Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Creare memoria richiede una vasta rottura del DNA

L'urgenza di ricordare un'esperienza pericolosa richiede che il cervello faccia una serie di mosse potenzialmente pericolose: per fornire ai meccanismi di immagazzinamento della memoria un rapido accesso alle istruzioni genetiche, i neuroni e le altre cellule cerebrali spezzano il loro DNA in numerosi punti che, secondo un nuovo studio, sono più di quanti si pensava finora.


L'entità di queste rotture del doppio filo del DNA (DSB, double-strand breaks) in più regioni cerebrali chiave, è sorprendente e preoccupante, ha detto l'autrice senior dello studio Li-Huei Tsai, prof.ssa di neuroscienze al MIT e direttrice del Picower Institute for Learning and Memory, perché, anche se le rotture sono riparate regolarmente, tale processo potrebbe diventare più imperfetto e fragile con l'età. Il laboratorio della Tsai ha dimostrato che le DSB persistenti sono associate alla neurodegenerazione e al declino cognitivo e che i meccanismi di riparazione possono fallire.


"Volevamo capire esattamente quanto è diffusa e ampia questa attività naturale nel cervello a fronte della formazione di memoria, perché ciò può darci informazioni sul modo in cui l'instabilità genomica potrebbe minare la salute del cervello nel tempo", ha detto la Tsai, che è anche prof.ssa nel dipartimento di scienze cerebrali e cognitive e leader dell'Aging Brain Initiative del MIT. "La formazione di memoria è chiaramente una priorità urgente per la funzione cerebrale sana, ma questi nuovi risultati, che mostrano che diversi tipi di cellule cerebrali rompono il loro DNA in molti punti per esprimere rapidamente i geni, sono comunque sorprendenti".

 

Tracciare le rotture

Nel 2015, il laboratorio della Tsai ha fornito la prima dimostrazione che l'attività neuronale causa DSB e che queste inducono una rapida espressione genica. Ma quei risultati, realizzati in prevalenza su preparati di neuroni in laboratorio, non avevano colto la piena portata dell'attività nel contesto della formazione di memoria in un animale attivo e non avevano studiato quello che accade nelle cellule diverse dai neuroni.


Nel nuovo studio pubblicato l'1 luglio su PLOS One, il primo autore ed ex dottorando Ryan Stott e il coautore / ex tecnico di ricerca Oleg Kritsky hanno cercato di indagare sull'intero panorama di attività DSB nell'apprendimento e nella memoria. Per fare ciò, hanno fatto provare a dei topi piccole scosse elettriche ai piedi quando entravano in una scatola, per condizionare un ricordo di paura di quel contesto.


Hanno quindi usato diversi metodi per valutare le DSB e l'espressione genica nel cervello dei topi nella successiva mezz'ora, in particolare tra vari tipi di cellule della corteccia prefrontale e dell'ippocampo, due regioni essenziali per la formazione e lo stoccaggio dei ricordi di paura condizionata. Hanno anche misurato il cervello dei topi che non avevano sperimentato lo scossa al piede per stabilire una linea di base di attività per il confronto.


La creazione di una memoria di paura ha raddoppiato il numero di DSB nei neuroni nell'ippocampo e della corteccia prefrontale, influenzando oltre 300 geni in ciascuna regione. Tra i 206 geni colpiti in comune in entrambe le regioni, i ricercatori hanno poi guardato ciò che facevano quei geni. Molti erano associati alla funzione delle connessioni che i neuroni fanno tra loro, chiamate sinapsi. Ciò ha senso perché l'apprendimento sorge quando i neuroni cambiano le loro connessioni (un fenomeno chiamato 'plasticità sinaptica') e la memoria si forma quando i gruppi di neuroni si collegano insieme in complessi chiamati engrammi.


"Molti geni essenziali per la funzione neuronale e per la formazione della memoria, e molti più di quelli previsti in base alle osservazioni precedenti nei neuroni coltivati ​​... sono potenzialmente i punti attivi della formazione di DSB", hanno scritto gli autori nello studio.


In un'altra analisi con misurazioni dell'RNA, i ricercatori hanno confermato che l'aumento delle DSB è effettivamente e strettamente correlato con una maggiore trascrizione e espressione dei geni interessati, compresi quelli che influenzano la funzione delle sinapsi, non più di 10-30 minuti dopo l'esposizione alle scosse al piede.


"Nel complesso, troviamo che i cambiamenti trascrizionali sono associati con più forza alle DSB nel cervello di quanto previsto", hanno scritto. "In precedenza avevamo osservato 20 loci (posizioni) di DSB associati a geni dopo la stimolazione dei neuroni coltivati, mentre nell'ippocampo e nella corteccia prefrontale ora vediamo più di 100-150 loci di DSB associati a gene che sono indotti trascrizionalmente".

 

Spezzare con stress

Nell'analisi dell'espressione genica, i neuroscienziati hanno esaminato non solo i neuroni ma anche le cellule cerebrali non neuronali (glia), e hanno scoperto che anch'esse hanno cambiamenti nell'espressione di centinaia di geni dopo il condizionamento alla paura. Le glia chiamate astrociti sono note per essere coinvolte nell'apprendimento della paura, ad esempio, e hanno mostrato cambiamenti significativi di DSB e di espressione genica dopo il condizionamento alla paura.


Tra le funzioni più importanti dei geni associati alla DSB relative al condizionamento alla paura nelle glia c'era la risposta agli ormoni. I ricercatori hanno quindi cercato di vedere quali ormoni sono particolarmente coinvolti e hanno scoperto che sono i glutocortocoidi, che sono secreti in risposta allo stress. È abbastanza certo che i dati dello studio hanno dimostrato che nelle glia, molte delle DSB che si sono verificate dopo il condizionamento della paura sono avvenute nei siti genomici relativi ai recettori glutocortocoidi.


Ulteriori test hanno rivelato che stimolare direttamente quei recettori ormonici potrebbe innescare le stesse DSB provocate dal condizionamento della paura, e che bloccare i recettori può prevenire la trascrizione dei geni chiave dopo il condizionamento della paura. La Tsai ha detto che la scoperta che le glia sono coinvolte così profondamente nel creare ricordi dal condizionamento della paura è una sorpresa importante del nuovo studio.


"La capacità delle glia di montare una solida risposta trascrizionale ai glutocorticoidi suggerisce che queste cellule potrebbero avere un ruolo molto più grande nella risposta allo stress e nel suo impatto sul cervello durante l'apprendimento, rispetto a quanto realizzato in precedenza"
, ha scritto.

 

Danni e pericoli?

Sono necessarie altre ricerche per dimostrare che le DSB necessarie per formare e memorizzare i ricordi della paura sono una minaccia per la salute del cervello più avanti, ma il nuovo studio aumenta solo le prove che potrebbe essere così, hanno scritto gli autori.


"Nel complesso abbiamo identificato i siti delle DSB nei geni importanti per le funzioni neuronali e gliali, il che suggerisce che la riparazione del DNA compromesso da queste rotture ricorrenti del DNA, che nascono nell'ambito dell'attività cerebrale, potrebbe comportare un'instabilità genomica che contribuisce all'invecchiamento e alle malattie nel cervello"
hanno scritto.

 

 

 


Fonte: Picower Institute at MIT (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Ryan T. Stott, Oleg Kritsky, Li-Huei Tsai. Profiling DNA break sites and transcriptional changes in response to contextual fear learning. PLOS One, 1 Jul 2021, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)