Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


I videogiochi d'azione possono danneggiare il tuo cervello

Un nuovo studio condotto all'Université de Montréal suggerisce che i neuroscienziati dovrebbero pensarci due volte prima di chiedere ai pazienti di giocare ai videogiochi come modo per aumentare il potere del cervello. Perché? Perché in molti casi il gioco può fare più male che bene.


Nello studio, pubblicato oggi in Molecular Psychiatry, il primo principale Greg West, professore associato di psicologia alla UdeM, rivela che i giocatori abituali di giochi d'azione si ritrovano con meno materia grigia nell'ippocampo, una parte importante del cervello: più l'ippocampo si esaurisce, più aumenta il rischio della persona di sviluppare malattie cerebrali e malattie che vanno dalla depressione alla schizofrenia, dalla PTSD all'Alzheimer.


West, che ha eseguito lo studio in collaborazione con la professoressa associata di psichiatria Véronique Bohbot dell'Università McGill, ha dichiarato:

"I videogiochi hanno dimostrato di dare benefici ad alcuni sistemi cognitivi nel cervello, soprattutto quelli legati all'attenzione visiva e alla memoria a breve termine. Ma ci sono anche evidenze comportamentali che questo beneficio potrebbe avere un costo, in termini di impatto sull'ippocampo".

"Ecco perché abbiamo deciso di fare uno studio completo con neuro scansioni, analizzando il cervello dei giocatori abituali di videogiochi d'azione e confrontandoli con i non giocatori, e quello che abbiamo visto era meno sostanza grigia nell'ippocampo dei giocatori abituati. Abbiamo quindi dato un seguito con due studi longitudinali per stabilire la causalità, e abbiamo scoperto che è proprio il gioco a causare i cambiamenti nel cervello".


L'ippocampo, il cui nome deriva dalla sua forma a cavalluccio marino, è la parte del cervello che aiuta le persone ad orientarsi (memoria spaziale) e a ricordare l'esperienza passata (memoria episodica). I tassisti di Londra in Inghilterra, per esempio, hanno dimostrato di avere un ippocampo più sviluppato. Più materia grigia nell'ippocampo significa un cervello più sano, tutto intorno.


Tuttavia, c'è un'altra parte importante del cervello chiamato 'striato' che controbilancia l'ippocampo. Ha un'area chiamata 'nucleo caudato' che agisce come una sorta di "autopilota" e "sistema di ricompensa" - per farci tornare a casa dal lavoro, ad esempio, e per dirci quando è il momento di mangiare, bere, fare sesso e fare altre cose che ci tengono vivi e felici. Il nucleo caudato ci aiuta anche a formare abitudini e a ricordare come fare cose come andare in bicicletta.


Il gioco ha dimostrato di stimolare il nucleo caudato più dell'ippocampo; l'85 per cento dei giocatori si basa su quella parte del cervello per navigare nel gioco. Il problema è che più usano il nucleo caudato, meno usano l'ippocampo e come risultato l'ippocampo perde cellule e si atrofizza, secondo il nuovo studio.


"Se i videogiochi d'azione portano a diminuire la materia grigia nell'ippocampo [dei giovani adulti], è opportuno essere cauti nell'incoraggiarne l'uso ... da parte di bambini, giovani adulti e anziani, per promuovere le competenze cognitive, la memoria a lungo termine e l'attenzione visiva", dice lo studio. Infatti, i "risultati suggeriscono che il miglioramento di tali abilità cognitive può costare caro".


In particolare, i pazienti con Parkinson combinato a demenza, così come quelli con Alzheimer, schizofrenia, depressione o PTSD (tutti con meno materia grigia nell'ippocampo), "non dovrebbero essere incoraggiati a seguire trattamenti con videogiochi d'azione" secondo lo studio.


Per fare la loro indagine, i ricercatori hanno reclutato alla UdeM circa 100 persone (51 uomini, 46 donne) e le hanno messe a giocare con diversi giochi popolari come Call of Duty, Killzone e Borderlands 2, oltre a giochi 3D della serie Super Mario, per un totale di 90 ore.


Per stabilire quali partecipanti erano 'spatial learners' (apprendevano la spazialità, quindi favorivano il loro ippocampo) invece di 'response learners' (apprendevano in base alla risposta, cioè usavano il sistema di ricompensa), West e il suo team hanno chiesto a ciascuno di attraversare un labirinto virtuale "4 su 8" sul loro computer. Da un punto centrale, dovevano navigare su quattro percorsi identici per catturare gli oggetti bersaglio, e poi, dopo che erano stati rimossi i rispettivi cancelli, si dovevano muovere sugli altri quattro.


Per ricordare i percorsi dove erano già stati, e non perdere tempo a cercare gli oggetti che avevano già preso, gli 'spatial learners' si orientavano con i punti di riferimento dello sfondo: una roccia, una montagna e due alberi. I 'response learners' non facevano così; ignoravano i punti di riferimento e si concentravano invece sul ricordo di una serie di giri a destra e a sinistra in una sequenza a partire dalla posizione iniziale.


Una volta stabilita la loro strategia di apprendimento, i partecipanti hanno quindi iniziato a giocare con i videogiochi d'azione e della piattaforma 3D. Lo stesso tempo di schermo per ciascuno ha prodotto effetti molto diversi sul cervello. Novanta ore di giochi d'azione hanno portato atrofia ippocampale nei 'response learners', mentre 90 ore di gioco dei giochi 3D hanno portato ad aumentare la materia grigia all'interno del sistema di memoria ippocampale di tutti i partecipanti.


"Poiché si è dimostrato che le strategie spaziali sono associate all'aumento di materia grigia dell'ippocampo durante i videogiochi, resta possibile che i 'response learners' possano essere incoraggiati ad usare strategie spaziali per contrastare gli effetti negativi sul sistema ippocampale", afferma lo studio, offrendo una scappatoia ai produttori di giochi d'azione: cambiare il design.


Ora, "i giocatori possono facilmente scegliere di navigare con una strategia che segue-il-percorso-di-risposta senza affidarsi alle relazioni tra punti di riferimento fondamentali per la strategia spaziale. [...] I videogiochi d'azione progettati senza GPS nel gioco o senza suggerimenti della strada da seguire sul display del gioco, potrebbero incoraggiare meglio l'apprendimento spaziale durante il gioco dei videogiochi d'azione".

 

 

 


Fonte: University of Montreal (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Greg West, Véronique Bohbot et al. Impact of Video Games on Plasticity of the Hippocampus. Molecular Psychiatry, 8/8/2017 doi:10.1038/mp.2017.155

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

La nostra identità è definita dal nostro carattere morale

24.06.2019 | Esperienze & Opinioni

Ti sei mai chiesto cos'è che ti rende te stesso? Se tutti i tuoi ricordi dovessero svani...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

Cibo per pensare: come la dieta influenza il cervello per tutta la vita

7.10.2024 | Esperienze & Opinioni

Una quantità di ricerche mostra che ciò che mangiamo influenza la capacità del corpo di ...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

Gas xeno potrebbe proteggere dall'Alzheimer, almeno nei topi; previsti te…

30.01.2025 | Ricerche

Molti dei trattamenti perseguiti oggi per proteggere dal morbo di Alzheimer (MA) sono co...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Dare un senso alla relazione obesità-demenza

2.08.2022 | Esperienze & Opinioni

Questo articolo farà capire al lettore perché l'obesità a volte può aumentare il rischio...

'Evitare l'Alzheimer potrebbe essere più facile di quanto pensi'…

16.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai l'insulino-resistenza? Se non lo sai, non sei sola/o. Questa è forse la domanda più ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.