Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Demenza: epidemia silenziosa che si porta via il sè

Da quando, la settimana scorsa, ho scritto della demenza di mia madre, ho appreso che quasi tutti hanno una storia di demenza.


C'è un'epidemia silenziosa là fuori.


La medicina moderna ha fatto molto per estendere la vita della carne, ma non ha fatto nulla per estendere quella della mente.


Il risultato è legioni indicibili di individui con capelli grigi, piazzati in ospedali e case di cura, alimentati, dissetati, lavati e curati, a volte per anni, con apparentemente poco scopo. Queste persone hanno perso la comprensione mentale del mondo, o almeno quella comprensione che noi consideriamo giusta.


Vengono in mente versi di poeti. "Perché non stanno urlando?" ("Why aren't they screaming?") si è chiesto Larkin con schiettezza tipica. "Quanto distante da quella riflessività di, tutti i tuoi anni più turbolenti" ("How far from then forethought of, all thy more boisterous years"), ha osservato Hopkins con concisione tipica. E poi c'è la semplicità atipica di Tennyson: "Come se la vita fosse da respirare" ("As though to breathe were life").


Le storie che ho sentito variano dal comico allo straziante. Quelli più crudeli erano i casi in cui la demenza è arrivata gradualmente. Perdere la mente è ovviamente già abbastanza brutto, ma almeno una volta che l'hai persa non sai più che l'hai persa.


Al contrario, è dura vederti mentre la perdi, con la demenza che viene e va come un collegamento elettrico difettoso. Significa guardare se stessi in dissoluzione, o meglio - e questo non è semplice bravura lessicale - è guardare il tuo sè che si dissolve.


A titolo di esempio vorrei farti conoscere la nonna di Jane. Era una persona di rigida moralità, distinta ed educata. Jane dubitava che avesse mai detto nemmeno 'maledizione'.


Poi è arrivata la demenza. Un pomeriggio, quando Jane era andata a trovarla, la nonna ha indicato il muro di fronte al letto. "Quell'uomo ha mescolato il tè con il suo pene", ha detto. "E a volte fa sesso orale con l'infermiera".


"Tu stai immaginando le cose, nonna", ha detto Jane, camminando nella stanza per dimostrare che lì non c'era nessun uomo. "Sciocchezze, cara", disse la nonna. "E' diverso per te. Hai vissuto a Londra e tutto il resto. Ma, vedi, io non so nemmeno di queste cose. Quindi come potrei immaginarle, come?".


E' tristemente comico, ma è anche psicologicamente rivelatore. Suggerisce che la nonna ha tre individualità. C'è la nonna puritana che apparentemente non sa nulla di peni o sesso orale. C'è la nonna consapevole che può fare osservazioni sulla nonna puritana. E poi c'è la nuda, buia e anarchica nonna, che più enfaticamente sa di peni e sesso orale e li vede anche dove non ci sono.


Io non sono freudiano, ma questi tre sé sembrano corrispondere, più o meno, all'Ego, al Super-Io e all'Es di Freud. I primi due sono i sé costruiti, pezzi di mobilia mentale adulta che assembliamo maturando. In effetti sono solo nomi diversi di ciò che il neurologo di mia madre ha chiamato «funzione esecutiva superiore». Ed è questo sé adulto costruito, qualunque nome abbia, che la demenza distrugge.


E quando il sé adulto si sbriciola, il sé che rimane al lavoro è quello che era lì fin dall'inizio, un sé antico, istintuale e non governato, un sé che è infantile. "I vecchi stolti sono di nuovo bambini", come l'ha messa giù la figlia crudele di Re Lear.


Quando a Trevor è stata diagnosticata una grave malattia, la madre anziana con demenza si è messa in testa che era morto. Da allora in poi non riusciva a vederlo.


Lo "vedeva", e si rivolgeva a lui come a qualcun altro, a volte suo marito, a volte un infermiere. Niente poteva scuoterla da quella convinzione. Aveva stabilito una realtà alternativa e tutto doveva adattarsi, anche se doveva essere strappata e distorta per farlo.


E' un modo drastico e disturbato di vedere il mondo e richiede una energia mentale inventiva ardente. Eppure ognuno di noi lo fa con sicurezza tutte le sere della settimana. Noi lo chiamiamo sognare. E in questo ci può essere qualche consolazione.


I sogni rispondono a una logica alternativa. Questa logica ha un senso ricco e perfetto quando siamo impegnati con lei e siamo tutti entusiasti per la sua anarchia dell'assurdo. Robert Graves lo ha definito giustamente il più grande spettacolo del mondo.


Quello è lo spettacolo perpetuo per coloro che soffrono di demenza? Sono sognatori che non si svegliano mai? La mia minuscola madre anziana sta ora cavalcando il cavallo impennato dei suoi sogni in un mondo crepuscolare di meraviglia, dove non c'è regola né di tempo né di ragione? Lo spero.


Sarebbe una liberazione piacevole. Ma non posso saperlo. Tutto quello che posso fare con una certa sicurezza è echeggiare Larkin: "Noi scopriremo".

 

 

 


Fonte: Joe Bennett in Stuff.co.nz (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Il litio potrebbe spiegare, e trattare, l'Alzheimer?

19.08.2025 | Ricerche

Qual è la prima scintilla che innesca la marcia ruba-memoria del morbo di Alzheimer (MA)...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Età degli organi biologici prevede il rischio di malattia con decenni di antic…

11.03.2025 | Ricerche

I nostri organi invecchiano a ritmi diversi e un esame del sangue che determina quanto ciascuno è...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

36 abitudini quotidiane che riducono il rischio di Alzheimer

2.07.2018 | Esperienze & Opinioni

Sapevi che mangiare carne alla griglia potrebbe aumentare il rischio di demenza? O che s...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)