Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Il vaccino contro l'herpes zoster potrebbe ridurre il rischio di demenza?

after injection vaccine Image by stefamerpik on freepik.com

Uno studio recente ha suggerito che lo Shingrix, un vaccino relativamente nuovo progettato per proteggere gli anziani dall'herpes zoster (fuoco di sant'Antonio), può ritardare l'insorgenza della demenza. Questo potrebbe sembrare un legame bizzarro, ma in realtà la ricerca aveva già dimostrato che una versione precedente del vaccino contro l'herpes zoster, lo Zostavax, riduceva il rischio di demenza.


In questo nuovo studio, pubblicato su Nature Medicine, ricercatori del Regno Unito hanno scoperto che Shingrix ha ritardato l'inizio della demenza del 17% rispetto a Zostavax. Quindi, come l'hanno scoperto i ricercatori e in che modo un vaccino per l'helpes zoster influenza il rischio di demenza?

 

Da Zostavax a Shingrix

L'herpes zoster è un'infezione virale causata dal virus varicella-zoster. Causa eruzioni dolorose e colpisce in particolare gli anziani. In precedenza, per vaccinare contro l'herpes zoster si usava lo Zostavax, che, somministrato come singola iniezione, forniva una buona protezione per circa 5 anni. Lo Shingrix è stato sviluppato sulla base di una nuova tecnologia di vaccino e si pensa che offra una protezione più forte e duratura.


Dato in due dosi, è ora l'opzione preferita per la vaccinazione dell'herpes zoster in Australia e altrove. Nel novembre 2023, Shingrix ha sostituito lo Zostavax nel programma nazionale di immunizzazione, rendendolo disponibile gratuitamente a quelli con il rischio più alto di complicanze da fuoco di sant'Antonio. Ciò include tutti gli over-65, gli aborigeni over-50 e gli adulti più giovani con determinate condizioni mediche che colpiscono il sistema immunitario.

 

Cosa ha trovato lo studio

Shingrix è stato approvato dalla FDA americana a ottobre 2017. I ricercatori nel nuovo studio hanno usato il passaggio da Zostavax a Shingrix negli Stati Uniti come opportunità di ricerca. Hanno selezionato 103.837 persone che hanno ricevuto Zostavax (tra ottobre 2014 e settembre 2017) e le hanno confrontate con 103.837 persone che hanno ricevuto Shingrix tra novembre 2017 e ottobre 2020.


Analizzando i dati dalle cartelle cliniche elettroniche, hanno scoperto che le persone che hanno ricevuto Shingrix hanno avuto un aumento del 17% di 'tempo senza diagnosi' durante il periodo di studio (fino a 6 anni dopo la vaccinazione) rispetto a coloro che hanno ricevuto Zostavax. Ciò equivaleva a una media di 164 giorni extra senza diagnosi di demenza.


I ricercatori hanno anche confrontato i vaccini contro l'herpes zoster con altri vaccini: per l'influenza e un vaccino combinato per tetano, difterite e pertosse. Shingrix e Zostavax hanno avuto un risultato migliore di circa il 14-27% nell'abbassare il rischio di diagnosi di demenza, e lo Shingrix era associato a un miglioramento maggiore.


I benefici dello Shingrix in termini di rischio di demenza erano significativi per entrambi i sessi, ma più pronunciati per le donne. Ciò non è del tutto sorprendente, perché sappiamo che le donne hanno un rischio maggiore di demenza a causa dell'interazione tra fattori biologici. Questi includono la maggiore sensibilità ad alcune mutazioni genetiche associate alla demenza e differenze ormonali.

 

Perché il legame?

L'idea che la vaccinazione contro l'infezione virale possa ridurre il rischio di demenza è in circolazione da più di due decenni. Sono state osservate associazioni tra vaccini, come quelli per difterite, tetano, poliomielite e influenza e il successivo rischio di demenza. La ricerca ha dimostrato che la vaccinazione con Zostavax può ridurre del 20% il rischio di demenza rispetto alle persone non vaccinate.


Ma potrebbero non essere i vaccini stessi a proteggere dalla demenza. Piuttosto, potrebbe essere la conseguente mancanza di infezione virale che crea questo effetto. La ricerca indica che le infezioni batteriche nell'intestino, così come le infezioni virali, sono associate a un rischio maggiore di demenza. In particolare, le infezioni non trattate con il virus dell'herpes simplex, strettamente correlato al virus varicella-zoster che causa l'herpes zoster, può aumentare significativamente il rischio di demenza.


La ricerca ha anche dimostrato che l'herpes zoster aumenta il rischio di una diagnosi di demenza successiva. Il meccanismo non è del tutto chiaro, ma ci sono due potenziali percorsi che potrebbero aiutarci a capire perché le infezioni possono aumentare il rischio di demenza.


Primo, quando un bambino si sta sviluppando nell'utero, vengono prodotte alcune molecole per aiutare lo sviluppo del corpo. Queste molecole hanno il potenziale di causare infiammazione e accelerare l'invecchiamento, quindi la produzione di queste molecole viene silenziata alla nascita. Tuttavia, infezioni virali come l'herpes zoster possono riattivare la produzione di queste molecole nell'età adulta, il che potrebbe ipoteticamente portare alla demenza.


Secondo, nell'Alzheimer, una proteina specifica chiamata amiloide-β diventa nociva e uccide le cellule cerebrali. Alcune proteine ​​prodotte da virus come il Covid e i batteri cattivi intestinali hanno il potenziale di supportare l'amiloide-β nella sua forma tossica. In condizioni di laboratorio, queste proteine ​​hanno dimostrato di accelerare l'insorgenza della demenza.

 

Che cosa significa tutto questo?

Con una popolazione che invecchia, è probabile che l'onere della demenza diventerà più grande negli anni a venire. C'è molto di più che dobbiamo conoscere sulle cause della malattia e ciò che possiamo potenzialmente fare per prevenirla e trattarla.


Questo nuovo studio ha alcune limitazioni. Ad esempio, il 'tempo senza diagnosi' non significa necessariamente tempo senza malattie. Alcune persone possono avere malattie sottostanti con un ritardo della diagnosi. Questa ricerca indica che lo Shingrix potrebbe avere un vantaggio silente, ma è troppo presto per suggerire che possiamo usare vaccini antivirali per prevenire la demenza.


Nel complesso, abbiamo bisogno di ulteriori ricerche per esplorare in modo più dettagliato come le infezioni sono collegate alla demenza. Questo ci aiuterà a comprendere le cause alla radice della demenza e progettare potenziali terapie.

 

 

 


Fonte: Ibrahim Javed (University of South Australia) in Conversation (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

 

Notizie da non perdere

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)