Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Le scansioni della TAU rappresentano meglio dell'amiloide il decorso dell'Alzheimer

Le scansioni della TAU rappresentano meglio dell'amiloide il decorso dell'AlzheimerLe immagini della riga superiore mostrano scansioni PET cerebrali di persone cognitivamente normali (healthy=sane), sotto quelle di pazienti con Alzheimer lieve. La differenza è molto più evidente nelle immagini che misurano la tau (4 immagini a destra), suggerendo che l'accumulo di proteina tau nel cervello è un marcatore migliore dei sintomi di Alzheimer rispetto all'accumulo di amiloide-beta studiato finora (4 immagini a sinistra). Fonte: Matthew R. Brier

La caratteristica dell'Alzheimer è l'accumulo di placche e proteine ​​disfunzionali nel cervello. Mentre molta ricerca di Alzheimer si è concentrata sull'accumulo della proteina amiloide-beta, i ricercatori hanno cominciato a prestare maggiore attenzione a un'altra proteina associata da molto tempo a questa malattia, la tau, che non non è stata finora studiata molto a fondo, in parte perché gli scienziati solo di recente hanno sviluppato dei metodi efficaci per scansionare la tau.


Usando un nuovo agente di scansione che si lega alla proteina tau e la rende visibile nella tomografia ad emissione di positroni (PET), gli scienziati della Washington University di St. Louis hanno dimostrato che le misure della tau sono marcatori migliori del declino cognitivo caratteristico dell'Alzheimer, rispetto alle misure dell'amiloide-beta viste nelle scansioni PET.


Il nuovo studio è stato pubblicato ieri 11 maggio sulla rivista Science Translational Medicine.


Confrontando le immagini del cervello di persone cognitivamente normali con pazienti con Alzheimer lieve, i ricercatori hanno scoperto che le misure della tau prevedono meglio i sintomi di demenza rispetto alle misure dell'amiloide-beta. Per determinare i gradi di deterioramento cognitivo, alcuni dei partecipanti che si sono sottoposti a scansioni cerebrali sono stati valutati anche con la tradizionale scala clinica di punteggio della demenza (CDR), con misure del liquido cerebrospinale, e con test di carta e penna della memoria e di altre funzioni cerebrali usati comunemente.


"Il nostro lavoro e quello di altri ha dimostrato che livelli elevati di amiloide-beta sono i primi marcatori dello sviluppo dell'Alzheimer", ha detto l'autore senior Beau M. Ances MD/PhD, professore associato di neurologia. "Ma nelle prime fasi della malattia, pur con accumulo di amiloide, molti pazienti sono cognitivamente normali, il che significa che i loro processi di memoria e di pensiero sono ancora intatti. Quello che sospettiamo è che prima cambi l'amiloide e poi la tau, ed è la combinazione delle due che fa passare il paziente dall'assenza di sintomi al decadimento cognitivo lieve".


Lo studio includeva 36 partecipanti di controllo cognitivamente normali e 10 pazienti con Alzheimer lieve. Anche se Ances auspica che siano fatti studi più grandi, egli ha detto che questa analisi contribuisce a stabilire che il nuovo agente tau, chiamato T807, è uno strumento importante per la comprensione della cronologia della progressione dell'Alzheimer e per definire quali aree del cervello sono coinvolte.


"Di solito siamo in grado di fare la diagnosi più avanti nel processo della malattia, quando la funzione del cervello è già compromessa", ha detto. "Vogliamo sviluppare dei modi per fare una diagnosi precoce e quindi progettare esperimenti per testare farmaci contro l'accumulo di amiloide e di tau. Anche se al momento non possiamo prevenire o curare l'Alzheimer, ritardare la comparsa dei sintomi di 10-15 anni farebbe una grande differenza per i nostri pazienti, le loro famiglie e i caregiver, e per l'economia globale".


Oltre a stabilire una linea temporale, Ances ha detto che il nuovo strumento è di vitale importanza per la raccolta di informazioni spaziali sulle aree cerebrali colpite. L'aumento della tau nel liquido cerebrospinale è da lungo tempo un marcatore della demenza, ma Ances ha detto che questo tipo di dati non può individuare in quali parti del cervello si stanno radunando le proteine ​​anomale.


"Le misure del liquido spinale sono molto importanti, ma non ci danno un quadro completo dello spazio"
, ha detto. "Il nostro nuovo studio suggerisce che si può tollerare una certa quantità di tau ammucchiata nell'ippocampo, ma una volta che inizia a diffondersi in altre aree, in particolare i lobi laterali temporali e parietali, quello sembra essere il punto di svolta".


Con la disponibilità di agenti di scansione per l'amiloide-beta e ora per la tau, Ances dice che i ricercatori hanno gli strumenti necessari per valutare l'efficacia delle terapie sperimentali contro l'accumulo di entrambe le proteine. Il nuovo agente è approvato per l'uso nel contesto di studi di ricerca clinica e probabilmente si rivelerà importante per l'imaging del cervello per altri tipi di disturbi che coinvolgono l'eccesso di accumulo di tau, comprese le lesioni cerebrali traumatiche.

 

*********
Questo studio è stato finanziato dal National Institutes of Health, dalla National Science Foundation, dalla Charles F. and Joanne Knight Alzheimer’s Research Initiative, dall'Hope Center for Neurological Disorders, dal Fred Simmons and Olga Mohan Fund e dal Paula and Rodger Riney Fund. La Avid Radiopharmaceuticals (una consociata della Eli Lilly) ha fornito le dosi di florbetapir e un sostegno finanziario parziale per le sessioni di scansione con florbetapir. La Avid Radiofarmaci ha anche fornito il precursore del T807, la chimica del radiofarmaco AQ4 e la tecnologia per questo studio.

 

 

 


Fonte: Washington University in St. Louis (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Brier MR, Gordon B, Friedrichsen K, McCarthy J, Stern A, Christensen J, Owen C, Aldea P, Su Y, Hassenstab J, Cairns NJ, Holtzman DM, Fagan AM, Morris JC, Benzinger TLS, Ances BM. Tau and Ab imaging , CSF measures, and Cognition in Alzheimer's disease. Science Translational Medicine, May 2016, Vol. 8, Issue 338, pp. 338ra66
DOI: 10.1126/scitranslmed.aaf2362

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Gas xeno potrebbe proteggere dall'Alzheimer, almeno nei topi; previsti te…

30.01.2025 | Ricerche

Molti dei trattamenti perseguiti oggi per proteggere dal morbo di Alzheimer (MA) sono co...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

3 modi per trasformare l'auto-critica in auto-compassione

14.08.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai mai sentito una vocina parlare nella tua testa, riempiendoti di insicurezza? Forse l...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Smetti di chiederti se sei un bravo caregiver

3.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Amare e prendersi cura di qualcuno con demenza può essere difficile. Forse, è una delle ...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Un segnale precoce di Alzheimer potrebbe salvarti la mente

9.01.2018 | Esperienze & Opinioni

L'Alzheimer è una malattia che ruba più dei tuoi ricordi ... ruba la tua capacità di ese...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Perché vivere in un mondo ‘incredibilmente tossico’ aumenta il rischio di Alzh…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

Sei preoccupato per la minaccia del morbo di Alzheimer (MA), e ti stai chiedendo che cos...

Falsi miti: perché le persone sono così pessimiste sulla vecchiaia?

4.06.2020 | Esperienze & Opinioni

Non smettiamo di giocare perché invecchiamo, ma invecchiamo perché smettiamo di giocare ...

10 Consigli dei neurologi per ridurre il tuo rischio di demenza

28.02.2023 | Esperienze & Opinioni

La demenza colpisce milioni di persone in tutto il mondo, quasi un over-65 su 10. Nonost...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.