Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


I giochi cerebrali sono utili? La risposta va da 'non sappiamo' a 'no'.

Probabilmente hai visto pubblicità di app [applicazioni] che promettono di renderti più intelligente dedicando loro pochi minuti al giorno. È possibile acquistare e scaricare centinaia di programmi di 'brain training' (allenamento cerebrale). Questi semplici giochi sono progettati per sfidare le abilità mentali, con l'obiettivo ultimo di migliorare le prestazioni di compiti quotidiani importanti.


Ma il semplice cliccare su animazioni di pesci che nuotano o su segnali stradali lampeggianti sul tuo telefono può aiutare davvero a migliorare il funzionamento del tuo cervello?


Due gruppi ampi di scienziati e professionisti della salute mentale hanno pubblicato dichiarazioni di consenso nel 2014, a distanza di alcuni mesi, sull'efficacia di questi tipi di giochi cerebrali. Entrambi comprendevano persone con anni di esperienza di ricerca e competenze in cognizione, apprendimento, acquisizione di abilità, neuroscienze e demenza. Entrambi i gruppi hanno considerato attentamente lo stesso corpo di prove disponibili in quel momento.


Eppure, hanno dichiarato cose esattamente opposte:

  • Uno ha concluso che "ci sono poche prove del fatto che i giochi del cervello migliorino le più ampie abilità cognitive sottostanti, o che consenta a qualcuno di navigare meglio nel regno complesso della vita di tutti i giorni".
  • L'altro ha sostenuto che "un corpo sostanziale e crescente di prove dimostra che alcuni regimi di allenamento cognitivo possono migliorare significativamente la funzione cognitiva, anche in modi che generalizzano alla vita di tutti i giorni".

Queste due dichiarazioni contraddittorie, in competizione, evidenziano un profondo disaccordo tra gli esperti e una controversia fondamentale su quella che è una prova convincente che qualcosa sia vero.


Poi, nel 2016, la Federal Trade Commission degli Stati Uniti è entrata nella mischia con una serie di decisioni, tra cui una multa da 50 milioni di dollari (successivamente ridotta a 2 milioni) contro uno dei pacchetti di allenamento del cervello più pubblicizzati sul mercato. La FTC ha concluso che gli annunci pubblicitari di Lumos Labs - che reclamizzava la capacità di Lumosity, il suo programma di allenamento del cervello, di migliorare la cognizione, le prestazioni a scuola e al lavoro dei consumatori, proteggerli dall'Alzheimer e contribuire a trattare i sintomi dell'ADHD - non erano basati su evidenze [scientifiche].


Alla luce delle affermazioni contrastanti e delle dichiarazioni scientifiche, della pubblicità e delle decisioni del governo, cosa dovrebbero credere i consumatori? Vale la pena spendere tempo e denaro per investire nella formazione del cervello? Quali tipi di benefici, se ce ne sono, puoi aspettarti? O potresti passare meglio il tuo tempo a fare qualcos'altro?


Sono uno scienziato cognitivo e membro dell'Institute for Successful Longevity della Florida State University. Da quasi vent'anni sto studiando cognizione, prestazioni umane ed effetti di diversi tipi di allenamento. Ho condotto studi di laboratorio che hanno messo direttamente alla prova le idee che sono alla base delle affermazioni fatte dalle aziende di stimolazione cerebrale.


Sulla base di queste esperienze, la mia risposta ottimistica alla domanda se valga la pena allenare il cervello sarebbe 'semplicemente non lo sappiamo'. Ma la risposta vera dovrebbe essere 'no'.

 

 

La ricerca quanto misura i miglioramenti?

Io e i miei colleghi abbiamo sostenuto che la maggior parte degli studi pertinenti non è in grado di fornire prove definitive, in ogni caso. Alcuni di questi problemi sono di natura statistica. Gli studi sull'allenamento cerebrale spesso guardano al suo effetto su molteplici test cognitivi - di attenzione, memoria, capacità di ragionamento e così via - nel tempo. Questa strategia ha senso se si vuole scoprire l'ampiezza dei potenziali guadagni.


Ma, per ogni test eseguito, c'è la possibilità che i punteggi migliorino solo per caso. Più sono i test, maggiore è la possibilità che i ricercatori vedano almeno un falso allarme. Gli studi sull'allenamento cerebrale che includono molti test e riportano solo risultati significativi di uno o due, non sono affidabili a meno che non controllino il numero di test che vengono somministrati. Sfortunatamente, molti studi non lo fanno, mettendo in dubbio i loro risultati.


Un altro problema di progettazione ha a che fare con gruppi di controllo NON adeguati. Per affermare che un trattamento ha avuto effetto, il gruppo che riceve il trattamento deve essere confrontato con un gruppo che non lo ha avuto. È possibile, ad esempio, che le persone che ricevono un allenamento al cervello migliorino in base a un test di valutazione solo perché lo hanno già fatto prima e poi di nuovo dopo l'allenamento. Poiché anche il gruppo di controllo esegue il test due volte, si devono escludere miglioramenti cognitivi basati su effetti della pratica.


Molti studi che sono stati usati per sostenere l'efficacia dell'allenamento cerebrale hanno confrontato l'effetto dell'allenamento cerebrale con un gruppo di controllo che non ha fatto nulla. Il problema è che qualsiasi differenza osservata tra il gruppo di allenamento e il gruppo di controllo in questi casi potrebbe facilmente essere spiegata con un effetto placebo.


L'effetto placebo è un miglioramento che non è il risultato diretto di un trattamento, ma un effetto dell'aspettativa dei partecipanti di sentirsi meglio o di ottenere risultati migliori a seguito del trattamento. Questa è una preoccupazione importante in qualsiasi studio di intervento, finalizzato a comprendere sia l'effetto di un nuovo farmaco che di un nuovo prodotto di allenamento cerebrale.


I ricercatori ora realizzano che fare qualcosa genera una maggiore aspettativa di miglioramento rispetto al non fare nulla. Riconoscere la probabilità di un effetto placebo sta cambiando gli standard per testare l'efficacia dei giochi cerebrali. Ora è molto più probabile che gli studi usino un gruppo di controllo attivo composto da partecipanti che svolgono attività alternative di allenamento non cerebrale, piuttosto che non fare nulla.


Tuttavia, questi controlli attivi non sono sufficienti per controllare le aspettative. Ad esempio, è improbabile che un partecipante in una condizione di controllo che comprende cruciverba o video didattici informatizzati si aspetti miglioramenti tanto quanto un partecipante assegnato alla prova di prodotti commerciali di addestramento del cervello a ritmo rapido e adattivo, prodotti specificamente propagandati come in grado di migliorare la cognizione.


Tuttavia, gli studi progettati in modo così inadeguato continuano a pretendere di dare le prove che l'allenamento commerciale del cervello funziona. È raro che gli studi misurino le aspettative per aiutare a comprendere e contrastare i potenziali effetti placebo.


I partecipanti ai nostri studi sviluppano aspettative in base alla loro condizione di allenamento e sono particolarmente ottimisti riguardo agli effetti dell'allenamento cerebrale. Le aspettative non corrispondenti tra i gruppi sono una seria preoccupazione, perché ci sono prove crescenti che suggeriscono che i test cognitivi sono suscettibili agli effetti del placebo, inclusi i test di memoria, di intelligenza e di attenzione.

 

 

C'è un meccanismo che può migliorare?

C'è un'altra domanda importante che deve essere affrontata: l'allenamento del cervello dovrebbe funzionare? Cioè, dato ciò che gli scienziati sanno del modo in cui le persone apprendono e acquisiscono nuove competenze, dovremmo aspettarci che l'allenamento su un compito migliori le prestazioni di un altro compito non allenato?


Questa è l'affermazione fondamentale delle aziende di formazione del cervello: l'utilizzo di giochi su un computer o dispositivo mobile migliorerà le tue prestazioni in tutti i tipi di attività che non sono il gioco che stai facendo.


Ad esempio, 'l'allenamento alla velocità di elaborazione' è stato incorporato nei prodotti commerciali di addestramento del cervello. L'obiettivo qui è migliorare la rilevazione di oggetti periferici, che può essere utile per evitare un incidente automobilistico. Un gioco del cervello può assumere la forma di scene naturali con uccelli presenti in punti periferici; i giocatori devono individuare uccelli specifici, anche se l'immagine viene presentata solo brevemente. Ma la ricerca di uccelli su uno schermo può aiutarti a rilevare ed evitare, ad esempio, un pedone che scende dal marciapiede mentre stai guidando?


Questa è una domanda cruciale. Poche persone si preoccupano di migliorare il proprio punteggio in un esercizio di allenamento cerebrale computerizzato astratto. Ciò che è importante è migliorare la capacità di svolgere compiti quotidiani che riguardano la sicurezza, il benessere, l'indipendenza e il successo nella vita. Ma oltre un secolo di ricerca suggerisce che i guadagni nell'apprendimento e nell'allenamento tendono ad essere estremamente specifici. Trasferire i guadagni da un'attività all'altra può essere difficile.


Si consideri l'individuo chiamato SF, che è stato in grado, con una pratica estesa, di migliorare la propria memoria per i numeri da 7 a 79 cifre. Dopo l'allenamento, è stato in grado di ascoltare una lista di 79 cifre generate casualmente e di ripetere immediatamente questa lista di numeri, perfettamente, senza indugio. Ma riusciva comunque a ricordare e ripetere solo circa 6 lettere dell'alfabeto.


Questo è solo uno dei tanti esempi in cui gli individui possono migliorare notevolmente le loro prestazioni in un compito, ma non dimostrano alcun guadagno in termini di formazione quando hanno di fronte una sfida leggermente diversa. Se i benefici dell'allenamento sul ricordare le cifre non si trasferiscono a ricordare le lettere, perché l'allenamento a rilevare l'uccello virtuale si trasferirà alla guida, alle prestazioni accademiche o alla memoria quotidiana?

 

 

Rimanere mentalmente vivaci

I programmi di allenamento cerebrale sono una scorciatoia accattivante, uno schema 'diventa intelligente presto'. Ma migliorare o mantenere la cognizione probabilmente non sarà né facile né veloce. Invece, potrebbe richiedere una vita - o almeno un periodo prolungato - di sfide e apprendimento cognitivo.


Se sei preoccupato per la tua cognizione, cosa dovresti fare?


Per prima cosa, se ti dedichi ai giochi del cervello e ti divertono, continua a giocare. Ma mantieni realistiche le tue aspettative. Se stai giocando esclusivamente per ottenere benefici cognitivi, considera invece altre attività che potrebbero essere stimolanti sul piano cognitivo, o almeno più soddisfacenti, come imparare una nuova lingua, ad esempio, o imparare a suonare uno strumento.


Alcune evidenze suggeriscono che l'esercizio fisico può potenzialmente aiutare a mantenere la cognizione. Anche se l'esercizio non avesse alcun effetto sulla cognizione, ha evidenti benefici per la salute fisica, quindi perché non muovere un po' il corpo?


La lezione più importante della letteratura sull'allenamento è questa: se vuoi migliorare le tue prestazioni in un compito che è importante per te, esercitati in quel compito. I giochi mentali possono solo migliorare le tue abilità a fare i giochi mentali.

 

 

 


Fonte: Walter Boot, professore di psicologia cognitiva alla Florida State University

Pubblicato su The Conversation (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.