Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


La demenza frontotemporale fa perdere la capacità di sognare ad occhi aperti

Una ricerca eseguita da neuroscienziati dell'Università di Sydney ha dimostrato che le persone con demenza frontotemporale - una forma di demenza a esordio più giovanile - perdono la capacità di sognare ad occhi aperti. Lo studio può portare a una maggiore comprensione dei cambiamenti comportamentali associati alla demenza, all'assistenza di familiari, caregiver e ricercatori nella gestione della malattia.


La maggior parte delle persone sane permette alla loro mente di vagare o di sognare ad occhi aperti per circa il 50% del tempo da svegli. Questi pensieri complessi permettono alle persone di riflettere sul passato, anticipare il futuro ed entrare in empatia, riflettendo sul proprio comportamento o su quello degli altri. L'introspezione di questo tipo è associata anche ad atti di creatività, risoluzione dei problemi e regolazione emotiva e comportamentale.


Lo studio ha dimostrato che le persone con demenza frontotemporale sono sempre più fisse sul loro ambiente esterno e perdono la capacità di vagare con la mente anche durante i periodi di noia o monotonia.


La prof.ssa associata Muireann Irish, del Brain and Mind Center e della Facoltà di Psicologia dell'Università di Sydney, ha detto:

"Questo studio ci aiuta a comprendere la rigidità e i cambiamenti comportamentali che osserviamo di solito nella demenza frontotemporale.

"Questi comportamenti possono essere particolarmente difficili da gestire, in quanto l'individuo con demenza può apparire apatico e difficile da motivare, in particolare in assenza di stimolazione esterna. Diventa sempre più concentrato su ciò che è immediatamente davanti a lui, come guardare la TV, ascoltare un brano musicale o mangiare.

"Il sogno ad occhi aperti è spesso visto in una luce negativa, eppure conferisce molti importanti vantaggi come la flessibilità del pensiero, la creatività e la risoluzione dei problemi.

"Gli individui con demenza frontotemporale diventano molto rigidi nel loro modo di pensare. Non sono in grado di visualizzare alternative, pensare a soluzioni dei problemi o deviare dalla loro routine quotidiana.

"Nel lavoro precedente, abbiamo dimostrato che la loro capacità di ricordare il passato e immaginare il futuro è gravemente compromessa. In poche parole, questi individui sono bloccati nel momento".


Lo studio, pubblicato in Proceedings of the National Academy of Sciences, è il primo del suo genere a misurare empiricamente il vagare della mente in condizioni di bassa domanda cognitiva in due tipi di demenza.


Hanno partecipato 35 individui con demenza frontotemporale e 24 individui con Alzheimer, oltre a 37 anziani sani. A ciascuno di loro è stato chiesto di guardare forme geometriche statiche, bidimensionali e colorate, presentate singolarmente sullo schermo di un computer. Subito dopo la presentazione di ogni stimolo, ai partecipanti è stato chiesto di riferire i pensieri che si sono presentati mentre guardavano le forme.


La prof.ssa Irish spiega:

"Abbiamo scoperto che tutti i partecipanti sani avevano una mente che vagava, permettendo ai loro pensieri di allontanarsi dallo stimolo immediato, verso scenari e idee più interessanti.

"Ciò che era particolarmente sorprendente per noi era che le persone con Alzheimer hanno generato altrettanti casi di mente che vagava degli individui sani, suggerendo una conservazione relativa di almeno alcune forme di attività mentale interna.

"Ma i partecipanti con demenza frontotemporale erano completamente legati allo stimolo di fronte a loro. Quando è stato chiesto loro a cosa stavano pensando, hanno segnalato 'Niente' o che stavano pensando solo allo stimolo stesso.

"Una popolazione che non sogna spontaneamente è estremamente interessante dal punto di vista teorico e clinico. Analizzando le neuroscansioni, abbiamo scoperto che l'interruzione delle reti cerebrali su larga scala ancorate all'ippocampo era associata a questa perdita di sogni ad occhi aperti.

"I nostri risultati sono entusiasmanti in quanto offrono nuove intuizioni sui comportamenti rigidi mostrati da questi individui. Inoltre, ci consentono di dare uno sguardo unico su come sarebbe perdere una capacità fondamentalmente umana".

 

 

 


Fonte: Elissa Blake in University of Sydney (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Claire O’Callaghan, James M. Shine, John R. Hodges, Jessica R. Andrews-Hanna, Muireann Irish. Hippocampal atrophy and intrinsic brain network dysfunction relate to alterations in mind wandering in neurodegeneration. PNAS, 4 Feb 2019, DOI: 10.1073/pnas.1818523116

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.