Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Non parlo mai a mia madre di 'come sarebbe se' o 'cosa vorrei aver fatto'

what they hadImmagine dal film «What they had»

Mio marito diceva: "Se mai arrivassi a quel punto, non hai che da darmi una botta in testa". Voleva dire praticargli l'eutanasia: "Quando la vita non vale più la pena di essere vissuta: aiutami a finirla". Che è folle. Perché non posso farlo. E non l'ho fatto. Sarebbe illegale. E sarebbe impensabile.


Il suo approccio è più premuroso ora; l'esperienza di convivere con qualcuno che ha la demenza ti costringe a ripensare le opinioni che avevi da tempo. E ripensare, con riflessione attenta, i possibili scenari futuri. Soprattutto perché li rende reali e ne delinea meglio i contorni.


Lui dice: "Se potessi semplicemente finire la vita, se avessi la demenza, se, quando, senti che la qualità della tua vita non vale la pena ...". "Ma non puoi", gli ricordo, "Nel momento in cui non vale più la pena vivere, avrai perso tutto il libero arbitrio".


E penso alla confusione di Julianne Moore in Still Alice quando non è in grado di seguire le istruzioni del suicidio che si era lasciata lei stessa molto prima che l'Alzheimer ad esordio precoce la colpisse.


Quando hai perso quella qualità di vita (i ricordi, le storie, l'equilibrio, la capacità di camminare, la comprensione per seguire qualcosa in televisione, capire una conversazione, quando sei incontinente, non puoi nutrirti di cibo, non puoi più assaggiare) avrai anche perso i tuoi poteri di ragionamento. Avrai perso la funzione esecutiva e sicuramente avrai perso la capacità di seguire qualcosa come le indicazioni attentamente scritte e archiviate dalla Moore.


Probabilmente avrai anche perso il desiderio di morire: sono spesso sorpreso dalla presa tipo-morsa di mia madre sulla vita. Come se nel perdere una cognizione più elevata, il suo istinto primordiale a sopravvivere non sia solo quanto rimane, ma fosse spuntato come un fungo e fosse diventato urgente in assenza di tutto il resto.


Se non puoi fare il necessario per finirla da solo e, visto che è illegale per chiunque altro farlo per te, cosa fare? Io e mio marito meditiamo questo dilemma per un po'. Poi dico: "Non voglio che tu ti prenda cura di me". Voglio dire, non voglio che sia lui quello che mi fa il bagno, mi dà da mangiare, me veste, mi asciuga.


Non voglio l'uomo con cui ho vissuto per decenni - marito, compagno, partner, amante, amico - alla brutta fine di tutto questo. Voglio che i suoi ricordi di noi restino intoccati da una malattia che inizia dimenticando. La demenza di mia madre l'ha ridotta al punto che non rimane quasi nulla, e allo stesso tempo, ha eroso i miei ricordi di lei. La morte dei mille tagli, la chiama mio marito.


"Una casa di cura o un caregiver a pagamento", dico, "ma non tu". È d'accordo: "Anch'io", dice, "non tu". Non voglio nemmeno che i nostri figli si prendono cura di me, dico. Nemmeno io, annuisce lui.


Non ho mai fatto questa conversazione con la mamma. Non mi è mai venuto in mente di chiederle: "Cosa dovremmo fare con te se non sarai più tu, mamma?". Pensavo che si aspettasse che mi prendessi cura di lei quando l'ho sentita dire, durante una visita a un vecchio amico in una casa di cura, "Ti prego, Dio non farmi mai finire in questo modo".


Credevo che intendesse "non mettermi mai in un posto come questo". Ma riflettendo, penso che potrebbe essere stato un appello: "Non lasciarmi mai finire così", perché vedeva ospiti piegati, bocche aperte, sguardi assenti e fissi. Alcuni gemevano come a volte fa lei ora. Piccoli miagolii lamentosi come animali in trappola.


"Assicurati", esorto mio marito, "che io abbia un gatto seduto in grembo, una vista da guardare, un cane ai miei piedi, un bicchiere di vino o due, la sera, e rotolami ogni tanto una sigaretta". E che possa assaggiare la carta di liquirizia con cui arrotolavamo il tabacco al tempo. Allora, quando eravamo giovani, immortali e sconsiderati.


Assicurati di avere la prescrizione per un farmaco che gestisce il mio umore. Non lasciarmi triste. Non lasciarmi nella paura. Se non riesco a dormire la notte, assicurati che io possa farlo.


"E toglimi tutti gli altri medicinali prescritti", aggiunge mio marito: "Tutto ciò che mi tiene in vita: statine, fluidificanti, pillole per ipertensione. Cestinali tutti". Assicurati che ci sia un DNR (do not resuscitate, non riportarmi in vita) in atto: non voglio essere riportato in vita se la natura è intervenuta per portarmi via.


Dobbiamo dirlo ai bambini, dico. "Dobbiamo", concorda lui e mi stringe la mano. Lo scriverò, gli dico: “Scriverò tutto e lo firmeremo. In modo che lo sappiano. In modo che sappiano anche se dimentichiamo. Anche se dimentichiamo questa conversazione". Sì, dice, "fallo".

 

 

 


Fonte: Anthea Rowan in Psychology Today (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Come una collana di perle: la vera forma e funzionamento dell'assone dei …

30.12.2024 | Ricerche

Con un nuovo studio provocatorio, degli scienziati sfidano un principio fondamentale nel...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Perché è importante la diagnosi precoce di demenza?

31.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Vedere problemi di memoria nel tuo caro anziano può essere davvero spaventoso. Magari no...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

5 tipi di ricerca, sottostudiati al momento, potrebbero darci trattamenti per …

27.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Nessun ostacolo fondamentale ci impedisce di sviluppare un trattamento efficace per il m...

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Come rimodellare con le arti l'assistenza alla demenza

14.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Da bambina, Anne Basting è andata a trovare la nonna nella casa di riposo. 'Impressionante' è la ...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)