Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Supportare, e ottenere supporto, dai propri cari dopo una diagnosi di demenza

“Cerco di dire ai miei figli che sono una mera ombra della donna che ero una volta, ma per adesso credono ancora che io sia quell'altra donna”.


Le parole di questa lettrice rivelano un'altra faccia della storia della demenza, di persone care che vogliono disperatamente aggrapparsi al passato, rifiutando ciò che è, sperando invano in quello che era prima.


Sono tra i malati secondari che devono convivere con la tristezza empatica e la confusione di vedere coloro di cui si occupano perdere la capacità di ricordare o di pensare con chiarezza.


“Ho visto appassire un uomo brillante, spiritoso, di buon senso" ha scritto un'altra lettrice. “Perderlo è stata la cosa più difficile che mi sia mai successa, perché l'ho perso molto tempo prima di morire”.


I sentimenti sono acuti per tutti quelli coinvolti nella demenza, e saper navigare nel paesaggio nuovo e in evoluzione può essere una lotta. Una moglie stanca ha scritto: “L'amo così tanto e mi piace prendermi cura di lui, ma è opprimente occuparmi anche della casa, delle finanze e del futuro”.


Grazie a Dio sono stato benedetto in un matrimonio con la persona più amorevolmente solidale che abbia mai conosciuto. Al mio fianco da 50 anni, Barbara ora mi assiste lungo il sentiero della demenza aiutandomi con tatto a ricordare le cose. Devo solo darle un'occhiata, e lei viene in mio soccorso, spesso con una sensibilità che mi permette di mantenere una certa dignità.


Prima di frequentare le riunioni, per esempio, parliamo delle persone che potremmo incontrare. O magari racconta la storia di un evento passato per dare uno spunto alla mia memoria. A volte, lei usa questa tattica conversando con altri per aiutarmi a ricordare di più di qualcuno. Che è molto meglio che chiedermi direttamente se mi ricordo di qualcosa o qualcuno.


Le parole contano, soprattutto quando si parla di una persona con demenza diventata sensibile alle offese o ai falsi presupposti. Quando sento qualcuno parlare di “perdere” un amico o un parente vivente alla demenza, mi rende triste perché la persona “persa” è ancora viva, anche se con minori capacità.


Molti lettori hanno condiviso i modi di essere di aiuto, qualcuno semplice come presentarsi per nome quando si saluta una persona con la malattia, proprio come si farebbe al telefono, oppure suggerire i ricordi attraverso foto e racconti. E non parlare dei malati di demenza in loro presenza, come se non potessero sentire o capire, perché nessuno può veramente sapere cosa percepisce l'altra persona.


E' comune per le persone con demenza diventare introverse, evitando le interazioni sociali che potrebbero fare bene alla loro salute cognitiva. Come altri, sono diventato più ritirato socialmente. Ho evitato recentemente di visitare il mio ex posto di lavoro, e ho evitato la celebrazione funebre della madre di un caro amico perché semplicemente non volevo rischiare di farmi confondere in modo imbarazzante da un ambiente non familiare o di imbattermi in persone che dovrei ricordare, anche se non ci riesco.


La demenza genera momenti scomodi senza preavviso. Recentemente, mentre acquistavo un farmaco, un barattolo di noccioline ha catturato la mia attenzione, anche se non dovrei mangiarle. Amo le noccioline e non le assaggiavo da anni, così nonostante il potenziale disagio le ho comprate e ne ho assaporato una manciata prima ancora di far partire l'auto.


Quando sono tornato a casa, con molto entusiasmo e un po' di vergogna, ho mostrato il vaso a Barbara e le ho chiesto se ne voleva un po'. “No”, ha risposto con enfasi. “Io non mangio noccioline”. L'ultima volta che l'ha fatto è finita in ospedale per sei giorni. Non avevo più alcun ricordo di quell'evento che l'aveva messa in pericolo di vita, una mancanza imperdonabile. Ho lasciato la stanza e sono rabbrividito, mentre raccoglievo i miei pensieri.


La mia malattia è un ladro che ruba i ricordi in modo casuale senza alcun riguardo per il loro significato o tempo. Posso ricordare eventi apparentemente insignificanti di tutta la mia vita, ma non mi ricordo alcuni dei momenti più importanti, come matrimoni, funerali e ricoveri. Tanto di ciò che sono è associato con chi sono stato, così piango la spoliazione della mia identità personale mentre il mio passato scompare incessantemente, capitolo per capitolo.


Mentre ho sempre apprezzato i miei ricordi come persona istintivamente curiosa e come giornalista, ora faccio tesoro dei ricordi restanti con ritrovata gratitudine. La mia memoria a breve termine se n'è essenzialmente andata, lasciandomi dipendente in modo pesante dalle note e dalla memoria del cellulare per i ricordi. Anche questo non sempre aiuta. Recentemente ho chiesto a Barbara se avevamo mai provato un certo ristorante, poi lei mi ha ricordato che vi avevamo festeggiato il compleanno di nostro nipote due settimane prima.


Non molto tempo fa, quando mi sono svegliato in una stanza di motel mentre visitavamo la famiglia di nostra figlia in Oregon, non avevo assolutamente idea di dove fossi o cosa stavo facendo. Barbara stava dormendo profondamente, quindi non ero preoccupato. Ma per quanto fortemente mi concentrassi, sono rimasto profondamente confuso fino a quando un opuscolo in cima al cassettone ha rivelato la nostra posizione.


A volte, anche le conversazioni normali sono impegnative. Penso spesso a qualcosa da aggiungere ad una discussione e poi dimentico il pensiero nel momento che ho la possibilità di parlare. Questo può anche portare a preoccupazioni tra gli amici: “Sembravi lontano oggi a pranzo. Stai bene?” Ci sono momenti in cui la risposta è chiaramente "no".


Mi deprimo per la mia perdita di chiarezza. Analizzare qualsiasi cosa con più di alcune variabili può essere difficile. Di tanto in tanto, la profondità della mia confusione è opprimente.


Ma la demenza mi ricorda anche che c'è un lato più luminoso in ogni ombra. La malattia mi ha fatto apprezzare in modo più profondo e significativo la vita e il tempo. Che, di per sé, è una benedizione.

 

 

 


Fonte: Kent Pollock in The Sacramento Bee (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)