Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


8 Principi per comunicare con persone affette da demenza

Ecco alcuni principi della comunicazione, dell'azione, e della comprensione che ho imparato dai miei pazienti. Spero che siano utili per te e per i tuoi cari.

 

  1. La verità è relativa, e dobbiamo considerarla dal punto di vista dell'individuo. Pensa a un uomo anziano modesto con Alzheimer moderato o grave. La sua famiglia ha assunto una operatrice sanitaria in casa per aiutare nella cura personale. Egli si agita ogni volta che lei cerca di fargli una doccia. Consideriamo la sua prospettiva: a causa della perdita di memoria, non ricorda che lei è stata lì ogni settimana nell'ultimo anno; lui pensa solo che c'è una estranea che non ha mai incontrato, che gli chiede di togliersi i vestiti.
  2. Dobbiamo essere calmi, rilassati, e rassicuranti. Quelli con demenza spesso assorbono il nostro stato d'animo, percependo inconsciamente il nostro linguaggio del corpo e il tono della voce. Così, possiamo inavvertitamente creare agitazione se ci irritiamo quando ci viene fatta per la 34a volta una domanda o ci turbiamo quando la zuccheriera cade accidentalmente a terra.
  3. La distrazione può essere uno strumento utile. La maggior parte di noi ha imparato quanto è inutile cercare di ragionare o discutere quando un individuo con demenza ti dice alle 8 di sera che ha bisogno di lasciare la sua casa per “andare a casa”. Ciò che spesso funziona è distrarlo con un'attività che gradisce, come ad esempio guardare album di foto, ascoltare musica, guardare un film preferito, fare uno spuntino, o semplicemente fare una passeggiata.
  4. È importante essere occupati. Nessuno vuole veramente essere inattivo. La cosa che può essere difficile è trovare un'attività che l'individuo può fare e gradire. Qui vorrei semplicemente incoraggiarti a pensare a cose nuove. Ad esempio, un collezionista di monete potrebbe non essere più in grado di rilevare le varietà rare e le monete speciali come faceva una volta, ma potrebbe passare due ore felicemente riordinando un barattolo di monetine assortite in spiccioli da 1, 2, 5, 10, 20, 50, centesimi. Che fai domani? Li rimetti tutti insieme e gli chiederai di farlo di nuovo. Allo stesso modo, se a tua madre piace piegare lavanderia, lascia che la pieghi. Ha già finito? Stropiccia ancora il bucato e lascia che lo pieghi ancora.
  5. Coinvolgi famiglia e amici. La demenza è uno sport di squadra. Molti coniugi ritengono che essi dovrebbero essere in grado di prendersi cura della loro moglie o del marito da soli, ma l'assistenza delle persone con demenza è più di quanto può fare una persona da sola.
  6. Vivi il momento. Quelli con una perdita di memoria significativa potrebbero non essere in grado di valutare o discutere di politica, attualità, sport, o anche del tempo. Ma molti possono ancora godere di cose che sono direttamente di fronte a loro. Prova a passeggiare in un museo, una esibizione allo zoo, o un sentiero in giardino.
  7. Accetta che alcune cose non possano essere corrette. Ci sono molti cambiamenti e perdite nella demenza che devono essere accettate. Oltre a perdere la capacità di lavorare, guidare, o di seguire gli hobby, c'è anche la perdita del rapporto, almeno come era prima, tra marito e moglie, tra genitore e figlio. La demenza è sempre in cambiamento, e quindi l'accettazione deve diventare un'attività ricorrente.
  8. Cerca la gioia. Cerca attività appropriate che portano gioia alla persona che ami. Fai una passeggiata in un parco. Visita la famiglia e gli amici. Inventa un gioco. O, magari, tieni semplicemente le sue mani nelle tue. Perché senza gioia, la vita, con o senza demenza, sarebbe difficilmente degna di essere vissuta.

 

 

 


Fonte: Andrew Budson MD, professore di neurologia alla Boston University, e docente di neurologia ad Harvard.

Pubblicato su Psychology Today (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)