Un farmaco molto usato per gestire i sintomi del morbo di Alzheimer (MA) e di altre demenze, il donepezil (nome commerciale Aricept), è associato a un rischio doppio di ricovero ospedaliero per rabdomiolisi, una condizione dolorosa di rottura delle cellule dei muscoli, rispetto ad altri inibitori della colinesterasi.
La ricerca che l'ha scoperto è stata pubblicata sul Canadian Medical Association Journal e la diagnosi sottostante, la demenza, è un problema crescente, con quasi 10 milioni di nuovi casi diagnosticati ogni anno in tutto il mondo.
Lo studio, condotto da ricercatori della Western University (London/Ontario/Canada), ha esaminato i dati ICES dal 2002 al 2017 di 220.353 pazienti over-66 dell'Ontario, che avevano avuto una nuova prescrizione di donepezil, rivastigmina o galantamina, tre inibitori della colinesterasi usati per gestire la demenza e il MA.
I ricercatori hanno scoperto che il donepezil era associato a un rischio doppio di ospedalizzazione per rabdomiolisi, una condizione grave che può causare malattie renali. Il rischio relativo era piccolo ma statisticamente significativo.
"I risultati di questo studio di coorte della popolazione supportano gli avvertimenti delle agenzie di regolamentazione sul rischio di rabdomiolisi indotta da donepezil", scrive la dott.ssa Jamie Fleet, residente post laurea in medicina fisica e riabilitazione della McMaster University di Hamilton/Ontario, con i coautori. "E' rassicurante che l'incidenza di un ricovero 30 giorni con rabdomiolisi dopo l'inizio del donepezil rimanga bassa".
Fonte: Canadian Medical Association Journal via EurekAlert! (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.
Riferimenti: Jamie L. Fleet, Eric McArthur, Aakil Patel, Matthew A. Weir, Manuel Montero-Odasso and Amit X. Garg. Risk of rhabdomyolysis with donepezil compared with rivastigmine or galantamine: a population-based cohort study. CMAJ, 16 Sep 2019, DOI
Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.
Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.
Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.