Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Domenico Praticò: Cos'è la nebbia cognitiva e come liberarsene

Chi di noi non si è mai sentito distratto o non ha avuto difficoltà a concentrarsi? Quando questo succede, è qualcosa di cui dovremmo preoccuparci. La risposta sta nelle risposte a tali domande: "quanto spesso succede?" e "da quanto tempo succede?". Se questi sintomi si manifestano spesso durante la giornata e persistono per più di una settimana, è normale preoccuparsi, perché potrebbe trattarsi di 'Nebbia Cognitiva'. Si tratta di una condizione in cui i nostri pensieri sembrano lenti e ci risulta quasi difficile portare a termine il nostro lavoro di routine o le nostre attività quotidiane.

foggy sea Image by wirestock on Freepik

MA PRIMA DICIAMO COSA NON È LA 'NEBBIA COGNITIVA'

La 'Nebbia Cognitiva' non è una malattia, una diagnosi e nemmeno un termine medico “corretto”. Non è neppure demenza. Per essere più precisi, la Nebbia Cognitiva è una "sindrome", ovvero un insieme di sintomi che descrivono una serie di difficoltà cognitive, tra cui difficoltà di concentrazione, memoria e lucidità mentale. È importante sottolineare che l'impatto e le manifestazioni cliniche della 'Nebbia Cognitiva' sono diversi per ogni individuo.

 

QUALI SONO LE CAUSE DELLA NEBBIA COGNITIVA?

Può essere causata da diversi fattori 'scatenanti'. Ad esempio, condizioni sistemiche che colpiscono il cervello (condizioni esterne al cervello che ne influenzano il funzionamento), come fluttuazioni ormonali durante la gravidanza, la menopausa e le mestruazioni, disturbi della tiroide, malattie autoimmuni come la sclerosi multipla e il lupus, e chemioterapia.

In altri casi, può essere secondaria ad alcune condizioni neurologiche, tra cui emicrania, depressione, ansia, morbo di Parkinson e ictus. Per alcune persone, la Nebbia Cognitiva è causata da problemi legati il sonno, come apnea notturna e privazione del sonno, o da alterazioni dei livelli di zucchero (estremamente alti o bassi).

È interessante notare che studi recenti hanno dimostrato che la Nebbia Cognitiva è uno dei sintomi più comuni del COVID lungo, una condizione in cui le persone continuano ad avere problemi di salute per almeno tre mesi dopo l'infezione iniziale.

 

LA NEBBIA COGNITIVA PUÒ ESSERE CURATA?

Sì. Innanzitutto, dobbiamo identificare se alcuni dei fattori sopra descritti ne siano responsabili. In tal caso, è necessario trattare la "condizione" sottostante responsabile della "Nebbia Cognitiva". Se i sintomi persistono nonostante il trattamento della "condizione", si consiglia di provare altri trattamenti specifici per la Nebbia Cognitiva. Ecco alcune strategie che possono aiutare a ridurre al minimo i sintomi della Nebbia Cognitiva.

 

  • DORMIRE BENE - Dormire a sufficienza e regolarmente è fondamentale per la salute del cervello. È estremamente importante trovare modi per migliorare la durata e la qualità del sonno. Se abbiamo difficoltà ad addormentarci, cerchiamo di identificare e correggere potenziali problemi come ansia e stress. Un buon sonno notturno è fondamentale per la salute del cervello.

  • FARE ESERCIZIO FISICO OGNI GIORNO - L'esercizio fisico apporta benefici al cervello aumentando il flusso sanguigno, che a sua volta gli fornirà un migliore "nutrimento". Riducendolo al minimo il tempo trascorso seduti o inattivi può avere benefici simili. Anche alzarsi in piedi o camminare ogni 20 minuti circa può essere di grande aiuto. Un obiettivo facile da raggiungere è fare una passeggiata di 20-25 minuti ogni giorno, magari a fine giornata.

  • MANGIARE BENE -È estremamente importante seguire una dieta sana e nutriente (ad esempio la dieta Mediterranea), che protegge il cervello dai danni mantenendone i vasi sanguigni funzionali e sani, controllando l'infiammazione ed eliminando varie tossine pericolose che produciamo come prodotti di scarto, tutti fattori che hanno dimostrato di danneggiare la normale funzione e attività cerebrale.

  • DARE UNA PAUSA AL CERVELLO - Esistono alcune strategie che possono aiutare il cervello a funzionare meglio e a rimanere concentrato più a lungo. Limitare le distrazioni sul posto di lavoro ed essere organizzati è molto importante. Inoltre, quando possibile, dovremmo cercare di suddividere i progetti più grandi e complessi in operazioni più piccole, rendendo il tutto più gestibile, e nel realizzarli dovremmo cercare di fare pause regolari. Fare brevi pause (circa 30 minuti ciascuna) durante il giorno aiuta a ridurre il sovraccarico cerebrale.

  • GESTIRE LO STRESS - Sebbene lo stress faccia parte della vita, è risaputo che lo stress cronico influisce sulla capacità di concentrazione, così come su altre funzioni cognitive, come la memoria. Infatti, quando siamo sotto stress per un lungo periodo, sperimentiamo livelli di cortisolo più elevati, che influiscono negativamente sulla salute e sulle funzioni cerebrali. Pertanto, è importante imparare a gestire lo stress. Oltre alle passeggiate quotidiane e allo svolgimento di attività piacevoli, tecniche come esercizi di respirazione profonda o meditazione sono generalmente utili per alleviare lo stress.


In conclusione, la Nebbia Cognitiva è una sindrome che quando presente non va trascurata. In alcuni casi è necessario un intervento medico. Ma molto spesso bastano piccoli accorgimenti per evitarla o se presente ridurne gli effetti sulla nostra routine.

 

 

 


Fonte: Domenico Praticò in Pratico Lab

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

 

Notizie da non perdere

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Demenza: mantenere vive le amicizie quando i ricordi svaniscono

16.01.2018 | Esperienze & Opinioni

C'è una parola che si sente spesso quando si parla con le famiglie di persone con demenz...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Come vivere in modo sicuro con la demenza a casa tua

12.11.2020 | Esperienze & Opinioni

C'è un malinteso comune che la persona con una diagnosi di demenza perde la sua indipend...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

36 abitudini quotidiane che riducono il rischio di Alzheimer

2.07.2018 | Esperienze & Opinioni

Sapevi che mangiare carne alla griglia potrebbe aumentare il rischio di demenza? O che s...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

I dieci psicobiotici di cui hai bisogno per un cervello felice

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Psicobiotici? Cosa sono gli psicobiotici?? Bene, cosa penseresti se io dicessi che la tu...

Questo approccio di medicina di precisione potrebbe aiutarti a ritardare la de…

5.12.2025 | Ricerche

Secondo un nuovo studio condotto alla Università della California di San Francisco, la c...

Dare un senso alla relazione obesità-demenza

2.08.2022 | Esperienze & Opinioni

Questo articolo farà capire al lettore perché l'obesità a volte può aumentare il rischio...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Piccola area del cervello ci aiuta a formare ricordi specifici: nuove strade p…

6.08.2025 | Ricerche

La vita può dipanarsi come un flusso continuo, ma i nostri ricordi raccontano una storia...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.