Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


La stimolazione cerebrale è molto promettente, ma mancano le regole

Quest'anno, un paziente cinese conosciuto solo come Sig. Yan è diventato un pioniere della medicina. Ha accettato di avere degli elettrodi inseriti chirurgicamente nel cervello, permettendo al suo chirurgo di cambiare le emozioni che Yan sente, solo con il tocco dello schermo di un semplice computer tablet.


Il trattamento mira ad aiutare Yan a vincere la sua dipendenza dalla metanfetamina, ma ad un costo notevole: Yan deve fidarsi di qualcun altro per gestire le sue emozioni.


Stimolare elettricamente il cervello per trattare la dipendenza è una tecnica nuova e la sua efficacia è ancora sconosciuta, ma è attualmente in fase di sperimentazione negli animali e nell'uomo.


La tecnologia suscita alcune domande difficili sulla responsabilità. Se Yan ha una ricaduta, chi è responsabile? Se egli commette un crimine, mentre ha il dispositivo impiantato, come dovrebbe essere trattato dai tribunali? E i neuroscienziati dove dovrebbero tracciare la linea quando la loro ricerca coinvolge persone disperate e vulnerabili?


Queste domande stanno diventando sempre più pressanti. Le innovazioni neuroscientifiche simili agli elettrodi di Yan non sono più limitate al laboratorio, e fanno già parte integrante della vita di molte persone. È già prassi comune trattare i tremori associati al Parkinson con un elettrodo impiantato nel cervello del paziente. E le applicazioni mediche sono ancora in espansione: queste innovazioni sono viste come un trattamento potenziale per una serie di condizioni, dall'anoressia al disturbo ossessivo-compulsivo.


I disturbi neurologici sono una delle cause principali, e crescenti, di malattia globale, contribuendo a oltre il 10% del carico di malattie. I governi di tutto il mondo, compreso la BRAIN Initiative degli Stati Uniti, lo Human Brain Project dell'Unione europea, e l'Australian Brain Alliance, hanno investito oltre $ 7 miliardi di dollari USA a livello mondiale in quello che è stato descritto da neuroscienziati come il 'lancio sulla luna' medico del 21° secolo. C'è stata anche una rapida crescita nel mercato per i 'neurointerventi' medici, come la stimolazione cerebrale e i dispositivi di registrazione, stimato in più di $ 13.3 miliardi di dollari USA entro il 2020.

 

 

Vita migliore con l'elettricità

C'è altro potenziale anche oltre il semplice trattamento di condizioni mediche. Le neuroscienze potrebbero un giorno anche potenziare le nostre capacità mentali esistenti, come la memoria e la concentrazione. Sono attualmente disponibili dispositivi indossabili, tipo fasce per la testa, che usano la stimolazione con corrente diretta transcranica - in cui una corrente elettrica viene fatta passare attraverso la superficie del cervello - e affermano di migliorare la concentrazione e la memoria. Sono entrati nel mercato dispositivi che ti consentono di monitorare i modelli elettrici del cervello e asseriscono di massimizzare il tuo potenziale cognitivo.


Queste tecnologie sono molto promettenti. Dispositivi e innovazioni tecnologiche che ci insegnano su noi stessi, a superare i deficit e a migliorare le capacità mentali sono chiaramente articoli di consumo interessanti. Ma l'Australia (ndt: e l'Italia?) è attualmente pericolosamente impreparata per la rapida innovazione e la commercializzazione di questi progressi neuroscientifici.


C'è una sorveglianza nazionale insufficiente per regolamentare la sicurezza o l'efficacia di molte tecnologie neuroscientifiche disponibili in commercio. Questo lascia i consumatori vulnerabili alle richieste fraudolente e a rischi ingiustificati.


Per esempio, ci sono poche prove che i miglioramenti di memoria e concentrazione promessi saranno realizzati nelle versioni al dettaglio dei dispositivi di stimolazione transcranica a corrente diretta. Questi dispositivi non sono senza rischio e possono causare prurito, bruciature e mal di testa e un'alterazione dell'umore, della memoria e della cognizione. Sono necessarie linee guida e regolamenti adeguati per assicurare che il pubblico abbia benefici, riducendo al minimo i danni.


L'Australia, inoltre, non ha regole chiare per obbligare le aziende a informare gli utenti come sono raccolti e usati i loro dati. Quando questi dati riguardano il nostro cervello, i possibili usi e abusi sono difficili da prevedere, ma i primi segnali sono preoccupanti. Smartphone e dispositivi indossabili generano dati che possono essere usati per identificare i segni premonitori del Parkinson, della depressione, della demenza, e del rischio futuro di suicidio.


I consumatori meritano di sapere se queste informazioni vengono condivise con la loro assicurazione sanitaria, il datore di lavoro o altre terze parti.

 

 

È tempo che diventino efficaci

I ricercatori e gli ingegneri che sviluppano neurotecnologie non consultano abitualmente le persone che potrebbero finire per usarle. Il pericolo è che questo divario sia riempito da interessi acquisiti, come lobby industriali, istituti di ricerca o regolatori.


L'Australian Academy of Science ha chiesto di recente una nuova legge per l'innovazione responsabile che contribuisca a coinvolgere il pubblico nell'innovazione scientifica. Ci sono segni promettenti che questo sta davvero cominciando ad accadere nel campo delle neuroscienze.


L'Australian Brain Alliance, una coalizione di oltre 30 università nazionali, istituti di ricerca medica e società commerciali, ha proposto le linee guida nazionali per la neuroinnovazione responsabile, in consultazione con i rappresentanti dei pazienti. Questa settimana l'Australian Neuroethics Network, con il sostegno del Turner Institute for Brain and Mental Health e del Law, Health and Well-being Group al Monash University e dell'ARC Centre for Integrative Brain Function, terrà la sua conferenza annuale sul tema delle neuroscienze e sulla responsabilità di informare i responsabili delle decisioni sull'influenza delle neuroscienze sulla società australiana.


Tuttavia, c'è molto di più da fare. Rendersi conto di tutti i vantaggi del progresso delle neuroscienze, riducendo al minimo i danni, richiede un esame attento e un pubblico ben informato, che possono partecipare attivamente alla discussione.


La stimolazione cerebrale e altri progressi neuroscientifici potrebbero un giorno essere una parte integrante della nostra vita. Ora è il momento migliore per garantire che tutti servano i nostri interessi.

 

 

 


Fonte: Adrian Carter (ricercatore), Jamie Walvisch (docente) e Patrick Haylock (dottorando) della Monash University

Pubblicato su The Conversation (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023 | Esperienze & Opinioni

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)