Un semplice esame del sangue potrebbe potenzialmente essere utilizzato per rilevare i segni dell'Alzheimer prima della comparsa dei sintomi, dicono dei ricercatori.
Attualmente, i test biologici per la diagnosi dell'Alzheimer fanno ricorso a procedure invasive e costose tra cui l'imaging del cervello e le punture spinali.
Un team di ricercatori dell'Università di Newcastle in NSW (Australia) credono di aver sviluppato un test del sangue predittivo con una accuratezza tra l'85 e il 90 per cento. I ricercatori hanno analizzato campioni di sangue di 566 persone, alcune con Alzheimer, altre con decadimento cognitivo lieve e altre con funzioni cognitive normali, presi da un grande database internazionale. Il primo ricercatore Pablo Moscato ha detto che lo scopo era di sviluppare un esame del sangue a buon mercato, affidabile, non invasivo e in grado di rilevare la malattia precocemente.
"Il Santo Graal è cercare di avere un test che ... non comporti le scansioni cerebrali, perché quando si vede qualcosa con le immagini è forse troppo tardi", ha detto il Prof Moscato all'AAP. Ha detto che il test potrebbe essere utilizzato per lo screening di una popolazione più ampia, o quando le persone si presentano alla visita medic con decadimento cognitivo lieve. Il Prof Moscato ha detto che il test potrebbe essere utile per determinare se tale danno sia tale da progredire verso l'Alzheimer.
Le persone con decadimento cognitivo lieve non sviluppano necessariamente l'Alzheimer, ha detto il prof Moscato. Alcuni mantengono quel livello di funzionalità o progrediscono verso un'altra forma di demenza. Ha detto che il test, che analizza le proteine nel sangue, ha una maggiore precisione quando viene utilizzato con un secondo test fatto un anno dopo per esaminare la variazione dei livelli di proteine. Aggiungendo che, se i marcatori biologici della malattia fossero rilevati prima, ciò permetterebbe alle persone di cambiare stile di vita, come fare più esercizio fisico.
Il Dr Chris Hatherly, responsabile nazionale della ricerca di Alzheimer's Australia, ha detto che potrebbe contribuire anche all'avanzamento della ricerca sui trattamenti medici per ritardare o far regredire la malattia. 'Si tratta di una novità importante nello sforzo globale per trovare misure semplici, affidabili e convenienti per identificare le persone nei primi stadi della demenza', ha detto Hatherly all'AAP.
La ricerca è pubblicata Martedì sulla rivista PLoS ONE (Public Library of Science).
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Pubblicato in SkyNews.com.au il 3 Aprile 2012 - Traduzione di Franco Pellizzari.
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