Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Nuovi metodi europei di progettare farmaci che sconfiggono malattie come l'AD

Nuovi metodi europei di progettare farmaci per sconfiggere malattie come l'ADGruppo di studenti COST in fase di addestramento a Istambul

Per molte patologie del cervello, compreso l'Alzheimer e l'epilessia, non ci sono farmaci e le terapie esistenti non funzionano per tutti i pazienti.


Le proteine ​​che influenzano i neurotrasmettitori, come la dopamina e la serotonina, potrebbero essere la chiave per trovare nuovi trattamenti. Grazie ai progressi nelle grandi banche di dati e nella chimica farmaceutica, gli scienziati possono selezionare migliaia di molecole alla ricerca di nuovi e promettenti farmaci candidati.


"La chimica computazionale offre l'opportunità di cercare un potenziale non sfruttato alla ricerca di strutture proteiche che potrebbero avere un ruolo nel cervello", dice la prof.ssa Rona Ramsay, dell'Università di St. Andrews. "Questa è la ricompensa per decenni di lavoro di cristallografia sulle strutture molecolari. L'apprendimento automatico consente anche il riutilizzo dei farmaci esistenti che non sono stati testati per alcune malattie neurologiche".


La prof.ssa Ramsay ha presieduto la conferenza COST Action CM1103, che ha riunito chimici e biologi per concentrarsi sulle malattie del cervello in cui sono necessarie nuove terapie. Una delle aree che ha esplorato è il potenziale dei dirty drugs [farmaci sporchi, grossolani], molecole che interagiscono con diversi obiettivi nel cervello.


"Ora possiamo progettare farmaci per colpire obiettivi specifici. Per l'Alzheimer, per esempio, stiamo sviluppando farmaci che mantengono più a lungo l'acetilcolina, la dopamina e la serotonina nelle sinapsi; aggiungiamo un antiossidante che previene i danni causati dalle cellule cerebrali morenti; quindi aggiungiamo un metallo che 'assorbe' gli ossidanti che altrimenti possono causare problemi", spiega la prof.ssa Ramsay.


Per raggiungere questo obiettivo, le reti multidisciplinari devono progettare strutture molecolari e testarle nelle cellule cerebrali e nei modelli animali. I partecipanti alla rete hanno depositato un brevetto su un potenziale trattamento e hanno pianificato di andare avanti con una prospettiva di sviluppo clinico.


Altri gruppi partecipanti hanno collaborato a una tecnica che permette di misurare il firing elettrico [gli impulsi comunicativi dei neuroni] nel cervello e di monitorare i cambiamenti dei livelli di neurotrasmettitori, aprendo la porta a una comprensione più profonda del cervello. La rete ha portato anche a nuove strategie per il trattamento dell'epilessia, un nuovo modo per valutare nuovi composti negli animali, e una teoria originale su come si ossidano i neurotrasmettitori dopaminici.


Il valore più grande delle COST Actions, secondo la prof.ssa Ramsay, nasce dalla collaborazione tra accademici e la preziosa esposizione ad altre discipline che offre ai ricercatori più giovani.


Gli fa eco il dottor Katrina Nikolic, dell'Università di Belgrado in Serbia, che usa programmi informatici per progettare nuovi composti. "La nostra collaborazione con chimici organici di Spagna, Germania e Gran Bretagna ci ha permesso di testare composti che potrebbero diventare farmaci per l'Alzheimer", ha detto. "Questo è molto importante per i laboratori come il nostro".


Quasi la metà dei partecipanti provenivano dalle COST Inclusiveness Target Countries, fatto che la prof.ssa Ramsay descrive come particolarmente 'arricchiente': "Sono anche molto orgogliosa del fatto che il 50% della nostra rete all'inizio era di sesso femminile, non molte Actions nella chimica possono dire questo!".


La rete sta ultimando un e-book sui risultati della ricerca e molti dei suoi membri continuano a collaborare:

  • Membri di Spagna, Regno Unito e Germania stanno sviluppando un composto tre-in-uno in un singolo farmaco che può avere come bersaglio tre recettori del cervello legati all'Alzheimer.
  • I membri di Italia e Turchia sono impegnati in un progetto finanziato dall'UE per formare 12 studenti di dottorato nel campo della ricerca sulle neuroscienze, concentrandosi sulla neurodegenerazione, sullo sviluppo di neuroterapeutici e sulla neuroriparazione. Ogni studente riceve anche una formazione di 3-5 mesi sulle tecnologie d'avanguardia all'interno di una società del settore.

 

 

 


Fonte: COST (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.