Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


La concorrenza tra cellule cerebrali stimola lo sviluppo dei circuiti neuronali

Ricercatori della University of Michigan Health System hanno dimostrato per la prima volta come i circuiti di memoria nel cervello si affinano in un organismo vivente attraverso due tipi distinti di concorrenza tra le cellule.

I risultati, pubblicati su Neuron, segnano un passo in avanti nella ricerca delle cause dei disordini neurologici associati a circuiti cerebrali anomali, come l'Alzheimer, l'autismo e la schizofrenia.

"Gran parte della nostra comprensione del ricablaggio del cervello viene dallo studio dei nostri sistemi sensoriali e motori, ma molto meno si sa dei meccanismi che organizzano i circuiti neurali coinvolti nelle funzioni cerebrali superiori, come l'apprendimento e la memoria", dice l'autore principale Hisashi Umemori, MD, Ph.D., professore assistente di ricerca all'Istituo di Neuroscienze Molecolari e comportamentali della UM e assistente professore di chimica biologica alla Medical School della stessa università.

Le cellule cerebrali crescono e si estendono lungo percorsi che collegano diverse parti del cervello, spiega Umemori. Con lo sviluppo del cervello, queste connessioni si affinano e diventano più efficienti. I problemi con questo processo di raffinamento possono essere responsabili di alcuni disturbi neurologici. "Volevamo sapere come i circuiti cerebrali diventano più efficienti durante lo sviluppo del cervello", Umemori aggiunge. "Il cervello sceglie di mantenere i collegamenti buoni e di sbarazzarsi di quelli cattivi e, se sì, come?"

Per esaminare in che modo l'attività neurale organizza i circuiti di memoria, i ricercatori hanno usato topi che erano stati geneticamente modificati in modo che i neuroni da esaminare potessero essere spenti. Gli scienziati si sono concentrati su un importante collegamento tra l'ippocampo, che è cruciale per l'apprendimento e la memoria, e la corteccia cerebrale, che è la chiave per la percezione e la consapevolezza. Hanno disattivato circa il 40 per cento dei neuroni nella connessione e, in pochi giorni, hanno guardato come il cervello eliminava le connessioni inattive neurali e conservava esclusivamente quelle attive. Una parte successiva dell'esperimento ha dimostrato che se tutti i neuroni sono disattivati, i loro collegamenti non sono eliminati.

"Questo ci dice che il cervello ha un modo di capire, in un gruppo di neuroni, quali connessioni sono migliori di altre", dice Umemori. "I neuroni sono in concorrenza tra loro. Così, quando sono tutti ugualmente cattivi, nessuno può essere eliminato".

I ricercatori hanno anche esaminato una parte dell'ippocampo chiamato il giro dentato, che è una delle due sole aree del cervello che continuano a generare nuovi neuroni per tutta la vita. Qui hanno trovato un secondo diverso tipo di concorrenza: le cellule neonate erano in competizione con le cellule mature, invece dell'altra concorrenza tra cellule mature. Quando gli scienziati hanno bloccato la capacità del giro dentato di produrre nuove cellule, l'eliminazione si è fermata e il cervello ha conservato le cellule esistenti, anche se erano disattivate. "Meglio il cervello elimina le connessioni cattive per mantenere il circuito nella sua forma più efficace, più sarà efficiente l'apprendimento e la memoria", spiega Umemori.

E aggiunge: "Meglio comprenderemo come questi meccanismi lavorano, più saremo in grado di capire cosa succede quando non funzionano".

Co-autori: Masahiro Yasuda, Ph.D., Erin M. Johnson-Venkatesh, Ph.D., Helen Zhang, MS, Jack M. Parent, MD, Michael A. Sutton, Ph.D., tutti della University of Michigan.

Finanziamento: Centro Organogenesi della UM, Ester A. & Joseph Klingenstein Fund, Edward Mallinckrodt Jr. Foundation, March of Dimes Foundation, Fondazione Whitehall e National Institutes of Health.

 


Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce?
Puoi usare il modulo dei commenti sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica. Non tenerla per te, non farci perdere l'occasione di conoscerla.

 

 


Fonte: Materiale della University of Michigan Health System.

Riferimento: Masahiro Yasuda, Erin M. Johnson-Venkatesh, Helen Zhang, Jack M. Parent, Michael A. Sutton, Hisashi Umemori. Multiple Forms of Activity-Dependent Competition Refine Hippocampal Circuits In Vivo. Neuron, 2011; 70 (6): 1128-1142 DOI: 10.1016/j.neuron.2011.04.027.

Pubblicato in ScienceDaily il 24 giugno 2011 - Traduzione di Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi, eventualmente citati nell'articolo, sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non si propone come terapia o dieta; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer Riese. I siti terzi raggiungibili dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente; in particolare si segnala la presenza frequente di una istituzione medica con base in Germania (xcell-Center) che propone la cura dell'Alzheimer con cellule staminali; la Società Tedesca di Neuroscienze ha più volte messo in guardia da questa proposta il cui effetto non è dimostrato. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione, una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e a informarti:

Notizie da non perdere

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023 | Esperienze & Opinioni

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Cibo per pensare: come la dieta influenza il cervello per tutta la vita

7.10.2024 | Esperienze & Opinioni

Una quantità di ricerche mostra che ciò che mangiamo influenza la capacità del corpo di ...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.