Un nuovo studio ha identificato quali esami del sangue sono i migliori nel rilevare l'Alzheimer nelle prime fasi e anche quello ottimale per rilevare gli effetti rilevanti di un trattamento. Questi risultati accelereranno lo sviluppo di nuove terapie che possono rallentare la progressione della malattia.
Il Swedish Study, guidato dal prof. Oskar Hansson dell'Università di Lund e dal prof. Kaj Blennow dell'Università di Göteborg, ha analizzato diversi esami del sangue sviluppati di recente per la patologia e la neurodegenerazione del morbo di Alzheimer (MA) in 575 persone della coorte BioFINDER. In 242 partecipanti, i test al plasma sono stati ripetuti fino a 6 anni, insieme a test cognitivi e scansioni a risonanza magnetica.
Lo studio, pubblicato in Nature Medicine, ha rivelato che vari biomarcatori del sangue (fosfo-tau231 e Aβ42/40) erano sufficienti a identificare la patologia del MA, anche nei partecipanti senza sintomi e quindi potrebbero essere usati come strategia per selezionare gli individui ideali per nuovi studi di modifica della malattia, un compito che attualmente richiede costose tecniche di scansione molecolare o prelievi lombari.
Tuttavia, nel corso dei 6 anni testati, è stato dimostrato che solo la fosfo-tau217 era correlata alla patologia del MA, al declino delle prestazioni cognitive e a un aumento dell'atrofia cerebrale tipico del MA incipiente. Pertanto, la fosfo-tau217 sarà un marcatore ideale per scoprire gli effetti rilevanti di nuovi interventi di modifica della malattia. Lo studio ha grandi implicazioni sull'uso degli esami del sangue negli studi anti-Aβ annunciati di recente.
"Esami specifici del sangue possono essere ottimali per identificare la patologia di MA o per monitorare la progressione della malattia e quindi hanno ruoli diversi negli studi clinici", ha spiegato il primo autore dello studio dott. Nicholas Ashton dell'Università di Göteborg. "Questo studio ha dimostrato che la fosfo-tau217 è posizionata in modo univoco per essere un test ottimale per il monitoraggio dei pazienti, sia in ambito clinico che in ambiente sperimentale, a causa della sua associazione longitudinale con lo sviluppo di MA".
Un aspetto importante di questo studio era che la fosfo-tau217 è stata in grado di monitorare tali cambiamenti nella patologia e nella cognizione nelle fasi molto iniziali del processo della malattia. Questa scoperta è stata replicata in una coorte indipendente negli Stati Uniti: il Wisconsin Registry for Alzheimer's Prevention.
"Oltre a migliorare la progettazione di studi clinici, i nuovi esami del sangue rivoluzioneranno le diagnosi delle prime fasi del MA", afferma Oskar Hansson. “Inoltre, in futuro la fosfo-tau217 potrebbe essere usata per monitorare la risposta nei singoli pazienti alle terapie modificanti la malattia nella pratica clinica".
Fonte: University of Gothenburg (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.
Riferimenti: NJ Ashton, ...[+21], O Hansson. Differential roles of Aβ42/40, p-tau231 and p-tau217 for Alzheimer’s trial selection and disease monitoring. Nature Medicine, 2022, DOI
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