzare la l…

11.11.2025 | Voci della malattia

"Scrivi in ​​modo forte e chiaro ciò che fa male" (attribuito a Ernest Hemingway)

<...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)