Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


'Chaperoni extracellulari', un aiuto per rimuovere le proteine anormali

Dei ricercatori hanno scoperto come vengono degradate le proteine mal ripiegate presenti all'esterno delle cellule, impedendo loro di causare problemi di salute.

Lysosomal degradation by α2M and clusterinSchema della degradazione lisomatica per mezzo dei chaperoni α2M e clusterina. (Fonte: Tomihari et al.)

Se esposte a condizioni stressanti, diverse proteine tendono a piegarsi in modo errato e ad aggregarsi all'interno o all'esterno delle cellule. Questi aggregati, se accumulati, possono contribuire ai disturbi legati all'età, compreso il morbo di Alzheimer (MA).


I chaperoni (=ciceroni, accompagnatori) extracellulari stabilizzano le proteine mal ripiegate per impedire la loro aggregazione e sono implicati nell'eliminazione di queste proteine difettose esterne alle cellule, ma i loro meccanismi sono poco chiari. Ora, ricercatori dell'Università di Chiba (Giappone) hanno sviluppato un test in grado di rilevare quantitativamente questo processo e hanno scoperto che i chaperoni extracellulari mediano la degradazione lisosomiale delle proteine extracellulari mal ripiegate.


Le proteine tendono a piegarsi erroneamente e a diventare difettose se esposte a fattori di stress come calore, ossidazione e cambiamenti del pH. L'accumulo di proteine anormali contribuisce a malattie neurodegenerative come il MA. Allora, in che modo il corpo umano gestisce queste proteine mal ripiegate o difettose? Regolando le reti proteiche attraverso un processo chiamato 'proteostasi', che impedisce l'aggregazione proteica e qualsiasi danno che può derivare dall'accumulo di proteine mal ripiegate all'interno (intracellulari) o all'esterno (extracellulari) delle cellule.


Un insieme di proteine uniche, i chaperoni molecolari, hanno un ruolo essenziale nella proteostasi: puntano e interagiscono con le proteine mal ripiegate, mantengono la loro solubilità e le designano per un nuovo piegamento o per la degradazione. E, mentre la proteostasi intracellulare è ben compresa, le condizioni extracellulari sono più ostiche.


Mediare la proteostasi in questo ambiente richiede chaperoni molecolari extracellulari specifici e i dettagli della proteostasi extracellulare devono ancora essere completamente compresi. Prendi, ad esempio, un chaperone extracellulare, l'alfa 2-macroglobulina (ɑ2M), una proteina plasmatica abbondante. L'ɑ2m punta le proteine difettose e si ipotizza che faciliti la loro eliminazione. Tuttavia, non conosciamo il meccanismo esatto di come ciò accade.


Ora, un team di ricercatori della Università di Chiba, guidato dal dott. Eisuke Itakura, professore associato del Dipartimento di Biologia, ha identificato i substrati che l'ɑ2M punta per la degradazione, e ha pubblicato i risultati il 28 marzo 2023 su Scientific Reports. Hanno anche sviluppato un nuovo saggio che rileva come l'ɑ2m media la degradazione lisosomiale delle proteine puntate.


“Finora non era disponibile alcun metodo quantitativo per rilevare la degradazione lisosomiale delle proteine extracellulari. Pertanto, abbiamo approntato un test di internalizzazione della fluorescenza per misurare la degradazione lisosomiale mediata dall'α2M"
, afferma il dott. Itakura.


Per realizzare il test, il chaperone α2M è stato marcato con pro-teine di fluorescenza rossa e verde (RFP e GFP, o RG) che possono essere rilevate visivamente all'interno delle cellule. Quando l'α2M-RG è stato interiorizzato nei lisosomi, si è rilevata la fluorescenza di RFP, ma non di GFP. Questo è perché GFP è soggetto a degradazione lisosomiale, ma la RFP è abbastanza resistente.


"Quindi, in questo test, se l'α2M induce la degradazione di proteine mal ripiegate, la RFP dovrebbe accumularsi nella cellula, producendo una fluorescenza rossa"
, spiega il dott. Itakura.


Questi risultati sono stati anche validati nei lisati dei globuli rossi. Il gruppo ha poi sondato il motivo della presenza di più chaperoni extracellulari all'interno del nostro corpo, confrontando le specificità del substrato di α2M e della clusterina, un altro chaperone extracellulare. In precedenza, il gruppo aveva riferito che anche la clusterina ha una parte nella degradazione extra-cellulare di proteine come l'amiloide-beta, la cui aggregazione extracellulare è implicata nel MA.


Il gruppo ha scoperto che mentre α2M e clusterina avevano funzioni sovrapposte, i loro percorsi non erano ridondanti. Hanno visto che l'α2M riconosce le proteine difettose più inclini all'aggregazione. Secondo i ricercatori, questa scoperta è coerente con la teoria secondo cui una serie di chaperoni extracellulari collabora per proteggerci dallo spettro delle proteine mal ripiegate che si trovano nel corpo.


Ma quali sono le implicazioni a lungo termine di questo lavoro? Il dott. Itakura afferma:

"In futuro, eliminare il meccanismo molecolare della degradazione delle proteine da parte dei chaperoni extracellulari può rivelarsi utile nel trattamento delle malattie correlate, come il MA. Degradando e rimuovendo le proteine anormali che si accumulano all'esterno delle cellule, i chaperoni extracellulari hanno il potenziale per essere uno strumento terapeutico prezioso".

"Se si può determinare una relazione più dettagliata tra chaperoni extracellulari e malattie, potrebbe essere possibile prevedere le condizioni di un individuo e la probabilità di sviluppare una particolare malattia attraverso esami del sangue".

 

 

 


Fonte: Chiba University (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: A Tomihari, ...[+2], E Itakura. Alpha 2-macroglobulin acts as a clearance factor in the lysosomal degradation of extracellular misfolded proteins. Scientific Reports, Mar 2023, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.