Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Onde ritmiche del cervello: fluttuazioni dell'attività elettrica del cervello alla base di pensieri e ricordi

Onde cerebraliUno dei più grandi enigmi nel campo delle neuroscienze è il modo in cui il nostro cervello codifica pensieri come le percezioni e i ricordi, a livello cellulare.

Alcune evidenze suggeriscono che insiemi di neuroni rappresentano ognuno un pezzo unico di informazioni, ma non si sa a cosa assomigliano questi insiemi, o come si formano.


Un nuovo studio condotto da ricercatori del MIT e della Boston University (BU) mette in luce come gli insiemi neurali formano pensieri e sostengono la flessibilità di cambiare la mente. Il team di ricerca, guidato da Earl Miller, professore Picower di Neuroscienze al MIT, ha identificato i gruppi di neuroni che codificano specifiche regole comportamentali oscillando in sincronia l'uno con l'altro. I risultati, pubblicati nel numero del 21 Novembre della rivista Neuron, suggeriscono che la natura del pensiero cosciente può essere ritmica.

"Mentre parliamo, i pensieri fluttuano dentro e fuori la nostra testa. Questi sono tutti insiemi che si formano e poi si riconfigurano in qualcosa d'altro. E' da sempre un mistero come il cervello lo fa", dice Miller, che è anche membro del Picower Institute for Learning and Memory del MIT. "Questo è il problema fondamentale di cui stiamo parlando - la natura intrinseca del pensiero stesso".

 

Regole di comportamento

I ricercatori hanno identificato due insiemi neurali nel cervello di scimmie addestrate a rispondere a oggetti in base sia al colore che all'orientamento. Questo compito richiede flessibilità cognitiva: la possibilità di passare tra due gruppi distinti di regole di comportamento. "In realtà si stanno concentrando su alcune parti delle informazioni del mondo e ignorandone altre. Quale comportamento seguire dipende dal contesto", dice Tim Buschman, un postdottorato del MIT e uno dei principali autori dello studio.


Mentre gli animali commutavano tra le attività, i ricercatori hanno misurato le onde cerebrali prodotte in diversi punti della corteccia prefrontale, dove ha luogo la maggior parte della pianificazione e del pensiero. Queste onde sono generate da fluttuazioni ritmiche dell'attività elettrica dei neuroni. Quando gli animali rispondevano agli oggetti in base all'orientamento, i ricercatori hanno scoperto che alcuni neuroni oscillavano alle alte frequenze che producono le cosiddette onde beta. Quando invece la regola richiesta era il colore, nella frequenza beta oscillava un insieme differente di neuroni. Alcuni neuroni erano sovrapposti, appartenevano a più di un gruppo, ma ogni insieme ha il suo proprio modello distintivo.


È interessante notare che i ricercatori hanno visto anche oscillazioni nella gamma bassa della frequenza alfa tra i neuroni che compongono l'insieme "regola di orientamento", ma solo quando è stato applicata la "regola colore". I ricercatori ritengono che le onde alfa, che sono associate alla soppressione dell'attività cerebrale, aiutano a calmare i neuroni che attivano la "regola orientamento". "Questo suggerisce che l'orientamento è dominante, e il colore è più debole. Il cervello getta questa esplosione di alfa sul complesso orientamento per zittirlo, in modo che l'animale potesse utilizzare l'insieme più debole", dice Miller.


Anche Eric Denovellis, studente laureato della Boston University, è uno degli autori principali dello studio. Altri autori sono Cinira Diogo, ex postdottorato del Picower Institute, e Daniel Bullock, professore di sistemi cognitivi e neurali della BU.

 

Oscillazione come coscienza

I ricercatori stanno ora cercando di capire come questi gruppi neurali coordinano la loro attività mentre il cervello passa da una all'altra delle diverse norme, o pensieri. Alcuni neuroscienziati hanno teorizzato che le strutture più profonde del cervello, come il talamo, gestiscano questo coordinamento, ma non si sa per certo, dice Miller. "E' uno dei più grandi misteri della cognizione, ciò che controlla i nostri pensieri", dice.


Questo lavoro potrebbe anche contribuire a svelare le basi neurali della coscienza. "La caratteristica più fondamentale della coscienza è la sua capacità limitata. Si possono avere solo molto pochi pensieri nella mente allo stesso tempo", dice Miller. Queste oscillazioni possono spiegare perché questo succede: studi precedenti hanno dimostrato che quando un animale è in possesso di due pensieri in mente, oscillano nelle frequenze beta due insiemi diversi, fuori fase tra loro.


"Questo ci fa intuire immediatamente perché c'è una limitata capacità della coscienza: solo un certo numero di palle può essere tenuto in aria, allo stesso tempo, solo una quantità limitata di informazioni può essere inserita in un ciclo oscillatorio", dice Miller. Il deterioramento di queste oscillazioni può essere coinvolto nei disturbi neurologici come la schizofrenia; studi hanno dimostrato che i pazienti con schizofrenia hanno oscillazioni beta ridotte.


La ricerca è stata finanziata dalla National Science Foundation e dall'Istituto Nazionale della Salute Mentale.

 

 

 

***********************
Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce? Puoi usare il modulo dei commenti qui sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica.

 

***********************
Fonte: Materiale del Massachusetts Institute of Technology. Articolo originale scritto da Anne Trafton.

Riferimento: Timothy J. Buschman, Eric L. Denovellis, Cinira Diogo, Daniel Bullock, Earl K. Miller. Synchronous Oscillatory Neural Ensembles for Rules in the Prefrontal Cortex. Neuron, 2012; 76 (4): 838 DOI: 10.1016/j.neuron.2012.09.029.

Pubblicato in ScienceDaily il 21 Novembre 2012 - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:



Notizie da non perdere

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

Per capire l'Alzheimer, ricercatori di Yale si rivolgono alla guaina di m…

4.07.2025 | Ricerche

L'interruzione degli assoni, la parte simile a una coda nelle cellule nervose che trasme...

'Evitare l'Alzheimer potrebbe essere più facile di quanto pensi'…

16.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai l'insulino-resistenza? Se non lo sai, non sei sola/o. Questa è forse la domanda più ...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Nuove case di cura: 'dall'assistenza fisica, al benessere emotivo�…

5.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Helen Gosling, responsabile delle operazioni della Kingsley Healthcare, con sede a Suffo...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Età degli organi biologici prevede il rischio di malattia con decenni di antic…

11.03.2025 | Ricerche

I nostri organi invecchiano a ritmi diversi e un esame del sangue che determina quanto ciascuno è...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Cosa accade nel cervello che invecchia

11.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Il deterioramento del cervello si insinua sulla maggior parte di noi. Il primo indizio p...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)