Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Il ferro nel cervello predice precocemente l'Alzheimer

La diagnosi precoce e corretta dell'Alzheimer (AD) è importante per motivi che vanno oltre il trattamento, e possono essere: più tempo per prendere decisioni critiche di vita, pianificare le cure future e massimizzare la sicurezza del malato e della famiglia.

Nuove informazioni scientifiche relative a questa malattia perniciosa arrivano dai ricercatori che utilizzano l'Advanced Photon Source (APS) del US Department of Energy Office of Science all'Argonne National Laboratory e il National Synchrotron Light Source (NSLS) del Brookhaven National Laboratory, per il loro studio, pubblicato nella rivista NeuroImage.

Questo lavoro si proponeva di usare l'elevato contenuto di ferro nel cervello, già osservato nella fase avanzata di AD, come potenziale strumento per la diagnosi precoce. Dal momento che la malattia è di solito diagnosticata solo nelle fasi successive, dopo che i sintomi cognitivi compaiono e il trattamento non può più essere efficace, un metodo per la diagnosi precoce sarebbe un importante passo avanti nella lotta contro questa malattia neurologica debilitante.

Ferro cervello come un predittore precoce della malattia di Alzheimer
(A) Micrografia a luce di una sezione macchiata dell'ippocampo di un topo. Immagini XFM: ferro (B), rame (C) e zinco (D) nella stessa sezione di tessuto. Le unità di misura sono mM. Scala delle barre = 300 micron

È noto da tempo che la formazione di placche amiloidi nei tessuti del cervello è associata all'AD. Queste placche possono formarsi anni prima che il paziente soffra davvero dei sintomi neurologici. Quindi, ricerca molto recenti si sono concentrate sulla scoperta di un modo per diagnosticare la malattia in uno stadio molto precoce, quando il trattamento sarebbe più efficace.

Una linea di ricerca si è incentrata sull'osservazione che il cervello dei pazienti in stadio avanzato della malattia ha mostrato elevati livelli di ioni metallici come ferro, rame e zinco. Misurare le concentrazioni di metalli nel liquido cerebrospinale o utilizzare la risonanza magnetica potrebbe essere una tecnica interessante per la diagnosi precoce, perché non è invasiva. Fino a poco tempo fa, tuttavia, non si sapeva molto di come gli ioni metallici sono distribuiti nei tessuti con placca e in quelli senza placca, durante le varie fasi della malattia.

Ora, grazie agli sforzi dei ricercatori della Stony Brook University di Brookhaven, dell'Università di Chicago, dell'Illinois Institute of Technology, e di Argonne, nuova luce è stato gettata sul rapporto tra contenuto di metallo, formazione di placche, e Alzheimer. Gli scienziati hanno usato un modello di formazione di placche amiloidi nei topi per studiare come si distribuisce il ferro nella corteccia cerebrale e nell'ippocampo nel tempo. La corteccia è il centro delle funzioni cerebrali superiori come pensiero e ragionamento, mentre l'ippocampo è importante per la conservazione a lungo termine della memoria. Il malfunzionamento di entrambe queste regioni del cervello è associato all'AD, anche se l'ippocampo sembra essere colpito per primo e più drasticamente.

La radiografia microscopica a fluorescenza (XFM), impiegata all'APS e alla NSLS, ha permesso ai ricercatori di determinare come cambia il contenuto di ferro con l'invecchiamento del cervello malato. I loro risultati mostrano che il contenuto di ferro è significativamente più alto nella corteccia all'inizio della malattia, che corrisponde con l'inizio della formazione della placca; curiosamente il ferro non è stato trovato all'interno della placche. Alla luce di questi risultati, è chiaro che la quantificazione del ferro contenuto del cervello potrebbe essere un potente indicatore precoce di Alzheimer e un grande strumento diagnostico potenziale.

[Leggi tutto cliccando sul link della pubblicazione]

 

 


Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce?
Puoi usare il modulo dei commenti sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica. Non tenerla per te, non farci perdere l'occasione di conoscerla.

 


  Riferimento: Andreana C. Leskovjan, et al.: “Increased brain iron coincides with early plaque formation in a mouse model of Alzheimer's disease”, NeuroImage, 55(1), 32 (1 March 2011).

Fonte: Materiale dell'Argonne National Laboratory (news : web)

Pubblicato in MedicalXpress.com il 17 giugno 2011 - Traduzione di Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi, eventualmente citati nell'articolo, sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non si propone come terapia o dieta; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer Riese. I siti terzi raggiungibili dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente; in particolare si segnala la presenza frequente di una istituzione medica con base in Germania (xcell-Center) che propone la cura dell'Alzheimer con cellule staminali; la Società Tedesca di Neuroscienze ha più volte messo in guardia da questa proposta il cui effetto non è dimostrato. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione, una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e a informarti:

Notizie da non perdere

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.