Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Scienziati ringiovaniscono le cellule staminali nel cervello di topi anziani

celle stem rejuvenation in aging brainNel cervello giovane (sinistra) le staminali attivate sono superiori a quelle quiescenti. Nel cervello vecchio (destra), dove le staminali quiescenti sono più di quelle attivate, l'inibizione della sFRP5 può quasi ripristinare il rapporto giovanile.

Scienziati dell'Università del Lussemburgo e del Centro Tedesco Ricerca sul Cancro (DKFZ) sono riusciti a ringiovanire le cellule staminali nel cervello di topi anziani.


Le cellule staminali rivitalizzate migliorano la rigenerazione delle aree ferite o malate nel cervello di topi vecchi. I ricercatori si aspettano che il loro approccio possa fornire nuovo slancio alla medicina rigenerativa e che faciliti lo sviluppo di terapie con le cellule staminali. Le loro scoperte sono state pubblicate ieri sulla rivista Cell.


Tutte le cellule che compongono i nostri organi provengono da cellule staminali. Le cellule risultanti dalla loro divisione si sviluppano in cellule tissutali specifiche, formando cervello, polmoni o midollo osseo. Con l'età, tuttavia, le cellule staminali degli organismi viventi perdono la capacità di proliferare. Molte di loro cadono in uno stato permanente di quiescenza.


Per creare i modelli computazionali più accurati possibile del comportamento delle cellule staminali, il gruppo di biologia computazionale del Luxembourg Centre for Systems Biomedicine (LCSB), guidato dal Prof. Antonio del Sol, ha applicato un nuovo approccio. "Le cellule staminali vivono in una nicchia dove interagiscono costantemente con altre cellule e componenti extracellulari. È estremamente difficile modellare una pletora di interazioni molecolari complesse al computer. Quindi abbiamo spostato la prospettiva. Abbiamo smesso di pensare a quali fattori esterni influenzano le cellule staminali e abbiamo iniziato a pensare a come sarebbe lo stato interno di una cellula staminale nella sua nicchia precisamente definita".


Il nuovo approccio ha portato a un nuovo modello computazionale sviluppato dal Dr. Srikanth Ravichandran del Computational Biology Group: "Il nostro modello può determinare quali proteine ​​sono responsabili dello stato funzionale di una determinata cellula staminale nella sua nicchia - ovvero se si dividerà o se rimarrà in uno stato di quiescenza. Il nostro modello si basa sulle informazioni di quali geni vengono trascritti. Le moderne tecnologie di biologia cellulare consentono di profilare l'espressione genica con risoluzione alla singola cellula".


In precedenza non era noto il motivo per cui la maggior parte delle cellule staminali nel cervello di topi vecchi rimangono in uno stato di quiescenza. Dal loro modello computazionale, i ricercatori dell'LCSB hanno identificato una molecola chiamata sFRP5 che mantiene inattive le cellule staminali neuronali nei topi vecchi e previene la proliferazione bloccando il 'percorso Wnt' che è cruciale per la differenziazione cellulare.

 

Ringiovanimento per le cellule staminali

Poi è entrata in scena la lunga esperienza nelle cellule staminali neuronali dei collaboratori del German Cancer Research Center (DKFZ): studiando le cellule staminali prima in un piatto e poi direttamente nei topi, hanno potuto validare sperimentalmente la previsione computazionale. Quando si neutralizza l'azione della sFRP5, le cellule staminali quiescenti hanno effettivamente iniziato a proliferare più attivamente.


Quindi, erano di nuovo disponibili per essere reclutate dai processi di rigenerazione nel cervello che invecchia. "Con la disattivazione della sFRP5, le cellule subiscono una sorta di ringiovanimento", afferma del Sol. "Di conseguenza, il rapporto tra cellule staminali attive e dormienti nel cervello di topi vecchi diventa favorevole quasi come negli animali giovani".


"Le nostre scoperte costituiscono un passo importante verso l'implementazione di terapie basate su cellule staminali, ad esempio per le malattie neurodegenerative", afferma Antonio del Sol. "Abbiamo dimostrato che, con i modelli computazionali, è possibile identificare le caratteristiche essenziali che sono caratteristiche di uno specifico stato di cellule staminali".


Questo approccio non è limitato allo studio del cervello. Può essere usato anche per modellare le cellule staminali di altri organi nel corpo. "La speranza è che questo apra delle strade per la medicina rigenerativa", dice del Sol.

 

 

 


Fonte: University of Luxembourg (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Georgios Kalamakis, Daniel Brüne, Srikanth Ravichandran, Jan Bolz, Wenqiang Fan, Frederik Ziebell, Thomas Stiehl, Francisco Catalá-Martinez, Janina Kupke, Sheng Zhao, Enric Llorens-Bobadilla, Katharina Bauer, Stefanie Limpert, Birgit Berger, Urs Christen, Peter Schmezer, Jan Philipp Mallm, Benedikt Berninger, Simon Anders, Antonio del Sol, Anna Marciniak-Czochra, Ana Martin-Villalba. Quiescence Modulates Stem Cell Maintenance and Regenerative Capacity in the Aging Brain. Cell, 28 Feb 2019, DOI: 10.1016/j.cell.2019.01.040

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Cibo per pensare: come la dieta influenza il cervello per tutta la vita

7.10.2024 | Esperienze & Opinioni

Una quantità di ricerche mostra che ciò che mangiamo influenza la capacità del corpo di ...

5 tipi di ricerca, sottostudiati al momento, potrebbero darci trattamenti per …

27.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Nessun ostacolo fondamentale ci impedisce di sviluppare un trattamento efficace per il m...

Come una collana di perle: la vera forma e funzionamento dell'assone dei …

30.12.2024 | Ricerche

Con un nuovo studio provocatorio, degli scienziati sfidano un principio fondamentale nel...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

I dieci psicobiotici di cui hai bisogno per un cervello felice

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Psicobiotici? Cosa sono gli psicobiotici?? Bene, cosa penseresti se io dicessi che la tu...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Il nuovo collegamento tra Alzheimer e inquinamento dell'aria

13.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Il mio primo giorno a Città del Messico è stato duro. Lo smog era così fitto che, mentre...

36 abitudini quotidiane che riducono il rischio di Alzheimer

2.07.2018 | Esperienze & Opinioni

Sapevi che mangiare carne alla griglia potrebbe aumentare il rischio di demenza? O che s...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.