Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Eccesso di inquinamento luminoso può aumentare il rischio di Alzheimer, specialmente nei giovani

lights city highway night Image by freepik.com

L'80% della popolazione mondiale è esposto a un uso eccessivo o inappropriato della luce artificiale all'aperto, il cosiddetto 'inquinamento luminoso'. L'esposizione notturna alla luce può portare a molti scompensi di salute, che includono la rottura dei ritmi circadiani e i conseguenti problemi di sonno, un fattore di rischio noto per le malattie neurodegenerative.


Con uno studio pubblicato su Frontiers in Neuroscience, dei ricercatori hanno ora scoperto che l'esposizione notturna alla luce potrebbe aumentare la prevalenza del morbo di Alzheimer (MA), specialmente in una popolazione più giovane.


In alcuni punti in tutto il mondo, le luci non si spengono mai. I lampioni, l'illuminazione stradale e i segnali illuminati possono scoraggiare il crimine, rendere le strade più sicure e migliorare il paesaggio. La luce ininterrotta, tuttavia, ha anche conseguenze ecologiche, comportamentali e di salute.


Negli Stati Uniti, alcuni stati hanno una legislazione per ridurre l'inquinamento luminoso, però i livelli notturni di luce rimangono elevati in molte parti del paese. Ora, dei ricercatori hanno studiato il collegamento tra inquinamento da luce notturna esterna e morbo di Alzheimer (MA).


"È risultato che negli Stati Uniti esiste un'associazione positiva (=diretta, consequenziale) tra prevalenza di MA ed esposizione notturna alla luce, in particolare in quelli di età inferiore ai 65 anni", ha affermato la prima autrice dott.ssa Robin Voigt-Zuwala, prof.ssa associata della Rush University. "L'inquinamento da luce notturna - un fattore ambientale modificabile - può essere un importante fattore di rischio per il MA".

 

Alta intensità, alto rischio

I ricercatori hanno studiato mappe di inquinamento luminoso di 48 stati USA e hanno incorporato nella loro analisi dati medici sulle variabili note o ritenute fattori di rischio per il MA. Hanno generato dati di intensità notturna per ogni stato e li hanno divisi in cinque gruppi, dalla più bassa alla più alta.


I risultati mostrano che, per gli over-65, la prevalenza del MA si correlava con più forza all'inquinamento notturno di luce rispetto ad altri fattori di malattia, come abuso di alcol, malattie renali croniche, depressione e obesità. Altri fattori di rischio, come diabete, ipertensione e ictus erano associati con più forza al MA rispetto all'inquinamento luminoso.


Per quelli sotto i 65 anni di età, i ricercatori hanno scoperto che una maggiore intensità di luce notturna era associata a una prevalenza maggiore di MA rispetto a qualsiasi altro fattore di rischio esaminato nello studio. Ciò indica che i giovani potrebbero essere particolarmente sensibili agli effetti dell'esposizione alla luce notturna, hanno detto i ricercatori, ma non è chiaro perché. Potrebbe essere dovuto alle differenze individuali nella sensibilità alla luce.


"Alcuni genotipi, che influenzano il MA ad esordio precoce, incidono sulla risposta ai fattori di stress biologici che potrebbero spiegare una maggiore vulnerabilità agli effetti dell'esposizione alla luce notturna", ha spiegato la Voigt-Zuwala. "Inoltre, i giovani hanno maggiori probabilità di vivere nelle aree urbane e hanno stili di vita che aumentano l'esposizione alla luce notturna".

 

Tende e maschere

I ricercatori sperano che i loro risultati possano aiutare a educare le persone sui potenziali rischi di luce notturna.


"La consapevolezza dell'associazione dovrebbe consentire alle persone, in particolare quelle con fattori di rischio di MA, di apportare facili modifiche allo stile di vita", ha affermato la Voigt-Zuwala. “Le modifiche facili da implementare includono l'uso di tende di oscuramento o dormire con mascherine sugli occhi. Ciò è utile soprattutto per coloro che vivono in aree con elevato inquinamento luminoso".


Inoltre, l'esposizione alla luce all'interno della casa potrebbe essere importante quanto quella esterna. Mentre i ricercatori non hanno esaminato gli effetti della luce interna nel presente studio, essi dicono che la luce blu ha il maggiore impatto sul sonno e che per ridurre efficacemente l'esposizione alla luce è opportuno usare filtri della luce blu, cambiarla con luce calda e installare dei varia-luce in casa.


I ricercatori hanno sottolineato che i loro risultati si basano su un sottoinsieme della popolazione statunitense e che le persone potrebbero non vivere per tutta la vita in aree con elevato inquinamento luminoso: sono entrambi fattori con un possibile impatto sugli esiti individuali. Hanno anche affermato che sono necessarie ulteriori ricerche per comprendere meglio come la luce notturna influenza il MA.

 

 

 


Fonte: Frontiers Media SA (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: RM Voigt, B Ouyang, A Keshavarzian. Outdoor nighttime light exposure (light pollution) is associated with Alzheimer’s disease. Front. Neurosci., 2024, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

 

Notizie da non perdere

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)