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Pensi che il tuo cervello debba per forza invecchiare? Meglio cambiare idea

Ecco qualcosa a cui pensare se ti stai preoccupando degli effetti dell'invecchiamento: il pensiero mantiene giovane il nostro cervello.


"Siamo diventati consapevoli di questo attraverso le scansioni cerebrali", ha detto il dottor Henry Emmons, psichiatra di Minneapolis. Se continuiamo ad usare il nostro cervello, "c'è una crescita reale nella mente. Il cervello funziona più velocemente".


Sì, la genetica ha un ruolo nel modo in cui invecchiamo, e non abbiamo alcuna influenza su quella.


Ma, dice, ci sono molti altri fattori che possiamo controllare: "Lo paragono al poker. La genetica è la mano con cui abbiamo a che fare. Ma nel poker, decidendo quali carte giocare, è possibile migliorare la mano. Lo stesso vale per il cervello".


Henry Emmons e David Alter, psicologo di Minneapolis, hanno collaborato al libro «Staying Sharp» [=Restare acuti], una guida per creare un cervello giovane. E' un problema che considerano personale, ammette Alter: "Stiamo entrambi per arrivare ai 60 anni", ha detto. "Siamo di fronte a queste sfide dell'invecchiamento, ma le affrontiamo con ottimismo. E non è solo speranza illusoria".


Questo atteggiamento si basa sulla scienza che sta confutando molti miti sull'inevitabilità presunta di perdere le capacità mentali con l'avanzare dell'età. "C'è la nozione diffusa che il cervello, in particolare, si deteriora con l'età", scrivono. "Non deve essere così. Queste perdite spaventose di funzione non sono dovute".


Il libro è strutturato attorno a nove chiavi per la salute del cervello. "Si tratta di abilità o abitudini che tutti siamo in grado di sviluppare con la pratica", ha detto Emmons. "Il cervello che avrai tra un anno lo stai creando oggi".


Una delle chiavi è mantenere il cervello attivo. La curiosità potrebbe aver ucciso il gatto, ma può prolungare la nostra vita. "La curiosità fa ripartire il cervello, mantenendolo fresco e vitale, bilanciando il sapere con la fame di saperne di più", scrivono i medici. "Le persone che trovano il modo di esprimere la curiosità nella loro vita quotidiana tendono ad avere una vita più lunga, più sana e più appagante". I solchi su cui rimaniamo intrappolati, nell'ambito della nostra vita quotidiana, danneggiano il cervello, hanno detto. Come la nostra routine diventa stabile, andiamo con il pilota automatico. Prima che lo capiamo, il nostro cervello è già spento.


La soluzione: cambiare le cose.


"Fare le cose diversamente solo per il gusto di fare le cose in modo diverso", ha detto Alter. "Nutrire il cervello con qualcosa che non è abituato a fare". Anche un piccolo cambiamento (come prendere una strada diversa per il negozio di alimentari) costringerà il cervello a concentrarsi. E un cervello che si concentra è uno che funziona. "Siamo così sovrastimolati nella nostra società che abbiamo perso la capacità di concentrarci", ha detto. "Dobbiamo coltivare questa capacità".

 

Allenamento per il cervello

I medici raccomandano che la stimolazione cerebrale sia variata. "E' come qualsiasi esercizio: se segui la stessa routine tutto il tempo, diventerai più bravo in quella routine", ha detto Emmons. Ma esercitare una parte del cervello non estende necessariamente i benefici ad altri settori più che, ad esempio, fare esercizi alla panca rende qualcuno un migliore maratoneta. "Se fai il cruciverba del New York Times ogni giorno, diventerai sempre migliore a fare le parole crociate", secondo Alter. "Ma non possiamo essere interessati solo a essere migliori nei cruciverba".


L'esercizio fisico aiuta anche ad aumentare l'acutezza mentale, hanno detto. Il letargo mina il potere del cervello, mentre l'attività lo aumenta. Essi descrivono il movimento come "un farmaco miracoloso per il cervello".
"Avresti molte difficoltà a trovare qualche medicina che si avvicina a fare per il cervello quello che fa il movimento", ha detto Emmons. "Dobbiamo imparare a muovere il nostro corpo, anche se è solo per stare in piedi e allungare i muscoli di tanto in tanto. Alzati e cammina in giro ogni ora. E' importante integrare queste cose nella nostra vita".

 

Stare seduti è il nemico

Una volta Emmons ha detto ad un gruppo di persone over-75, che essi avevano avuto realmente una vita più facile ai loro tempi, prima che arrivassero tutti i moderni dispositivi risparmia-lavoro. Quando lo hanno contestato, egli ha sottolineato che la nostra ricerca perpetua di una vita facile è fallita.


"Gli esseri umani sono fatti per muoversi, ed sono solo le ultime generazioni che sono diventate per la maggior parte sedentarie", ha detto. "I nostri antenati non hanno dovuto pensare a questo. Non avrebbero potuto evitare il movimento anche se avessero voluto. Ma noi possiamo evitarlo, e molti di noi lo fanno, a scapito del nostro cervello".


Emmons fa lavoro clinico a Minneapolis con Partners in Resilience ed è autore di «The Chemistry of Joy» [La chimica della gioia] e «The Chemistry of Peace» [La chimica della Pace]. Alter è insegnante e co-fondatore di Partners in Healing, un centro di salute olistico di Minneapolis. Sono amici da più di 25 anni. Hanno deciso di collaborare su un libro dopo essersi accorti di condividere una forte convinzione nella teoria che siamo in grado di influenzare il processo di invecchiamento.


"L'invecchiamento non è né buono né cattivo", ha detto Emmons. "E' una cosa che capita a tutti. E' quello che fai in risposta ad esso che conta".

 

 

 


Fonte: Jeff Strickler in Star Tribune (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

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Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

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