Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Scienziati annunciano una 'svolta importante' per capire l'Alzheimer

Scienziati definiscono la loro scoperta una 'svolta importante' per capire l'AlzheimerIl tessuto cerebrale (di un donatore umano con Alzheimer) colorato con un agente chiamato 'rosso-congo', che consente di vedere le placche di amiloide-beta (rosso) nel cervello e i vasi sanguigni circostanti. Le macchie blu sono i nuclei dei neuroni. (Fonte: Dr Matthew Campbell, 2015)Gli scienziati del Trinity College di Dublino hanno fatto luce su un meccanismo fondamentale alla base dello sviluppo dell'Alzheimer, che potrebbe portare a nuove forme di terapia per coloro che vivono con la condizione.


L'Alzheimer è la forma più comune di demenza a livello globale e colpisce circa 40.000 persone in Irlanda oggi. E' la quarta causa di morte negli individui di età superiore ai 65 anni ed è l'unica causa di morte tra le prime dieci che non può essere evitata, curata e nemmeno rallentata.


La condizione è associata di solito alla perdita di memoria. Tuttavia, altri sintomi e segnali di pericolo includono difficoltà a svolgere compiti familiari, problemi con il linguaggio come dimenticare frasi o parole, e cambiamenti di umore, di comportamento e di personalità.


La ricerca, pubblicata questa settimana nella rivista internazionale Science Advances, è stato finanziata dalla Science Foundation Ireland (SFI) e dalla Brightfocus Foundation, no-profit USA.


L'Alzheimer è caratterizzato, in parte, dalla formazione di una piccola proteina ('amiloide-beta') nel cervello dei pazienti. Una eliminazione carente di questa proteina sembra essere un fattore importante nella formazione di placche, e quindi nel processo stesso della malattia. Anche se non è ancora chiaro come viene eliminata l'amiloide-beta, è evidente che essa deve essere rimossa dal cervello attraverso il flusso sanguigno.


Al contrario dei vasi sanguigni altrove nel corpo, quelli del cervello hanno proprietà che regolano strettamente ciò che entra ed esce dal tessuto delicato; questo è ciò che viene chiamato «barriera emato-encefalica» (BBB). La BBB funziona come un sito di energia strettamente regolamentato e di scambio di metaboliti tra il tessuto cerebrale e il flusso sanguigno.


"Abbiamo dimostrato che componenti distinti di questi vasi sanguigni chiamati «giunzioni strette» sono alterati nell'Alzheimer. Pensiamo che questa alterazione possa essere un meccanismo sospeso che dovrebbe consentire l'eliminazione dell'amiloide-beta tossica dal cervello in coloro che vivono con l'Alzheimer", ha detto il dottor James Keaney, ricercatore postdottorato della Facoltà di Genetica e Microbiologia, che ha guidato lo studio del Trinity.


Lavorando con la Banca del Cervello di Dublino, che ha sede al Beaumont Hospital, i ricercatori del Trinity hanno esaminato i tessuti cerebrali di persone che erano state colpite dall'Alzheimer in vita e hanno confrontato i risultati con quelli osservati in sistemi modello in laboratorio.


Il dottor Matthew Campbell, professore assistente di ricerca in Genetica al Trinity, ha aggiunto: "I nostri risultati recenti hanno messo in evidenza l'importanza di comprendere le malattie a livello molecolare. Il concetto di eliminazione periodica dell'amiloide-beta cerebrale attraverso la BBB potrebbe nascondere un enorme potenziale per i malati di Alzheimer in futuro. I passi successivi sono considerare come questo possa essere realizzato. Dati i recenti progressi negli studi clinici di anticorpi anti-beta-amiloide, speriamo che questi risultati possono portare a forme migliori e adiuvanti di terapia per questa patologia devastante".

 

*******
Hanno collaborato a questo studio scienziati del laboratorio del dott. Matthew Campbell, il professor Peter Humphries, l'Istituto Smurfit di Genetica del Trinity, il professor Dominic Walsh dell'Università di Harvard, e il professor Michael Farrell, consulente patologo e Direttore della Banca del Cervello di Dublino al Beaumont Hospital.

 

 

 


Fonte: Trinity College Dublin via EurekAlert! (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: James Keaney, Dominic M. Walsh, Tiernan O’malley, Natalie Hudson, Darragh E. Crosbie, Teresa Loftus, Florike Sheehan, Jacqueline Mcdaid, Marian M. Humphries, John J. Callanan, Francesca M. Brett, Michael A. Farrell, Peter Humphries and Matthew Campbell. Autoregulated paracellular clearance of amyloid-β across the blood-brain barrier. Science Advances, 2015 DOI: 10.1126/sciadv.1500472

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Farmaco per Alzheimer non cambia l'eliminazione dei rifiuti a breve termi…

24.11.2025 | Ricerche

Dopo il trattamento con il farmaco, le scansioni MRI non mostrano alcun cambiamento a breve termi...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

4 Benefici segreti di un minuto di esercizio al giorno

29.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Conosci tutti gli effetti positivi dell'esercizio fisico sul tuo corpo e sulla tua mente...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

[Greg O'Brien] Scoprire la grazia dell'imperfezione: apprezzare la l…

11.11.2025 | Voci della malattia

"Scrivi in ​​modo forte e chiaro ciò che fa male" (attribuito a Ernest Hemingway)

<...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Svelati nuovi percorsi per la formazione di memoria a lungo termine

31.12.2024 | Ricerche

Ricercatori del Max Planck Florida Institute for Neuroscience hanno scoperto un nuovo percorso pe...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)