Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


PET-tau: una finestra sul futuro dei pazienti di Alzheimer

Un team dell'Università di Ginevra dimostra il valore delle scansioni per rilevare la presenza della proteina tau nel cervello e prevedere il declino cognitivo causato dall'Alzheimer.

Tau loads and accumulationScansione PET della tau con 18F-Flortaucipir nell'Alzheimer. Un modello prototipico di accumulo di tau, ottenuto confrontando il carico di tau nei pazienti con Alzheimer e nei controlli sani. La scala blu-bianco indica carichi tau più pronunciati, le aree rosa-bianche rappresentano quelle con il maggior accumulo. Fonte: ©UNIGE

Il morbo di Alzheimer (MA), una delle malattie neurodegenerative più comuni, porta alla perdita progressiva di memoria e autonomia. È caratterizzato dall'accumulo di proteine neurotossiche nel cervello, che formano le placche amiloidi e i grovigli tau.


A causa dello sviluppo silenzioso della patologia per decenni, la diagnosi molto precoce è della massima importanza per poter agire il più presto possibile nel processo della malattia. Un team dell'Università di Ginevra (UNIGE) e della sua Cinica Universitaria (HUG) ha dimostrato che la PET tau - una nuova tecnica di scansione che visualizza la proteina tau - può prevedere il declino cognitivo nei pazienti molto meglio delle tecniche di scansione usate di norma.


Questi risultati, pubblicati su Alzheimer's & Dementia, parlano a favore della rapida introduzione della PET tau nella routine clinica per fornire ai pazienti soluzioni precoci e individualizzate.


Oggi, uno dei principali strumenti diagnostici per il MA è la tomografia di emissione di positroni (PET), una tecnica di scansione in cui vengono iniettati traccianti per visualizzare processi patologici specifici nel cervello.


Valentina Garibotto, prof.ssa associata del dipartimento di radiologia e informatica medica nella facoltà di medicina dell'UNIGE e capo medico nella divisione di medicina nucleare e scansione molecolare dell'HUG, che ha diretto questa ricerca, spiega:

"La PET comporta l'iniezione nel paziente di traccianti radioattivi di basso livello che scompaiono in poche ore. Sono progettati per legarsi alle molecole umane che vogliamo rilevare, rendendole visibili con i tomografi PET" .

"Da due decenni abbiamo traccianti specifici per l'amiloide ed esistono da tempo traccianti per monitorare il metabolismo del glucosio, che indica la capacità del cervello di usare correttamente le sue risorse energetiche. Tuttavia, il MA è complesso e queste due tecniche non sono sufficienti per fornire tutte le risposte".

 

Confrontare le tecniche di scansione

Il flortaucipir è un radiotracciante che si lega alla proteina tau, sviluppato da una società farmaceutica e approvato dalla FDA nel 2020. Consente il rilevamento dell'accumulo di tau e la sua distribuzione nel cervello per valutare con precisione il suo ruolo nella manifestazione clinica della malattia.


Gli scienziati dell'UNIGE e dell'HUG volevano determinare quale modalità di scansione (PET amiloide, PET del metabolismo del glucosio o PET tau) può prevedere meglio il futuro declino cognitivo causato dal MA. Circa 90 partecipanti sono stati reclutati al Centro della Memoria dell'HUG.


"I nostri risultati mostrano che mentre le varie misure PET erano tutte associate alla presenza di sintomi cognitivi, confermando il loro ruolo di forti indicatori del MA, la PET tau era la migliore per prevedere il tasso di declino cognitivo, anche negli individui con sintomi minimi", riassume Cecilia Boccalini, dottoranda del team della prof.ssa Garibotto e prima autrice di questo studio.

 

Rilevare le singole varianti

Le placche amiloidi non sono necessariamente accompagnate da perdita cognitiva o di memoria, invece la presenza della tau va di pari passo con i sintomi clinici. La sua assenza o presenza è il principale fattore che determina se la condizione di un paziente rimane stabile o si deteriora rapidamente.


È stato più difficile sviluppare tecniche di scansione per visualizzare la tau, principalmente a causa della sua concentrazione più bassa e della struttura particolarmente complessa. Valentina Garibotto sottolinea:

"Questa svolta è cruciale per una migliore gestione del MA. Recentemente, i farmaci che puntano l'amiloide hanno mostrato risultati positivi. Nuovi farmaci che puntano la proteina tau sembrano promettenti.

"Rilevando la patologia il più presto possibile, prima che il cervello sia ulteriormente danneggiato e grazie ai nuovi trattamenti, speriamo di avere un impatto maggiore sul futuro dei pazienti e sulla qualità della loro vita.

"Allo stesso modo, stiamo iniziando a mappare la distribuzione della tau per capire come la sua posizione nelle diverse regioni del cervello influenza i sintomi".


In effetti, le cause e le diverse fasi della malattia si stanno dimostrando molto meno uniformi di quanto si pensava finora e dobbiamo capire meglio la suscettibilità individuale agli stessi fenomeni. Questi risultati sono un argomento forte a favore dell'incorporazione della PET tau nella valutazione clinica di routine per valutare la prognosi individuale e scegliere la strategia terapeutica più appropriata per ciascun paziente.

 

 

 


Fonte: Materials provided by Université de Genève (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: C Boccalini, [+8, V Garibotto. The impact of tau deposition and hypometabolism on cognitive impairment and longitudinal cognitive decline. Alz & Dem, 2023, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

 



Notizie da non perdere

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Cibo per pensare: come la dieta influenza il cervello per tutta la vita

7.10.2024 | Esperienze & Opinioni

Una quantità di ricerche mostra che ciò che mangiamo influenza la capacità del corpo di ...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.