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Sopravvivere ai consigli non richiesti nella demenza

Mio padre ha la demenza. Io faccio del mio meglio per prendermi cura di lui ma scopro che quando i miei amici sentono la mia storia e danno consigli e commenti, mi sento come se alcuni di loro mi stiano giudicando.
Firmato, stanco dei consigli da tutti

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Non conosco la tua storia, ma l'opportunità può essere utile per informare te e i tuoi amici su tutti quei consigli gratuiti, commenti e giudizi associati.


Sento che i caregiver parlano molto di questo argomento quando condividono le loro storie. La maggior parte dei caregiver come te sta cercando di fare del proprio meglio in condizioni molto difficili e negative. Non è facile prendersi cura di qualcuno con demenza e anche meno facile quando le persone ti colmano di consigli indesiderati, critiche o forse commenti negativi. Il tuo ruolo di caregiver ti mette in una posizione interessante riguardo a questi 'consiglieri'.


Come umani, diamo continuamente giudizi, ma alcune persone lo fanno di più. Quando approfondiamo, la parola 'giudicare' implica dare giudizi in modo inutile. Questo non è probabilmente l'intenzione dei tuoi amici, ma arriva chiaramente in quel modo.


Quando qualcuno è malato, non è raro che altri condividano suggerimenti e idee. Alcuni di questi potresti averli cercati ed essere d'accordo, ma altri da un 'amico/consigliere' possono farti sentire che quella persona non abbia capito lo scenario della demenza.


Una ragione per cui ciò avviene spesso con la demenza è che quasi tutti conoscono qualcuno che è stato toccato dalla malattia. La demenza è anche abbastanza variabile nel modo di presentarsi. Può essere diverso il modo in cui caregiver specifici la affrontano, a seconda che la demenza sia lieve, moderata o nella fase avanzata. La consulenza in questo settore non è una 'taglia unica'!


Ricorda che le persone che ti consigliano possono avere alcuni buoni suggerimenti da condividere, ma a volte ciò deriva dalla loro stessa necessità di condividere la loro storia o il proprio viaggio di caregiver. Questo, ovviamente, può essere di aiuto, ed è una strategia usata nei gruppi di auto-mutuo-aiuto di Alzheimer; ma ancora una volta, dipende dal modo in cui questo consiglio viene condiviso.


Al consulente, suggerisco sempre: prima chiedere. L'altra persona desidera effettivamente il tuo contributo? Solo perché sei passato attraverso il caregiving non significa che gli altri siano in una condizione emotiva tale da ascoltare la tua saggezza. Anche solo ascoltare, spesso è utile. I caregiver spesso commentano che un orecchio di supporto è il dono più utile degli amici. Chiedere prima se c'è qualcosa che puoi condividere, essendo stato caregiver.


Ma tutti conosciamo qualcuno che non sarà in grado di evitare di condividere il suo consiglio che 'vale due centesimi'. Una tecnica è quella di mostrare gratitudine per il suo desiderio di aiutare, fissando un limite. Ad esempio, dire: "Apprezzo veramente le informazioni, ma adesso non sono pronta/o per questo". Può bastare per eliminare i consigli indesiderati. Se ciò non funziona, sii più schietta/o, dichiara: "Ho già molto materiale su cui pensare e ritengo che per ora sia sufficiente. Magari ne riparliamo quando sarò pronto".


Come caregiver, hai il diritto di fare ciò che senti giusto e puoi provare a farlo in un modo educato, e se necessario, non proprio educato. Se un amico dice qualcosa che ritieni offensivo o non appropriato, una buona risposta è: "So che stai solo cercando di aiutare, ma devo capire che cosa funziona per me".


Ricorda che molte persone devono sentire che stanno aiutando e facendo del bene. Riconferma al consulente che ha fatto un ottimo lavoro, ma ora è il tuo turno. Questo non è facile da fare quando c'è l'emozione del momento, la stanchezza del caregiving o la frustrazione di non fare mai 'la cosa giusta'. Ho sentito che molti caregiver reagiscono bruscamente, si irritano o persino litigano. Fai un respiro profondo e passa oltre se puoi. Se si tratta di qualcuno nel tuo circolo sociale, cerca di allontanarti quando non è in modalità di consulenza e prevenilo spiegando che preferisci non discutere dell'argomento per ora.


Parte del compito del caregiver è gestire tutte le informazioni che arrivano. Avere un professionista a cui affidarsi aiuterà sicuramente a farti sentire più sicuro di fissare i tuoi confini con gli altri.

 

 

 


Fonte: Nira Rittenberg in The Star (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

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Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

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