Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Ansia come indicatore precoce di Alzheimer? Studio trova legame tra sviluppo di A-beta e ansia

Un nuovo studio suggerisce un'associazione tra livelli elevati di amiloide-beta e il peggioramento dei sintomi di ansia. I risultati supportano l'ipotesi che i sintomi neuropsichiatrici potrebbero rappresentare la manifestazione precoce del morbo di Alzheimer (MA) negli anziani, una condizione neurodegenerativa che causa il declino della funzione cognitiva e l'incapacità di svolgere le attività della vita quotidiana.


Studi precedenti avevano suggerito che la depressione e altri sintomi neuropsichiatrici potrebbero essere predittivi della progressione di MA nella fase 'preclinica', durante la quale nel cervello di un paziente si accumulano depositi cerebrali di amiloide fibrillare e tau patologica. Questa fase può iniziare più di un decennio prima dell'insorgere di un decadimento cognitivo lieve.


Gli investigatori del Brigham and Women's Hospital hanno esaminato l'associazione tra l'amiloide-beta del cervello e i valori longitudinali di depressione e di sintomi depressivi negli adulti con cognizione normale.


Le loro scoperte, pubblicate ieri sull'American Journal of Psychiatry, suggeriscono che livelli più alti di amiloide-beta possono essere associati ad un aumento dei sintomi di ansia in questi individui. Questi risultati supportano la teoria che i sintomi neuropsichiatrici potrebbero essere un indicatore precoce di AD.


"Piuttosto che considerare la depressione come punteggio totale, abbiamo considerato sintomi specifici come l'ansia: rispetto ad altri sintomi di depressione come tristezza o perdita di interesse, i sintomi di ansia sono aumentati nel tempo negli individui con livelli più elevati di amiloide-beta nel cervello", ha detto la prima autrice Nancy Donovan MD, psichiatra geriatrico del Brigham and Women's Hospital. "Questo suggerisce che i sintomi di ansia potrebbero essere una manifestazione dell'MA prima dell'insorgere del deficit cognitivo. Se ulteriori ricerche sostanziano l'ansia come indicatore precoce, sarebbe importante non solo per identificare le persone nella fase iniziale della malattia, ma anche per trattare e potenzialmente rallentare o prevenire il processo della malattia fin dall'inizio".


Poiché l'ansia è comune nelle persone anziane, l'aumento dei sintomi di ansia può rivelarsi più utile come indicatore di rischio negli anziani con altri marcatori genetici, biologici o clinici ad alto rischio di MA.


I ricercatori hanno ricavato i dati dall'Harvard Aging Brain Study, uno studio osservazionale di volontari anziani, volto a definire cambiamenti neurobiologici e clinici nell'MA. I partecipanti includevano 270 residenti in comunità, uomini e donne cognitivamente normali, tra i 62 e i 90 anni, senza disturbi psichiatrici attivi. Gli individui sono stati anche sottoposti a scansioni al basale, quelle usate di solito negli studi dell'MA e a valutazioni annuali con la Geriatric Depression Scale (GDS) a 30 punti, un esame che rileva la depressione negli anziani.


Il team ha calcolato i punteggi GDS totali e i punteggi per i tre gruppi di sintomi della depressione: apatia-anedonia, disforia e ansia. Questi punteggi sono stati esaminati in un arco di cinque anni.


Dalla ricerca, il team ha scoperto che il carico di amiloide-beta cerebrale più elevato è associato all'aumento dei sintomi di ansia nel tempo negli adulti cognitivamente normali. I risultati suggeriscono che il peggioramento dei sintomi ansiosi-depressivi può essere un predittore precoce di livelli elevati di amiloide-beta e, a sua volta, fornire supporto all'ipotesi che i sintomi neuropsichiatrici emergenti rappresentino una manifestazione precoce dell'MA preclinico.


La Donovan osserva che è necessario un ulteriore studio longitudinale per determinare se questi sintomi depressivi crescenti causano depressione clinica e stadi di demenza da MA nel tempo.

 

 

 


Fonte: Brigham and Women's Hospital via EurekAlert! (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Nancy J. Donovan, Joseph J. Locascio, Gad A. Marshall, Jennifer Gatchel, Bernard J. Hanseeuw, Dorene M. Rentz, Keith A. Johnson, Reisa A. Sperling. Longitudinal Association of Amyloid Beta and Anxious-Depressive Symptoms in Cognitively Normal Older Adults. The American Journal of Psychiatry, Published online: 12 Jan 2018 DOI: 10.1176/appi.ajp.2017.17040442

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali colelgamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.