Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Farmaco che punta l'amiloide solubile fallisce anche l'ultima fase di test clinico

Farmaco che punta l'amiloide solubile fallisce in grande esperimento clinicoScansioni PET: a sinistra una scansione 'negativa' (senza patologia di Alzheimer); a destra una scansione 'positiva' di un paziente eleggibile per lo studio clinico del Solanezumab. (Fonte: Columbia University Medical Center)

Un articolo pubblicato oggi nel New England Journal of Medicine riferisce che il solanezumab, un trattamento basato su anticorpo monoclonale per il morbo di Alzheimer (MA), sviluppato dalla Eli Lilly, che punta le placche amiloidi, non ha rallentato in modo significativo il declino cognitivo [dei partecipanti allo studio].


I ricercatori hanno proposto che l'MA sia causato dall'accumulo di una proteina appiccicosa chiamata amiloide-beta. Secondo questa 'ipotesi amiloide', la proteina forma placche nel cervello che danneggiano e infine distruggono le cellule cerebrali. Il solanezumab è stato progettato per ridurre il livello di molecole amiloidi solubili prima che si aggreghino.


Allo studio multicentrico di fase 3 in doppio cieco, controllato con placebo, hanno partecipato in totale 2.129 pazienti con demenza lieve di MA. Questo era il primo studio clinico importante di MA a richiedere per l'arruolamento l'evidenza molecolare della deposizione di amiloide nel cervello. Anche se il trattamento ha avuto alcuni effetti favorevoli, nei valori principali del risultato (misurati con un test cognitivo chiamato Alzheimer's Disease Assessment Scale - cognitive subscale) i ricercatori non hanno osservato alcun beneficio statisticamente significativo rispetto al placebo.


Gli autori suggeriscono che, anche se non è sicuro che questa particolare strategia o farmaco possa essere efficace, è possibile che non sia stato somministrato farmaco sufficiente o che il farmaco debba essere somministrato prima nel corso della malattia.


In altri studi in corso alla Columbia University e in altri centri, il solanezumab viene valutato in pazienti pre-sintomatici a rischio di MA. Sono in sviluppo anche altri farmaci per l'MA e sono testati a dosi più elevate.


"Anche se siamo delusi dal fatto che questo particolare farmaco non abbia avuto successo, il campo riceve benefici da ogni studio", dice l'autore principale Lawrence Honig MD/PhD, professore di neurologia alla CU. "C'è la speranza che uno dei più recenti studi in corso possa portare a un trattamento efficace per rallentare il decorso dell'MA".


I risultati preliminari di questo studio erano stati rilasciati alla fine del 2016 e presentati dal Dr. Honig al 10° incontro internazionale sugli esperimenti clinici sull'Alzheimer a San Diego.

 

 

 


Fonte: Columbia University (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti
: Lawrence S. Honig, Bruno Vellas, Michael Woodward, Mercè Boada, Roger Bullock, Michael Borrie, Klaus Hager, Niels Andreasen, Elio Scarpini, Hong Liu-Seifert, Michael Case, Robert A. Dean, Ann Hake, Karen Sundell, Vicki Poole Hoffmann, Christopher Carlson, Rashna Khanna, Mark Mintun, Ronald DeMattos, Katherine J. Selzler, and Eric Siemers. Trial of Solanezumab for Mild Dementia Due to Alzheimer’s Disease. New England Journal of Medicine, 2018; DOI: 10.1056/NEJMoa1705971

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali colelgamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

Come una collana di perle: la vera forma e funzionamento dell'assone dei …

30.12.2024 | Ricerche

Con un nuovo studio provocatorio, degli scienziati sfidano un principio fondamentale nel...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Un nuovo modello per l'Alzheimer: fenotipi di minaccia, stati di difesa e…

23.04.2021 | Esperienze & Opinioni

Che dire se avessimo concettualizzato erroneamente, o almeno in modo incompleto, il morb...

Acetil-L-carnitina può aiutare la memoria, anche insieme a Vinpocetina e Huper…

27.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Demenza grave, neuropatie (nervi dolorosi), disturbi dell'umore, deficit di attenzione e...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

3 modi per trasformare l'auto-critica in auto-compassione

14.08.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai mai sentito una vocina parlare nella tua testa, riempiendoti di insicurezza? Forse l...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)