Scienziati intenti allo sviluppo di terapie per la malattia di Creutzfeldt-Jakob (CJD) che devasta il cervello, hanno inaspettatamente bloccato l'insorgenza dell'Alzheimer, la causa più comune di demenza.
I ricercatori si sono detti "entusiasti" della scoperta inaspettata che due anticorpi (ampiamente studiati in relazione alla CJD) possono anche avere un effetto sull'Alzheimer, malattia di cui soffrono quasi 500.000 persone all'anno nel Regno Unito e 20 milioni in tutto il mondo.
La scoperta, pubblicata in Nature Communications, rappresenta un "significativo passo avanti nella battaglia per sviluppare farmaci per trattare la malattia di Alzheimer", dicono. L'annuncio è venuto da uno studio americano condotto da ricercatori dell'Università di Yale nel 2009, che ha mostrato che proteine prioniche, che causano la CJD, svolgono anche un ruolo nell'Alzheimer. La scoperta ha innescato una corsa da parte degli scienziati a scoprire se gli anticorpi in fase di sviluppo per la cura della CJD potrebbero funzionare anche contro il morbo di Alzheimer.
Ora uno studio sui topi alla Medical Research Council Prion Unit dell'University College di Londra ha indicato che gli anticorpi bloccano gli effetti dannosi di una sostanza tossica chiamata "beta-amiloide", una proteina che si accumula e si attacca alle cellule nervose del cervello. Nel corso del tempo, attraverso l'interazione con le proteine prioniche, l'amiloide impedisce alle cellule nervose di comunicare, causando la perdita di memoria, il sintomo caratteristico dell'Alzheimer.
Il professore John Collinge, direttore della MRC Prion Unit dell'University College di Londra che ha condotto lo studio pubblicato su Nature Communications, ha dichiarato: "C'è un urgente bisogno di nuovi farmaci per preservare la funzione del cervello ed evitare la perdita di memoria, il sintomo che caratterizza maggiormente gli effetti devastanti dell'Alzheimer. Siamo felici che questa scoperta indica nei topi che questi due anticorpi che stiamo sviluppando per il trattamento della CJD possono intervenire anche nella cura delle forme più comuni di demenza come l'Alzheimer. Se questi farmaci anticorpo dimostreranno di essere sicuri nell'uso per il trattamento della CJD si valuterà se fare studi per l'Alzheimer."
Il professore Dominic Walsh, co-autore dello studio all'University College di Dublino, ha detto: "Un aspetto che rende unico questo studio è che abbiamo utilizzato beta amiloide estratta dal cervello umano, lo stesso materiale che si crede sia la causa della perdita di memoria nei pazienti affetti da questa devastante malattia e abbiamo individuato due anticorpi che possono bloccare questo effetto. L'uso di questi anticorpi specifici è particolarmente interessante in quanto hanno già subito numerosi test pre-clinici per l'uso nel trattamento di CJD. Quindi un sacco di lavoro di base è stato già fatto e potrebbe costituire una corsia veloce a questi anticorpi per uso umano. Il prossimo passo è un'ulteriore conferma in altri modelli di Alzheimer e poi le prove di sicurezza negli esseri umani".
I due anticorpi, ICSM 18 e 35, puntano la proteina prionica considerata causa della CJD. Le sperimentazioni cliniche di farmaci basati su anticorpi comincieranno negli esseri umani l'anno prossimo come trattamento per la CJD. Se avranno successo, le prove potrebbero essere ripetute per i pazienti con Alzheimer. Uno adulto su 14 di 65 anni e uno su sei con più di 80 anni soffrono di demenza, che nella maggior parte dei casi è l'Alzheimer. L'incidenza cresce con l'invecchiamento della popolazione.
Pubblicato in The Indipendent l'8 giugno 2011 - Traduzione di Traduzione di Franco Pellizzari.
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