Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


La presenza/assenza di Alpha7 è decisiva per i futuri farmaci di Alzheimer

kinga szigeti'Il nostro lavoro conferma che l'Alpha 7 è un obiettivo molto importante per il trattamento dell'Alzheimer, ma per testare nuovi farmaci deve essere usato il modello giusto, un modello umano'. Kinga Szigeti MD/PhD, professoressa associata di neurologia e direttrice dell'Alzheimer's Disease and Memory Disorders Center della UBRicercatori della University at Buffalo hanno stabilito che un gene umano presente nel 75% della popolazione è una delle ragioni principali per cui una classe di farmaci per il morbo di Alzheimer (MA), che sembrava promettente negli studi sugli animali, ha fallito negli studi sull'uomo.


I ricercatori dicono che il lavoro suggerisce che nei vari pazienti con MA sono in atto meccanismi diversi che determinano se una data terapia sarà efficace o meno.


Mentre uno studio precedente dei ricercatori ha analizzato la funzione del gene nella coltura tissutale, questa è la prima volta che viene mostrato clinicamente l'effetto del farmaco in base al genotipo di un paziente.


I ricercatori dell'UB avvertono che la ricerca ha i suoi limiti e sono necessari studi randomizzati in doppio cieco per confermare i risultati.


La ricerca è stata condotta su dati di uno studio di coorte di dieci anni, longitudinale, multicentrico condotto su 345 pazienti con MA dal Texas Cancer Research and Care Consortium di cui i ricercatori dell'UB sono collaboratori. È stata presentata alla conferenza internazionale annuale dell'Associazione Alzheimer (AAIC) tenutasi questa settimana a Los Angeles.

 

 

Prova di concetto

"Questa ricerca fornisce la prova di concetto che, dal momento che meccanismi diversi sono al lavoro nel MA nei vari pazienti, abbiamo bisogno di sviluppare trattamenti più personalizzati che si dimostrino più efficaci negli individui", ha detto Kinga Szigeti MD/PhD, ricercatrice senior, direttrice dell'Alzheimer’s Disease and Memory Disorders Center dell'UB, e professoressa associata di neurologia alla UB.


Il gene, CHRFAM7A, è una fusione tra un gene che codifica il recettore Alpha 7 per l'acetilcolina (un neurotrasmettitore coinvolto nella memoria e nell'apprendimento e da tempo associato al MA) e una chinasi (un tipo di enzima). La Szigeti ha spiegato che il gene è presente in due sapori, un gene funzionale e uno che non si trasforma in proteine. Anche questo dato è presentato dal team dell'UB all'AAIC.


"Questo divide la popolazione 1-a-3 tra non portatori e portatori", ha detto la Szigeti. Il CHRFAM7A è implicato in molti disturbi neuropsichiatrici, come la schizofrenia e la malattia bipolare.


La Szigeti ha spiegato che tre dei quattro farmaci ora disponibili per il MA lavorano stimolando tutti i recettori che rispondono all'acetilcolina. Farmaci più specifici per Alpha 7 sono in sviluppo da oltre 10 anni ma non sono riusciti a passare alla fase clinica.


Il gene di fusione umana modula il recettore Alpha 7, uno dei recettori che legano l'amiloide-beta , la proteina segno distintivo del MA, che sconvolge la comunicazione neuronale. "Poiché questo gene di fusione umana non è presente nei modelli animali e nei sistemi di screening usati per identificare i farmaci, il 75% dei malati di MA portatori di questo gene hanno meno probabilità di trarre beneficio e quindi sono in svantaggio", ha detto. "Questo può spiegare il divario della traslazione".

 

 

Portatori di geni

"Con questo studio, abbiamo confrontato l'effetto degli inibitori delle colinesterasi in pazienti che sono o non sono portatori di questo gene", ha detto la Szigeti. "Le persone che non hanno il gene rispondono meglio ai farmaci disponibili ora". Aggiungendo che i neuroni vulnerabili al MA esprimono Alfa 7 e questo potrebbe essere il motivo per cui muoiono per primi.


"Il nostro lavoro conferma che l'Alpha 7 è un obiettivo molto importante per il trattamento del MA, ma deve essere usato il modello giusto - un modello umano -  per testare nuovi farmaci", ha affermato la Szigeti.


I risultati suggeriscono che potrebbe essere richiesto un approccio più personalizzato per ciascun paziente, in base al suo genotipo CHRFAM7A. Un farmaco può funzionare nel 25% dei pazienti, mentre un altro funzionerà nel 75%.

 

 

 


Fonte: University at Buffalo (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Cosa accade nel cervello che invecchia

11.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Il deterioramento del cervello si insinua sulla maggior parte di noi. Il primo indizio p...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Piccola area del cervello ci aiuta a formare ricordi specifici: nuove strade p…

6.08.2025 | Ricerche

La vita può dipanarsi come un flusso continuo, ma i nostri ricordi raccontano una storia...

La nostra identità è definita dal nostro carattere morale

24.06.2019 | Esperienze & Opinioni

Ti sei mai chiesto cos'è che ti rende te stesso? Se tutti i tuoi ricordi dovessero svani...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Il cammino può invertire l'invecchiamento del cervello?

2.09.2021 | Esperienze & Opinioni

Il cervello è costituito principalmente da due tipi di sostanze: materia grigia e bianca...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)