Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Perché non tutte le persone con demenza hanno lo stesso comportamento?

frontal, temporal lobes and hippocampusI lobi frontale e temporale, con l'ippocampo, possono essere colpiti in modo diverso dalla demenza. (Fonte: The Conversation)

Per gli australiani, la demenza è la causa principale di morte per le donne e la terza per gli uomini.


Anche se la demenza NON è una parte normale dell'invecchiamento, il suo più grande fattore di rischio è l'età che avanza. Dato che la nostra è una popolazione che invecchia, le stime suggeriscono che i casi di demenza saranno quasi il triplo per il 2050.


Molte persone associano la demenza alla perdita di memoria, allora potrebbe essere una sorpresa che la demenza sia un killer. Quindi, cosa fa al corpo per farlo accadere?

 

Il cervello è il nostro centro di controllo

Tutto ciò che facciamo è controllato dal cervello. Genera le istruzioni che dicono alle nostre parti del corpo cosa fare, oltre a facilitare i nostri comportamenti complessi, come la personalità e la cognizione (la nostra capacità di pensare, capire e fare cose).


Quando una persona ha la demenza, i neuroni in varie parti del cervello smettono di comunicare correttamente, si disconnettono e gradualmente muoiono. Questo processo è chiamato neurodegenerazione.


La demenza è causata da malattie neurodegenerative progressive. Ciò significa che la malattia inizia in una parte del nostro cervello e si diffonde ad altre parti, influenzando sempre più funzioni nel corpo. Alcune cause di demenza interesseranno diverse parti del cervello, e i sintomi sviluppati da una persona con demenza dipenderanno da quale parte del loro cervello è colpita.

 

Perdita di memoria

Nelle prime fasi della demenza, una persona può avere problemi con la memoria, l'attenzione o la personalità.


Una delle cose più comuni che avvengono nella demenza è la perdita di memoria. Potrebbe non essere il primo cambiamento che accade, ma è spesso una delle prime cose che la gente nota. La perdita di memoria inizia quando degenerano e muoiono i neuroni in una parte del cervello, l'ippocampo.


L'ippocampo è un po' come un diario: tiene traccia di ciò che fai di minuto in minuto. Questo è il motivo per cui una persona con demenza potrebbe avere difficoltà a tenere traccia di ciò che sta facendo, di ricordare dove si trova e come è arrivata ​​lì, o a formare nuovi ricordi.


Una persona con demenza potrebbe anche sperimentare una perdita di memoria regressiva, poiché la malattia erode i neuroni che immagazzinano ricordi a lungo termine in varie posizioni nella corteccia cerebrale. Man mano che i ricordi più recenti di lungo termine vengono persi, succede che i ricordi più vividi potrebbero essere di decenni fa. Questo è il motivo per cui una persona con demenza potrebbe sentirsi come di esistere in un altro tempo.


Man mano che più parti del cervello soccombono alla malattia, le persone con demenza alla fine perdono il controllo delle funzioni nel corpo, come parlare e deglutire, e alla fine possono cadere in coma.


La demenza non definisce una malattia specifica, ma una serie di sintomi simili. Può essere causata dal morbo di Alzheimer (MA), dal morbo di Parkinson (MP) e da molte altre malattie o causato da malattie cardiache, ictus e ferite alla testa. Per rendere le cose più complesse, le persone possono avere più di un solo tipo di demenza.

 

La demenza colpisce le persone in modo diverso

Esistono diversi tipi di demenza. Ognuno è caratterizzato da diversi modelli di sintomi, sebbene ogni persona con lo stesso tipo di demenza non mostri necessariamente lo stesso insieme di sintomi, specialmente all'inizio.


Proprio come le nostre personalità possono essere incredibilmente diverse, il modo in cui la demenza può influenzare la personalità e il comportamento può essere molto diverso tra gli individui.

  • Ad esempio, una persona con MA avrà due regioni principali del cervello colpite: l'ippocampo e la corteccia entorinale. La corteccia entorinale è una parte specializzata del cervello che lavora insieme all'ippocampo per formare ricordi a lungo termine. Insieme, prendono gli stimoli da tutti i nostri sensi per aiutarci ad orientarci nello spazio e nel tempo, e ci aiutano anche a formare memorie dichiarative - cose come fatti e ricordi di eventi.

  • I cambiamenti nel cervello di una persona con un altro tipo di demenza, noto come demenza da Corpi di Lewy, sono meno consolidati. Ma includono danni a una parte leggermente diversa dell'ippocampo e una perdita di neuroni che producono i neurotrasmettitori dopamina e acetilcolina. Questi neuroni sono particolarmente importanti per vari aspetti del movimento, della percezione visiva e della cognizione. Per questo motivo, le persone con demenza da Corpi di Lewy potrebbero sperimentare allucinazioni e difficoltà nel movimento.

  • Una persona con demenza frontotemporale sperimenterà una degenerazione che colpisce i lobi frontali e temporali del cervello, anche se la posizione esatta può variare tra le persone.

    Il lobo frontale è la parte del cervello responsabile della capacità di esprimere giudizi e decisioni, compresa l'interpretazione di ciò che è socialmente accettabile. Quindi una persona con questo tipo di demenza può agire sui propri impulsi o vocalizzare le proprie opinioni o pensieri senza rendersene conto. Si potrebbe dire che la perdita dei filtri comportamentali implica che alcune persone affette da demenza esprimono umanità ed emozione nella sua forma più grezza e vera.

    Il lobo temporale (che contiene anche l'ippocampo), è la parte del cervello che ci aiuta a elaborare facce, suoni e scene, nonché memorie di forma.


Alla fine, la malattia si diffonderà ad altre parti del cervello. Ad esempio, i neuroni nella parte del cervello coinvolti nel riconoscere i volti (chiamata giro fusiforme) potrebbero degenerare, con conseguente incapacità di riconoscere le persone. Questo può accadere anche quando una persona con demenza ricorda ancora chi sei. Per questo motivo può essere utile ri-presentarti quando parli con una persona affetta da demenza.


Le persone con demenza meritano compassione. Non hanno il controllo sui loro cambiamenti comportamentali, ma noi abbiamo il controllo su come reagiamo a questi cambiamenti. Attraverso l'istruzione e la comprensione, possiamo tutti avere un ruolo.

 

 

 


Fonte: Lila Landowski, neuroscienziata della University of Tasmania

Pubblicato su The Conversation (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)