Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Anche la demenza frontotemporale può essere rilevata presto nell'occhio

Anche la demenza frontotemporale può essere rilevata presto nell'occhioI cambiamenti negli occhi potrebbero aiutare a diagnosticare l'insorgenza della demenza frontotemporale, la seconda forma più diffusa di demenza, secondo una nuova ricerca degli scienziati dell'Università dell'Alabama di Birmingham, dei Gladstone Institutes e dell'Università della California di San Francisco.


I risultati pubblicati sul Journal of Experimental Medicine dimostrano che la perdita di cellule nella retina è uno dei primi segni della demenza frontotemporale nelle persone con un rischio genetico per il disturbo,  anche prima che compaiano cambiamenti nel loro comportamento.


I ricercatori hanno studiato un gruppo di individui che avevano una certa mutazione genetica nota per provocare l'FTD. Hanno scoperto che, prima che fossero presenti tutti i segni cognitivi della demenza, questi individui mostravano un assottigliamento significativo della retina rispetto alle persone che non avevano la mutazione del gene.


"Questo riconferma che la retina è una specie di finestra sul cervello", ha detto Erik Roberson MD/PhD, professore associato del Dipartimento di Neurologia dell'UAB e coautore dello studio che, assieme a Timothy Kraft PhD professore associato nel Dipartimento di Scienze Visive dell'UAB, ha collaborato con i primi autori Li Gan PhD dei Gladstone e Ari Green MD, professore associato di neurologia all'UCSF.


"La degenerazione retinica era rilevabile nei portatori di mutazioni prima dell'inizio dei sintomi cognitivi, stabilendo l'assottigliamento della retina come uno dei primi segni osservabili dell'FTD familiare", ha detto Gan. "Ciò implica che l'assottigliamento della retina potrebbe essere un risultato facilmente misurabile per gli studi clinici".


Sebbene sia localizzata nell'occhio, la retina è composta da neuroni con connessioni dirette al cervello. Questo significa che studiare la retina è uno dei modi più semplici e accessibili per esaminare e tenere traccia dei cambiamenti nei neuroni.


Il laboratorio di Roberson ha studiato un modello animale dell'FTD. Usando un processo chiamato ERG (elettroretinogramma, simile all'elettrocardiogramma), Roberson e Kraft hanno mostrato che la retina dei topi con FTD aveva una perdita di funzione delle cellule gangliari; queste cellule sono responsabili della trasmissione dei segnali dall'occhio al cervello. Questi dati, insieme ad ulteriori studi ERG effettuati da Kraft in California, si sono allineati con studi umani comparabili condotti ai Gladstone e all'UCSF.


"Abbiamo una comprensione più completa di come funziona la retina in riferimento alle operazioni del cervello complesso", ha detto Kraft. "Questo rende molto più facile usare la retina come strumento per una migliore comprensione dell'FTD".


I ricercatori hanno anche scoperto nuovi meccanismi attraverso i quali avviene la morte cellulare nell'FTD. Come per la maggior parte dei disturbi neurologici complessi, allo sviluppo dell'FTD contribuiscono diversi cambiamenti nel cervello. Nella forma ereditata studiata in questa ricerca, ciò include una deficienza della proteina progranulina, che è legata all'errata localizzazione di un'altra proteina cruciale, la TDP-43, dal nucleo della cellula al citoplasma.


Tuttavia, la relazione tra neurodegenerazione, progranulina e TDP-43 era finora poco chiara. Con il topo dell'UAB modello di FTD, gli scienziati sono riusciti per la prima volta ad indagare su questa connessione nei neuroni della retina. Hanno identificato un esaurimento di TDP-43 nei nuclei delle cellule prima che si verificassero eventuali segni di neurodegenerazione, a significare che questa perdita può essere una causa diretta della morte cellulare associata all'FTD.


È stato dimostrato che i livelli di TDP-43 sono regolati da una terza proteina cellulare chiamata Ran. Aumentando l'espressione di Ran, i ricercatori hanno potuto alzare i livelli di TDP-43 nel nucleo di neuroni carenti di progranulina e prevenirne la morte.


"I risultati di questo studio hanno dimostrato che possiamo usare il diradamento delle cellule della retina come marcatore di questo tipo di demenza", ha detto Roberson. "Ulteriori studi possono anche aiutare a determinare se i cambiamenti nella retina possono essere usati come marcatore della progressione della malattia. Potremmo anche usare la retina come strumento per valutare l'efficacia di nuove terapie".

 

 

 


Fonte: Bob Shepard in University of Alabama at Birmingham (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Michael E. Ward, Alice Taubes, Robert Chen, Bruce L. Miller, >Chantelle F. Sephton, Jeffrey M. Gelfand, Sakura Minami, John Boscardin, Lauren Herl Martens, William W. Seeley, Gang Yu, Joachim Herz, Anthony J. Filiano, Andrew E. Arrant,Erik D. Roberson, Timothy W. Kraft, Robert V. Farese, Ari Green, Li Gan. Early retinal neurodegeneration and impaired Ran-mediated nuclear import of TDP-43 in progranulin-deficient FTLD. The Journal of Experimental Medicine Sep 2014, 211 (10) 1937-1945; DOI: 10.1084/jem.20140214

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali colelgamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Il nuovo collegamento tra Alzheimer e inquinamento dell'aria

13.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Il mio primo giorno a Città del Messico è stato duro. Lo smog era così fitto che, mentre...

I dieci psicobiotici di cui hai bisogno per un cervello felice

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Psicobiotici? Cosa sono gli psicobiotici?? Bene, cosa penseresti se io dicessi che la tu...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

4 Benefici segreti di un minuto di esercizio al giorno

29.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Conosci tutti gli effetti positivi dell'esercizio fisico sul tuo corpo e sulla tua mente...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023 | Esperienze & Opinioni

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Cervello del toporagno si restringe in inverno e rinasce in estate: c'è q…

10.09.2025 | Ricerche

I toporagni comuni sono uno dei pochi mammiferi noti per restringere e far ricrescere in...

Come evitare che la demenza derubi i tuoi cari del loro senso di personalità, …

25.11.2025 | Esperienze & Opinioni

Ogni tre secondi, qualcuno nel mondo sviluppa la demenza; sono oltre 57 milioni di perso...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.