Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


La benzodiazepina mette a rischio di demenza oltre i 65 anni [studio]

Two 10 mL bottles labeled Midazolam. The bottle on the left has a label in red and says 1 mg/mL; the one on the right is in green and says 5 mg/mL. Both bottles have much fine print.Uno studio appena pubblicato afferma che i pazienti con più di 65 anni che cominciano a prendere benzodiazepina (farmaco comunemente usato per trattare l'ansia e l'insonnia) hanno un rischio maggiore del 50% circa di sviluppare demenza entro 15 anni rispetto a chi non lo prende.

Gli autori dicono che "considerando la frequenza con cui è prescritta la benzodiazepina e il numero di potenziali effetti negativi, si dovrebbe mettere in guardia dall'uso indiscriminato generalizzato".


La benzodiazepina è un farmaco ampiamente prescritto oltre i 65 anni in molti paesi: il 30% di questa fascia di età in Francia, il 20% in Canada e in Spagna, il 15% in Australia. Anche se meno diffuso nel Regno Unito e negli Stati Uniti, è ancora molto diffuso e molti individui assumono questo farmaco per anni, nonostante le linee guida suggeriscano che dovrebbe essere limitato a un paio di settimane. Precedenti studi hanno trovato un aumento del rischio di demenza, ma altri non sono stati altrettanto conclusivi.


Ricercatori in Francia hanno perciò condotto uno studio su 1.063 uomini e donne (età media 78 anni) in Francia, tutti liberi di demenza all'inizio. Lo studio è iniziato nel 1987 e il follow-up è stato di 20 anni. I ricercatori hanno usato i primi 5 anni per individuare i fattori che hanno portato ad iniziare l'assunzione della benzodiazepina e hanno valutato quindi l'associazione tra uso nuovo di questo farmaco e lo sviluppo di demenza. Essi hanno inoltre valutato l'associazione tra l'ulteriore inizio del benzodiazepine durante il follow-up e il rischio di demenza successiva. I risultati sono stati aggiustati per i molti fattori che possono incidere sulla demenza, come l'età, il sesso, il livello di istruzione, lo stato civile, il consumo di vino, il diabete, la pressione alta, il declino cognitivo e i sintomi depressivi.


95 pazienti su 1063 hanno iniziato a prendere la benzodiazepina durante lo studio. Sono stati confermati 253 (23,8%) casi di demenza, 30 negli utenti di benzodiazepina e 223 nei non-utenti. Il nuovo inizio sul farmaco è stato associato ad una minore tempo di vita senza demenza. In termini assoluti, la possibilità che insorgesse la demenza è stata di 4,8 per 100 anni-persona nel gruppo esposto, rispetto a 3,2 per 100 anni-persona nel gruppo non esposto. Un "anno-persona" è una misura statistica che rappresenta una persona a rischio di sviluppare una malattia in un anno.


Gli autori dicono che, sebbene la benzodiazepina rimanga utile per il trattamento di ansia e insonnia, c'è una crescente evidenza che il suo uso può indurre eventi avversi negli anziani, come gravi cadute e fratture da caduta e questo studio può aggiungere la demenza alla lista. Dicono che i loro dati si sommano alle prove accumulate che l'uso di benzodiazepina è associato ad un maggiore rischio di demenza e, se è vero, che questo "costituirebbe un problema rilevante di sanità pubblica".


Pertanto, tenendo conto dell'evidenza dei potenziali effetti negativi, i medici dovrebbero valutare i benefici attesi, limitare le prescrizioni per un paio di settimane, e mettere in guardia dall'uso incontrollato. Essi concludono che ulteriori ricerche dovrebbero "esaminare se anche l'uso della benzodiazepina nei pazienti sotto i 65 anni sia associata ad un maggiore rischio di demenza e che i meccanismi devono essere esplorati per spiegare l'associazione".

 

 

 

 

***********************
Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce? Puoi usare il modulo dei commenti qui sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica.

 

***********************
Fonte: Materiale del BMJ-British Medical Journal.

Riferimento:
Billioti de Gage S, Bégaud B, Bazin F, Verdoux H, Dartigues J, Pérès K, Kurth T, Pariente A. Benzodiazepine use and risk of dementia: prospective population based study. BMJ , 2012; 345: e6231 DOI: 10.1136/bmj.e6231.

Pubblicato in ScienceDaily il 27 Settembre 2012 - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:



Notizie da non perdere

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

È lo scopo o il piacere la chiave della felicità mentre invecchiamo?

19.11.2021 | Esperienze & Opinioni

I benefici di avere un senso di scopo nella vita sono davvero incredibili. Le persone co...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Demenza: mantenere vive le amicizie quando i ricordi svaniscono

16.01.2018 | Esperienze & Opinioni

C'è una parola che si sente spesso quando si parla con le famiglie di persone con demenz...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Allenamento con i pesi protegge il cervello delle persone anziane dalla demenz…

15.04.2025 | Ricerche

Uno studio, condotto presso l'Università di Stato di Campinas (Brasile), ha scoperto che dopo sei...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

Smetti di chiederti se sei un bravo caregiver

3.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Amare e prendersi cura di qualcuno con demenza può essere difficile. Forse, è una delle ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.